The Beach
Titolo originale: The Beach
USA: 2000. Regia di: Danny Boyle
Genere: Avventura
Durata: 119'
Interpreti: Leonardo DiCaprio, Virginie Ledoyen, Tilda Swinton, Guillaume Canet, Hélène De Fougerolles, Robert Carlyle, Daniel York, Patcharawan Patarakijjanon, Somboon Phutaroth, Weeratham 'Norman' Wichairaksakui, Jak Boon, Peter Youngblood Hills, Jerry Swindall, Krongthong Thampradith, Abhijati 'Meuk' Jusakul, Sanya 'Gai' Cheunjit, Kaneung 'Nueng' Kenia
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale
dal: 2000
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Daria Castelfranchi
L'aggettivo ideale: Singolare
Scarica il Pressbook del film
The Beach su Facebook
Nonostante le critiche lo abbiano bollato come un mix di citazioni cinefile, fotografie di paesaggi esotici e cultura new age, The Beach è uno dei film cult di Danny Boyle.
Originariamente il protagonista doveva essere Ewan McGregor, compatriota del regista e suo attore feticcio fin dalla prima pellicola, ma a lui fu preferito Leonardo Di Caprio, volto di maggiore presa sul pubblico, che all’epoca stava entrando a far parte del firmamento di Hollywood.
Su un’isola paradisiaca, un gruppo di giovani ha trovato la felicità: l’isola in questione è Ko Phi Phi, situata in Thailandia, ed ha vissuto un boom in seguito all’uscita del film. In questo luogo, la cui esistenza deve rimanere un segreto, insieme alla comune sono presenti alcuni contadini che proteggono un enorme campo di marijuana e sono pronti ad uccidere qualsiasi invasore.
La storia di Richard comincia a Bangkok, dove decide di sperimentare tutto ciò che offre il paese, a cominciare dal bere sangue di serpente. Qui incontra Daffy, un personaggio folle, sapientemente interpretato da Robert Carlyle, altro attore feticcio di Boyle. Daffy possiede la mappa che conduce a quella che potrebbe essere definita una moderna isola che non c’è: un’isola dove tutto è possibile, dove risiede la vera felicità. E dove Richard si reca insieme a due giovani francesi conosciuti nel motel: Etienne e Francoise.
La regia di Boyle esplora in questa pellicola originali possibilità tecniche che di volta in volta acuiscono il significato di alcune sequenze. Come in Trainspotting, Boyle ricorre al fermo-immagine per presentare i personaggi. Ancora una volta, il suo film si fa portavoce della cultura britpop da lui omaggiata tramite la presenza dell’attrice Tilda Swinton, icona del cinema britannico, o per mezzo di brani di gruppi pop come le All Saints, la cui Pure Shores è rimasta per lungo tempo in vetta alla classifica della Gran Bretagna. Interessante la contrapposizione tra il caos di Bangkok e il sublime dell’isola, tema rintracciabile in tutta la cinematografia di Boyle.
Singolare anche la sequenza in cui Di Caprio si aggira per la giungla nelle vesti di moderno Mario Bros: metafora questa dello stesso film che sembra un videogame.
Tra autocitazioni e citazioni di Shining, Il cacciatore, Apocalypse Now e Lo squalo, The Beach mantiene comunque un buon ritmo sebbene la sceneggiatura si ritorca su se stessa, soprattutto nella seconda parte del film.
Ancora una volta, come in Trainspotting, il tema della dipendenza risulta forte e chiaro: qui non è dall’eroina ma dall’isola e dal segreto ad essa legato e l’intero film può essere letto come un’allucinazione e un viaggio nelle vene di un drogato.
Ma, è il caso di dirlo, il confronto tra Renton e Richard non sussiste. The Beach si è giocato tutto subito e alla fine, non è rimasto che un pugno di mosche.
|