Sanctum
Titolo originale: Sanctum
U.S.A., Australia: 2011. Regia di: Alister Grierson
Genere: Azione
Durata: 109'
Interpreti: Ioan Gruffudd, Richard Roxburgh, Alice Parkinson, Rhys Wakefield, Dan Wyllie, Allison Cratchley, Christopher Baker, John Garvin, Sean Dennehy
Sito web ufficiale: www.sanctummovie.com
Sito web italiano: www.sanctum3d.it
Nelle sale
dal: 11/02/2011
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Tecnologico
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Il tre volte premio Oscar James Cameron è il produttore esecutivo di “Sanctum 3D”, che dopo “Avatar” si immerge in una storia avventurosa all’interno di caverne sottomarine.
Lo spettatore ha la sensazione di trovarsi di fronte a un film di Cameron, per la tecnologia utilizzata, la modalità di ripresa e per l’elemento che i personaggi si trovano a dover affrontare: l’acqua, dopo “The Abyss” e “Titanic”, aspetto molto caro al regista, che mette ancora una volta i vari personaggi non solo nell’acqua ma anche zuppi d’acqua.
La scelta di colui che avrebbe dovuto dirigere il film è ricaduta sull’emergente Alister Grierson, che ha esordito con “Kokoda” – film australiano di maggiore incasso nel 2006 in patria.
“Sanctum” racconta la storia di una squadra di speleologi, durante una spedizione a Papua (Nuova Guinea). Dopo aver raggiunto profondità molto elevate gli speleologi sono ora alla ricerca di uno sbocco verso l’oceano. Il finanziere Carl Hurley e la sua fidanzata Victoria si uniscono al gruppo per controllare i progressi che Frank McGuire ha fatto con la sua squadra.
L’arrivo di una tempesta tropicale non dà modo di uscire dall’unica apertura disponibile.
La squadra sarà costretta a trovare quello sbocco che ha tanto cercato se vorrà salvarsi. Dovranno affrontare una serie di ostacoli che li farà entrare nel panico, facendogli fare errori fatali.
Numerosi sono gli aspetti che regista e produttore hanno voluto mettere in evidenza. I due sceneggiatori Andrew Wight e John Gavin hanno realizzato un film basato su una storia vera, accaduta nel 1988 allo stesso Wight (rinomato speleologo) e a una spedizione di quindici persone, tutte sopravvissute.
Molto risalto si è dato al lato avventuroso della storia, mostrando dei luoghi pieni di insidie, ma affascinanti. Il tema portante è il rapporto padre/figlio, che prende forma, tra Frank e Josh.
Il figlio non comprende l’attaccamento morboso che ha il padre con questi luoghi, che gli fanno perdere di vista gli affetti che ha là fuori, nella realtà di tutti i giorni. Frank è un tipo chiuso, che si comporta sempre duramente con tutti, ma è Josh a risentirne di più. Durante quest’avventura estrema Josh imparerà a conoscere e comprendere suo padre e andarne orgoglioso.
Un altro tema che si è voluto sviscerare è stato quello di mettere degli individui in una situazione di forte stress psicologico e fisico e documentare le loro reazioni: da chi riesce a mantenere il sangue freddo e la razionalità facendo il bene comune a chi, preso dal panico, pensa solo alla propria salvezza o fa degli errori che gli costano la vita.
Unico personaggio fuori dal coro è Victoria, che fa tutt’altro nella vita e rappresenta lo sguardo dello spettatore, che come lei si addentra per la prima volta in quel mondo.
Per ciò che riguarda l’ambientazione le riprese sono state effettuate presso la Gold Coast di Queensland, in grotte situate nel sud dell’Australia, e al Villane Roadshow Studios, in cui è stata ricreata un’enorme cascata sotterranea.
La fotografia di Jules O’Loughlin conferisce un’atmosfera a tratti esotica e a tratti ostile.
Le musiche di David Hirschfelder sono molto espressive, avvolgenti e vibranti al momento più opportuno, facendo da punto di contatto tra lo spettatore e il mondo in cui viene catapultato.
Se a livello tecnico “Sanctum 3D” è apprezzabile, come pure l’ambientazione e il soggetto, si perde nel modo in cui sono raccontate le tematiche, i personaggi e nei dialoghi, a volte, stereotipati e improbabili, che fanno perdere allo spettatore l’illusione creata fino a quel momento. Le aspettative che riesce a creare vengono lentamente disattese ed è un peccato visto il potenziale espressivo. Rimane un film visivamente attraente.
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