Titolo: L'albatross - Oltre la tempesta
Titolo originale: White Squall
USA: 1995. Regia di: Ridley Scott Genere: Avventura Durata: 115'
Interpreti: Jeff Bridges, Caroline Goodvall, John Savage, Scott Wolf, James Rebhorn, Caroline Goodall
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 1995
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Chicco D'Aquino
L'aggettivo ideale: Valido
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Un brigantino, un comandante, un gruppo di studenti e la distesa infinita d'acque e di cieli. Ecco, in sintesi i protagonisti di questa bella ed epica avventura melodrammatica regalataci dal regista di Blade runner e Le Crociate, Ridley Scott.
Qui niente scenari apocalittici, niente replicanti, nessun cielo di piombo.
Solo, inizialmente luce, colori, voci.
La storia è semplice. Ad allievi particolarmente meritevoli viene offerto un anno scolastico - premio su una goletta che tra lezioni di vita marinara e lezioni canoniche, solcherà oceani sperduti e affronterà le insidie più rischiose e inaspettate.
Una di queste lascerà il segno, scolpito indelebilmente nel cuore e nella mente di alcuni ragazzi.
Il film, basato su una storia realmente accaduta, si colloca a pieno titolo nella scia dei film e delle narrazioni sul mare, Master & Commander in testa (ma anche Tifone di Conrad o La tempesta perfetta) e racconta la durezza delle regole, a volte non scritte, sedimentate dall'esperienza, da rispettare e trasmettere, un codice di comportamento etico e pratico che se ignorato o sottovalutato può costare prezzi altissimi.
Il regista è abile ad insinuarsi nella ritrattistica antropologica dei personaggi, nulla concede alla retorica, il suo è tocco lieve che ben si adatta alla storia, narrata con una leggerezza che mai sconfina nella superficialità riservando un posto d'onore al comandante, un Jeff Bridge d'annata, uomo di comando non autoritario ma assertivo, capace di esercitare con modi grezzi ma efficaci un'efficace educazione formativa e duratura nel cuore dei suoi giovani allievi.
Educazione, rispetto, singolarità, gruppo.
E' qui che si gioca la dinamica che il comandante innesca, fatta di rinunce, di senso del limite ma anche della scoperta di un orizzonte, che il mare, splendida metafora vivente, non può che condurre alla libertà nell'accezione più nobile, alla riscoperta continua di infiniti deserti dell'anima. Ognuno può navigare a vista nelle tempeste della vita consapevole che non è mai solo, isola tra le isole, onda insieme ad altre onde.
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