Dragon Trainer
Titolo originale: Dragon Trainer
USA: 2010 Regia di: Dean DeBlois, Chris Sanders Genere: Animazione Durata: 98'
Interpreti: (voci) Jay Baruchel, Gerard Butler, Craig Ferguson, America Ferrera, Jonah Hill, Christopher Mintz-Plasse, T.J. Miller, Kristen Wiig, Flavio Aquilone, Roberto Draghetti, Carlo Valli, Maria Letizia Scifoni, Gabriele Patriarca, Alessio Nissolino, Letizia Ciampa, Mattia Ward
Sito web: www.howtotrainyourdragon.com
Nelle sale dal: 26/03/2010
Voto: 7,5
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Gaio
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Pressbook del film
Dopo essersi conosciuti e lavorato insieme al progetto del film Disney “Mulan”, i due registi Chris Sanders & Dean DeBlois hanno intrapreso una fruttuosa collaborazione sia di co-regia che di co-scrittura. Da un’idea di Sanders nascono “Lilo & Stich”, scritto e diretto con DeBlois.
Dragon Trainer rappresenta l’ultima strepitosa creatura di questo duo, che ha confezionato una storia affascinante, ricca di contenuti con l’ausilio dell’animazione in 3D, spingendo oltre la tecnologia avuta a disposizione, senza dimenticare una genuina e sempre azzeccata vena umoristica, colorita di tenerezza. Ciò che viene messo in scena è uno spettacolare e mitico mondo dei vichinghi, in continua lotta contro i loro più acerrimi nemici: i draghi.
Hic è un adolescente vichingo, che vive sull’isola di Berk, e muore dalla voglia di poter uccidere un drago ed essere considerato da tutti un vichingo in piena regola, un combattente come lo è suo padre Stoick l’Immenso, del quale non vuole deludere le aspettative. Durante una battaglia Hic riesce a colpire un drago, ma nella confusione nessuno si accorge dell’accaduto e il ragazzo non viene creduto. Il giorno seguente Hic si reca sul luogo dove ha visto cadere l’animale, quale sorpresa quando lo vede sofferente, intrappolato dalla corda del suo marchingegno. Si sofferma a guardarlo negli occhi e vi vede la sua stessa paura. Decide di liberarlo e da quel momento cerca di farselo amico. Nel frattempo il padre decide che Hic dovrà seguire il corso anti-drago impartito da Skaracchio Ruttans, insieme ad altri giovani vichinghi per essere addestrato e diventare un vero combattente. Hic, dopo l’incontro con Sdentato, questo il nome che dà all’animale, decide di non voler più uccidere i draghi.
Ogni momento libero, prima o dopo il corso, Hic lo passa, di nascosto, con Sdentato e la fiducia e l’affetto tra i due cresce a dismisura, vivendo insieme delle avventure entusiasmanti. Hic è convinto che i draghi possono essere amici dei vichinghi, ma non osa rivelare il suo segreto, fino a quando non viene seguito da Astrid, una ragazza del corso anti-drago. Astrid impaurita e sorpresa da ciò che vede, dà fiducia a Hic, ma gli ostacoli più importanti devono essere ancora affrontati.
L’idea per creare Dragon Trainer è stata tratta dai libri della scrittrice Cressida Cowell, libri brevi e con un forte successo editoriale alle spalle. La narrazione scritta da Cowell inizia dal punto in cui i draghi sono perfettamente integrati nella vita sociale della popolazione vichinga. I registi e i produttori hanno optato per spostare la narrazione alle origini della storia, come tutto ha avuto inizio, come Hic e Sdentato si siano conosciuti, siano diventati amici cambiando il corso del futuro della vita dei vichinghi.
Il film potrebbe benissimo essere considerato un prequel ai libri dell’autrice.
L’intento principale è stato adattare il mondo costruito dall’autrice al linguaggio cinematografico, apportando cambiamenti dove fosse necessario. L’età del giovane Hic è stata aumentata, per conferire un tono d’azione e d’avventura molto più amplificato. Si è scelto di non far parlare i draghi, in parte perché dovevano rappresentare qualcosa di ingovernabile e selvaggio agli occhi dei vichinghi. Le numerose razze di draghi esistenti si scorgono, qui, tramite il manuale che Hic sfoglia in una sequenza, per dare allo spettatore l’idea di quale numero considerevole fossero. Il personaggio di Astrid è stato creato appositamente per il film, perché si voleva una figura femminile forte, determinata e coraggiosa, sempre concentrata sul suo obiettivo, che lavora sodo e non gioca mai, diversamente da Hic.
Il film lascia trasparire delle tematiche che affondano le loro radici in qualsiasi civiltà si prenda in esame.
L’amicizia tra razze diverse, l’amicizia con colui che si crede il pericolo mortale, solo perché si è diversi e non lo si conosce.
È un tema che coinvolge tutti e lo si può riscontrare nella vita di tutti i giorni.
I due registi hanno sottolineato egregiamente, nel primo incontro tra Hic e Sdentato, come il protagonista veda la stessa paura che lui ha dell’altro, guardando negli occhi colui che fino a un momento prima era una figura da eliminare, scoprendo che è un sentimento reciproco. Inoltre l’aggressività dei draghi ha un origine ben precisa, eliminata l’origine ci può essere integrazione e ausilio l’uno all’altro.
Un altro tema risiede nella figura di Hic, un ragazzo che vuole trovare il suo posto nel mondo in cui vive, però un posto che gli appartenga veramente. All’inizio della storia il protagonista cerca in tutti i modi di soddisfare le aspettative del padre e diventare quello che lui e gli altri vichinghi vorrebbero. Vorrebbe che il padre gli desse quelle attenzioni che gli sono mancate ed essere un vincente ai suoi occhi. Durante l’arco della narrazione Hic comprende di avere altre aspirazioni e altre doti, di essere diverso dallo stereotipo comune e che questo sia un valore aggiunto, non un qualcosa di cui doversi vergognare e nascondere.
Sanders e DeBlois hanno delineato un protagonista che dimostra di avere una forte personalità, di essere acuto, reattivo, coraggioso e dotato d’ironia, tutte qualità che lo rendono unico, come nessun altro.
Dimostra di essere un vichingo, tanto quanto gli altri e il padre apre gli occhi, alla fine, e lo capisce, iniziando a conoscere suo figlio per quello che è e non per quello che lui vorrebbe che fosse. Vengono delineate così diverse problematiche che possono incorrere in un rapporto tra padre e figlio e di come si possa venirne a capo, mostrandosi per quello che si è. In una sequenza molto ben tratteggiata, Stoick l’immenso si mette di fronte a suo figlio dicendogli che finalmente hanno qualcosa di cui parlare, ma in realtà la conversazione langue come non mai e scende il disagio, in cuor loro sanno che Hic non è il classico vichingo.
I registi hanno mostrato anche i problemi che può avere il capo di una comunità nel suo essere padre e rapportarsi con suo figlio. Stoick l’Immenso sa come sconfiggere i draghi, come guidare una battaglia e gestire la collettività, ma trova difficoltà e imbarazzo a relazionarsi con suo figlio.
Per ciò che riguarda l’ambientazione, la creazione degli effetti visivi voleva essere qualcosa di singolare. Si è cercato di ricreare la luce dell’Islanda. L’obiettivo è stato quello di trasmettere la particolarità del luogo e conferire la sensazione che si stesse davvero nel Nord, dove c’è uno scenario lussureggiante, esteso e imponente.
Dalla creazione di questi luoghi si voleva che questi sprigionassero sensazioni reali e magiche al tempo stesso.
Dragon Trainer è narrazione, effetti visivi, e c’è molto di più. I movimenti di macchina nelle sequenze di volo o le angolazioni delle inquadrature sottolineano quanto si sia voluti andare oltre il semplice film d’animazione.
La fotografia di Roger Deakins completa il quadro, infondendo quell’atmosfera magica e mitica che avvolge ancora oggi la popolazione vichinga nell’immaginario collettivo.
Il film mescola splendidamente mito, avventura, azione, divertimento e tenerezza (gli occhioni di Sdentato quando guarda Hic vanno dritti al cuore), e trasmette un messaggio importante: l’incontro col diverso arricchisce l’individuo.
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