Titolo: 47 Ronin
Titolo originale: 47 Ronin
USA: 2013. Regia di: Carl Rinsch Genere: Azione Durata: 118'
Interpreti: Rinko Kikuchi, Keanu Reeves, Hiroyuki Sanada, Rick Genest, Kô Shibasaki, Cary-Hiroyuki Tagawa, Tadanobu Asano, Haruka Abe, Yorick van Wageningen, Togo Igawa, Yuriri Naka, Jin Akanishi, Shihoko Nagai, Akira Koieyama, Tomoko Komura, Chillie Mo, Aaron Ly, Brian Hirono, Derek Siow
Sito web ufficiale: www.47ronin.jp
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 13/03/2014
Voto: 5
Trailer
Recensione di: Dario Carta
L'aggettivo ideale: Fuori luogo
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Chi avesse un minimo di dimestichezza con la tradizione popolare giapponese,ricorda quanto la Via del Samurai,il Bushido,sia la linfa della storia di un popolo che da sempre ha costruito sul senso dell'onore i suoi costumi e la propria cultura.
E' uno spazio immenso quello riservato alle leggende,al folklore e ai miti tramandati per via orale e scritta attraverso secoli di eco riportate da sempre in forma di rappresentazioni teatrali,racconti tradizionali e agiografici,dove fantasia e fatti storici si mescolano in formule di drammi,libri o,in questa epoca,sceneggiati e film.
Tra gli innumerevoli canti di una gloriosa tradizione,la storia dei 47 Ronin è quella più nota e tradotta oltre i confini del Paese.
La vicenda è fra le più celebrate dell'epopea dei grandi guerrieri e a tutt'oggi incarna la profonda spiritualità del Bushido nelle figure mitiche di uomini diventati oggetto di vero e proprio culto da un popolo che ogni anno omaggia portando fiori sulle loro tombe,in ricordo del loro sacrificio.
I 47 Ronin furono un gruppo di samurai al servizio di Asano Naganori nel 1701,potente signore di un clan della provincia di Harima,che fu scelto dallo Shogun per essere inviato alla corte di Kyoto in visita alla famiglia imperiale.
Per assisterlo nel compito,gli venne affiancato il maesto di protocollo Kira,ma tra i due uomini non ci fu mai intesa.
Un ennesimo insulto da parte di Kira spinse Asano a colpire il maesto di cerimonia,gesto imperdonabile nella dimora dello Shogun.
Asano fu così costretto a commettere seppuku per salvare il proprio onore e riabilitare il proprio nome.
Il gruppo di samurai al suo servizio,diventati ormai Ronin,uomini-onda,guerrieri senza padrone,samurai sbandati e decaduti,organizzarono,al comando del loro maestro Oishi,un piano di vendetta per riscattare il loro signore e si dispersero ognuno per la propria strada per due anni, facendosi passare per uomini ormai abbandonati e sè stessi e senza dignità.
Nel dicembre del 1702 quarantasette di questi combattenti si riunirono per mettere in atto la vendetta ed attaccarono il palazzo di Kira,che fu catturato ed ucciso.
Il gesto fu nobile e leale,in accordo con le leggi dei samurai ed il codice dell'onore,ma il governo emise la sentenza nei confronti dei guerrieri,che furono costretti a compiere seppuku,entrando nella leggenda.
Ma il bagno di sangue in cui si conclude questa vicenda è ben diverso da quello in cui è annegata la Universal,vittima di un Hara-Kiri commerciale e scriteriato che ha lasciato gli Studios nel profondo rosso di un deficit finanziario che ha messo in ginocchio la major.
Da una stesura iniziale di Chris Morgan,autore di cinque dei sette "Fast & Furious",lo script passò di mano in mano,subendo infinite modifiche,senza peraltro riuscire,alla fine,a dare al lavoro un'identità propria ed un senso compiuto.
Contrastato dagli Studios nelle sue intenzioni di dare al film un respiro più orientale,il regista Carl Rinsch si perde subito in un pastiche a mezz'aria fra la Terra di Mezzo e un'avventura digitale ambientata nel Giappone del 1700.
Nonostante le modifiche di Hossein Amini ("Drive","Biancaneve e il cacciatore"),chiamato a rivedere la sceneggiatura e ritratteggiare i personaggi,risultarono subito evidenti sia le difficoltà linguistiche degli attori giapponesi,impegolati in un inglese stentato ed approssimativo,sia la figura fuori luogo e fuori ruolo di Reeves,per nulla integrata nella storia.
Tra mostri in CGI e sceneggiate da corosello circense,"47 Ronin" non è che una bugia della reale vicenda e maschera la tipica configurazione del clamoroso inciampo di cinema ambizioso e sciocco,tanto saturo di straabusate finzioni sceniche,quanto vuoto di qualsiasi significato e valenza artistica.
Lo sconclusionato guazzabuglio di acrobazie ludiche annaspa asmatico in una defaillance comunicativa,dove pathos,pietas e linguaggio vengono a mancare del tutto,lasciando il posto alla messa in scena di un desolante fantasy tanto altezzoso quanto grottesco.
"47 Ronin" fa acqua in ogni suo comparto,dalle solennità artificiose,ai posticci sfarzi scenici,alle artefatte sequenze degli scontri,alle affettate scene d'amore,agli scontri con surreali mostri da giostra per bambini.
Nulla riesce a trovare alcun aggancio nelle emozioni o nei sensi della partecipazione o condivisione.
Innaturali e antiintuitivi,i dialoghi in un inglese stentato cuciti su ogni sequenza del film,sono stridenti e inspiegabili fra persone che potrebbero comunicare fra loro nella propria lingua madre.
Streghe,complotti,incantesimi,mostri,spiriti e fantasmi popolano un palcoscenico di un cinema manipolato e insincero dove in nulla viene riflessa la luce solenne della tradizione e dell'eroismo.
Il lacrimoso e scontato epilogo del film conferma l'identità goffa e deludente di un lavoro che forse può far sorridere di uggia,ma che certamente incarna il fascino assurdo della banalità del cinema fasullo e grossolano.
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