Un ponte per Terabithia
USA: 2006. Regia di: Gabor Csupo Genere: Avventura Durata: 94'
Interpreti: Josh Hutcherson, Lauren Clinton, Zooey Deschanel, Bailee Madison, Robert Patrick
Recensione di: Piergiorgio Ravasio
Nel 1976 la scrittrice di talento Katherine Paterson, in seguito alla tragica morte di una cara amica di suo figlio, fu ispirata a scrivere "Un ponte per Terabithia", per cercare di aiutarlo a superare il lutto subito ad una così giovane età. Intenzionata, inizialmente, a scrivere una serie di fiabe per bambini, l'autrice finì invece per creare un universo incantato, popolato da creature mitologiche, che si fronteggiano in battaglie epiche tra il bene e il male. Pubblicato l'anno seguente in tutto il mondo, divenne uno dei testi scolastici più utilizzati nelle scuole, nonché uno dei libri maggiormente presenti nelle case americane.
Il cammino verso il grande schermo sembrava già tracciato. Ed è così che Walden Media (che già aveva curato l'adattamento per lo schermo di "Il mio amico a quattro zampe" e "Le cronache di Narnia") e Walt Disney Pictures giungono a presentarci questa incantevole storia di avventura, coraggio, profonda amicizia, perdita e immaginazione.
La storia raccontata, in parte, in maniera fantastica, vede per protagonista il giovane Jess: un ragazzino di 11 anni il cui sogno di diventare il corridore più veloce della sua categoria viene infranto dalla nuova arrivata della scuola, che vince la gara riservata ai maschi.
La nuova compagna di classe, che si chiama Leslie, diviene presto la sua unica e migliore amica. Grazie a lei Jess vedrà aprirsi un mondo magico e immaginario nella terra di Terabithia, che gli cambierà per sempre la propria vita.
Il freddo incontro tra i due ragazzi cede presto il passo ad una profondo affiatamento, anche perchè entrambi trovano reciprocamente aiuto e conforto contro il bullismo e l'emarginazione di cui sono vittime a scuola.
Uno ama disegnare e l'altra raccontare storie fantastiche. Insieme daranno vita al regno segreto di Terabithia: un mondo di fantastiche creature, palazzi e bellissime foreste incantate.
Al termine della proiezione ciò che più coinvolge ed emoziona, nell'arco dei novanta minuti di durata, è la completa assenza di frivolezza e scarsa profondità tematica facilmente diffuse in pellicole di questo filone.
Il film ha il pregio di comunicare con i ragazzi in modo molto reale e diretto. Parla della loro realtà, dei loro problemi, del rapporto con i genitori e, argomento assai delicato, dell'elaborazione del lutto.
Addentrandosi in questo universo i due adolescenti acquisiscono grandi poteri, imparano ad affrontare le sfide delle loro vite, riescono a vedere il loro mondo in prospettiva.
Emarginati sia in ambito scolastico che all'interno delle mura domestiche (due genitori alle prese con difficoltà finanziarie e altri due intellettuali, consumati dalla loro stessa creatività) Jess e Leslie non riescono ad ottenere l'attenzione che vorrebbero.
Ecco spiegata la loro profonda ed intima amicizia e questo grande mondo immaginario che li accomuna.
Una foresta che, alla fine, altro non è che la scappatoia in cui le loro esperienze di vita reale si manifestano attraverso le loro stesse creazioni.
L'ottimo risultato di questo lavoro è certamente merito dell'eminente regista di film animati Gabor Csupo (che debutta nella regia cinematografica proprio con questa opera prima). La sua vivida creatività, orientata alla fantasia, il suo charme fiabesco, la sua immaginazione visiva ed una certa sensibilità nei riguardi dei bambini e della loro immaginazione, conferiscono uno stile distintivo al racconto.
Un perfetto equilibrio tra storia reale e mondo fantastico, nel quale i bambini cercano di superare le loro vite spesso problematiche.
L'entrare nel mondo di Terabithia assurge così a fuga dalle difficoltà della vita quotidiana; a quei momenti in cui si lascia libera la propria immaginazione e si cerca di affrontare i problemi della vita; all'unico modo per proteggere i propri sentimenti e il vincolo dell'amicizia.
In ultima analisi, potremmo dire, il ponte diviene una metafora: il punto di unione tra la vita reale e il mondo fantastico.
Terabithia soddisfa le aspettative dell'immaginario dello spettatore; trasporta veramente il pubblico in una dimensione anche magica ma, più di ogni altra cosa, profonda ed interiore.
Ma soprattutto è un film meraviglioso che riesce a commuovere e a toccare il cuore del pubblico.
Terabithia: quel mondo fiabesco, suggestivo ed immaginario ma a volte anche l'incomparabile regno nel quale rintanarsi per trovare in noi stessi il vigore e l'energia per riprendere coraggio.
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