Il mestiere delle armi
Titolo originale: Il mestiere delle armi
Italia, Francia, Germania: 2000 Regia di: Ermanno Olmi Genere: Avventura Durata: 105'
Interpreti: Hristo Jivkov, Sergio Grammatico, Dimitar Ratchkov, Dessy Tenekedjieva, Sandra Ceccarelli
Sito web:
Nelle sale dal: 11/05/2001
Voto: 8
Trailer
Recensione di: Samuele Pasquino
L'aggettivo ideale: Storico
Nel 1526 il prode capitano Giovanni De Medici (Hristo Jivkov), detto Giovanni dalle bande nere, guida l’esercito pontificio contro gli Alemanni comandati dal generale Zorzo Frundsberg, deciso a entrare a Roma.
Alfonso d’Este, duca di Ferrara, cede alle truppe di Frundsberg quattro cannoncini, e sarà proprio uno di questi a ferire gravemente alla gamba Giovanni De Medici.
Il capitano morirà dopo alcuni giorni d’agonia, ma rimarrà un mito nel mestiere delle armi.
Il film di Ermanno Olmi ha saputo distinguersi al festival di Cannes, riscuotendo grande successo in altre manifestazioni cinematografiche e vincendo ben nove David di Donatello.
Questo perchè la regia sontuosa dell’impegnato cineasta italiano si fa forte di un’esperienza colta e carismatica, capace di affrontare temi talvolta difficili con una disciplina artistica d’indubbio valore.
Nel rigoroso contesto storico, Olmi conduce uno studio approfondito sulle gesta del grande Giovanni De Medici, traendone un ritratto in cui prevalgono onore e coraggio. Considerando l’epoca caratterizzata dalle trame politiche e determinata dalle ambigue condotte di potenti figure quali Carlo V, Clemente VII, Alfonso d’Este e Federico Gonzaga, il prestigio del capitano De Medici ne esce rafforzato in quanto reso al meglio dal regista soprattutto nelle scene cerimoniali.
La scelta della narrazione prima fuori campo, poi affidata a personaggi facenti parte dell’inquadratura, favorisce la comprensione della storia svelando aspetti scenicamente non troppo evidenziati. La scenografia, i costumi e gli interni costituiscono elementi filmici estremamente funzionali allo sviluppo della vicenda, strutturati alfine di evincere uno stile barocco teso alla precisione storica.
Olmi organizza il suo lavoro attraverso un montaggio descrittivo che adotta diverse soluzioni di messa in scena, tra cui la spiccata tendenza alla composizione iconografica, delineando i personaggi in modo tale da fornire a ciascuno una valenza considerevole in merito ai fatti.
L’accento non viene posto nè sulle battaglie nè sulle esatte dinamiche d’arme, il cineasta indugia sulla situazione politica e sulla parola dei protagonisti, espressa nel linguaggio caratteristico dell’epoca, ulteriore merito che va riconosciuto.
Lo spettatore assiste quindi ad un saggio storico visivamente laborioso, ma soprattutto arriva a conoscere un personaggio fedelmente descritto, al quale Ermanno Olmi dedica un valente ritratto ben diretto e interpretato.
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