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Titolo: '71
Titolo originale: '71
Regno Unito 2014 Regia di: Yann Demange Genere: Azione Durata: 100'
Interpreti: Jack O'Connell, Sean Harris, Paul Anderson, Sam Reid, Charlie Murphy, Sam Hazeldine, Martin McCann, David Wilmot, Valene Kane, Killian Scott
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 09/07/2015
Voto: 7
Recensione di: Domenico Astuti
L'aggettivo ideale: Duro
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71 è uno di quei film potenti che lasciano senza fiato lo spettatore. Diretto e recitato con forza ed energia, non dà scampo e si ascrive a quel cinema indipendente anglofono senza concessioni che ci rammenta un altro film, Bloody Sunday ( scritto e diretto da Paul Greengrass nel 2002 ), film che vanno sicuramente oltre al Cinema contiguo dei Jim Sheridan ( Nel nome del padre, 1993 ), Neil Jordan ( La moglie del soldato, 1992 ) o Ken Loach ( Il vento che accarezza l'erba, 2006 ).
E’ un film quasi perfetto tecnicamente e sembra rimanere fedele ai terribili fatti che racconta, conservando un ritmo originale e avvincente degno del miglior film d’azione; se una critica si può fare è di tipo politico, non si dovrebbero raccontare dei fatti tragici contemporanei senza contestualizzarli: come se lo spettatore dovesse sapere abbastanza di cosa è stata la lotta disperata e sconvolgente del popolo irlandese contro l’occupazione inglese, degli orrori che ne sono conseguiti da entrambe le parti, delle cause e degli effetti che si sono prodotti.
O, peggio ancora, scegliere di prendere le distanze tra chi ha diritti e chi li nega come fossero due facce della stessa medaglia ( bisognerebbe che tutti i registi che si approcciano a tali tematiche andassero a scuola de La Battaglia d’Algeri di Pontecorvo ).
E poi la recluta Gary Hook è così ignara di tutto che sembra un po’ come se venisse da un altro mondo e non sapesse trarne delle conseguenze di ciò che gli capita.
Siamo nel 1971, in uno dei tanti tragici momenti della guerra tra cattolici e protestanti nell’Irlanda del Nord. Gary Hook è una recluta dell’esercito inglese, invece di essere mandato fuori dl suo Paese viene inviato a Belfast. Lì gli scontri sono quotidiani, c’è un odio sedimentato da secoli verso gli Inglesi e il suo esercito occupante ( pensate come è drammaticamente ridicola la Storia: il re Enrico VIII° nel 1532 pur di separarsi dalla prima moglie cattolica Caterina d’Aragona e sposarsi con Anna Bolena farà lo Scisma Anglicano nel bel mezzo della rivolta luterana e quindi con la Pace di Augusta ci sarà l'obbligo per i sudditi di seguire la confessione religiosa del proprio sovrano, gli irlandesi sarebbero dovuti diventare protestanti cosa che non hanno mai accettato de quindi la ribellione nei secoli )
Per Gary i buoni e i cattivi dovrebbero essere ben definiti, i Protestanti ' amici ' da una parte e i Cattolici ' nemici ' dall'altra, ma come è normale nella vita non manichea ci sono ufficiali inglesi che fanno per loro tornaconto il doppio gioco e così anche all’interno dell’Ira ci sono oramai due fazioni quella degli anziani un po’ equivoca e quella dei giovani duri e puri che non accettano più di essere comandati.
Gary si trova immediatamente coinvolto nella rivolta e durante una perquisizione in un quartiere cattolico perde il contatto con gli altri soldati assieme ad un commilitone, mentre l’altro è immediatamente ucciso da un giovane dell’Ira, lui riuscirà fortunatamente a scappare e nascondersi in un cesso pubblico e da qui inizia la sua notte di passione per riuscire a sopravvivere a cattolici che lo cercano per ucciderlo e a un gruppetto di ufficiali inglesi che vorrebbero ueliminarlo perché involontariamente ha visto che preparavano un attentato per far incolpare l’Ira…
Un certo tipo di Cinema britannico si è interessato a questa terribile guerra civile ( Il durissimo film Shame del 2011 di Steve McQueen è l’ultimo della serie ), sono stati girati film importanti ed essenziali ma sembrano tutti pezzi di un puzzle non ancora montato, non c’è ancora stato un film completo e complessivo di questa guerra civile che fino a pochi anni fa ha tenuto, non solo l’Europa, in forte preoccupazione.
Un po’ come se tutti i registi si fossero avvicinati troppo a fatti specifici senza prenderne le distanze per raccontare questa guerra nel complesso. Forse servirebbe un Pontecorvo o un Oliver Stone.
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