Ken il guerriero: la leggenda di Giulia
Titolo originale: Shin Kyûseishu densetsu Hokuto no Ken – Yuria den
Giappone: 2007 Regia di: Hidehito Ueda Genere: Animazione Durata: 60'
Interpreti: (voci)
Sito web:
Nelle sale dal: In dvd - Inedito
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Sergio Grega
Secondo capitolo della pentalogia creata per celebrare il venticinquesimo anniversario della saga di “Hokuto no Ken”, “La leggenda di Julia” esce, a differenza del suo predecessore, direttamente per il mercato home video.
Scelta abbastanza preventivabile, sia per la durata esigua di questo nuovo episodio, sia per le note difficoltà distributive che impongono delle decisioni ben precise.
Ciò nonostante, anche questo secondo film mantiene molti degli aspetti peculiari del primo lungometraggio. Innanzitutto i fatti vengono filtrati attraverso il punto di vista di un personaggio principale; in secondo luogo vengono ripresi molti degli avvenimenti più importanti della prima serie presentati attraverso differenti prospettive; infine la digitalizzazione risulta quasi del tutto assente, in accordo con una resa tecnica assimilabile a quella del passato.
Ovviamente (il titolo lo testimonia) questo nuovo episodio è dedicato a Julia, strappata da Shin al suo amato Kenshiro e destinata a diventare l’ultimo guerriero di Nanto.
Se le novità erano già piuttosto limitate ne “La leggenda di Hokuto”, anche “La leggenda di Julia” non regala grandi innovazioni. Sul versante dei personaggi si segnala soltanto la comparsa di Tobi, il fedele cane di Julia, il cui destino è indissolubilmente legato a quello della sua padrona.
Sul versante narrativo invece emergono taluni aspetti del background storico della protagonista, con riferimenti piuttosto espliciti alle sue capacità sensitive (significativo a tal proposito l’episodio alla “Final destination” del previsto incidente aereo).
A differenza del suo predecessore, pur incompiuto e dal finale aperto, questo secondo film palesa però ancor di più il suo essere inevitabilmente legato alla prosecuzione della saga.
Addirittura non compaiono scontri epici (nemmeno il pronosticato duello tra Kenshiro e Shin) e l’aspetto psicologico pare preponderante rispetto a quello più marcatamente bellicista.
Un capitolo interlocutorio dunque, una sorta di rallentamento che funge da preludio ai tre lungometraggi finali nei quali verranno mostrati i principali combattimenti della serie (in primis quello tra Raoul e Kenshiro).
Un film di conseguenza destinato quasi esclusivamente ai cultori del manga giapponese, che ritroveranno molti degli elementi che hanno reso “Hokuto no Ken” una delle saghe più amate e viste della storia (un’adeguata conoscenza della serie a cartoni o dei fumetti risulta nientemeno essenziale poiché diverse circostanze sono semplicemente accennate e comprensibili maggiormente soltanto se si ha una discreta conoscenza dei fatti).
In sostanza, un lungometraggio (quasi medio metraggio) più per appassionati che per spettatori occasionali.
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