Titolo: A Hero Never Dies
Titolo originale: Chan sam ying hung
Hong Kong: 1998. Regia di: Johnnie To
Genere: Azione
Durata: 86'
Interpreti: Leon Lai, Ching Wan Lau, Fiona Leung, Yo Yo Mung, Fong Ping, Sai Koon Yam, Keiji Sato, Lam Michael, Bun Yuen, Cheung Ping
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: Inedito in dvd
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Crepuscolare
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“A Hero Never Dies” è il film con cui Johnny To ha inaugurato la solida amicizia con l’Udine Far East Film Festival, presentandolo alla prima edizione nel 1999 e vincendo l’Audience Award. Da allora sono molteplici le volte in cui i suoi film hanno partecipato alla manifestazione - quest’anno sarà presentato l’atteso “Romancing in Thin Air”.
Con “A Hero Never Dies” To mette in piedi un film crepuscolare, dal sapore western e dallo stile molto accentuato, con una sottile ironia che lo pervade.
Vi si racconta la lotta tra due boss rivali attraverso i rispettivi bracci destri: Martin e Jack, impeccabili nel loro lavoro.
I due si rispettano, ma lo scontro è inevitabile.
Quando i boss si alleano, decidono di eliminare i due killer, diventati oramai scomodi. Martin e Jack non sono però dello stesso avviso.
Il film è costituito da due parti ben distinte: nella prima lo spettatore si imbatte in un duello continuo tra i due protagonisti.
La disputa si apre con un botta e risposta al telefono (per mezzo di un mediatore, che rende la scena molto divertente), poi uno scontro frontale in macchina, si prosegue con un confronto tra bicchieri di vino rotti con una monetina in un bar, per arrivare al duello vero e proprio con le pistole.
Nella seconda parte quella descritta da To è una discesa agli inferi, senza dimenticare mai delle venature romantiche.
Entrambi i nostri eroi vengono feriti gravemente, fisicamente, ma soprattutto nello spirito. Martin sembra abbandonarsi al suo destino, lasciandosi risucchiare dallo sconforto, Jack rinuncia alla vendetta, cercando di condurre una vita tranquilla.
In questa pellicola To esalta l’ineluttabilità del destino, che detta regole inesorabili, contro le quali è inutile opporsi.
Legato a questo aspetto è il pessimismo di fondo che accompagna le azioni dei personaggi.
Ciò che caratterizza il film è l’atmosfera rarefatta, i colori delle luci al neon e l’alternanza tra cromie fredde e calde all’interno di una stessa sequenza.
Il regista racconta una Hong Kong spesso in notturna, avvalendosi poco o niente della luce artificiale, per creare il tono del film. Quando inserisce Martin e Jack all’interno del bar (altro protagonista) sembra porli in un universo parallelo, si ha l’impressione, data dalle luci e dalla musica, di trovarsi in un altrove insieme a loro.
Si è spettatori affascinati dal loro carisma e, come il barman, si è messi nella posizione di non poter scegliere chi dei due sia il migliore (vino/eroe).
I capi fanno e disfano a loro piacimento ogni cosa li circondi, considerando le persone che lavorano per loro alla stregua di pedine intercambiabili.
Quando però due di loro non ci stanno a essere manovrate, la battaglia si accende e Johnny To dà il via a una resurrezione dell’eroe non una ma ben due volte, che fa tremare gli avversari, suggerendo il titolo: ‘un eroe non muore mai’.
Nello scontro finale la miriade di schegge di vetro che volano come petali intorno a Martin e il leitmotiv presente in più occasioni nel racconto portano avanti l’aspetto romantico, che To adotta fin dall’inizio, mostrando l’amore delle ragazze dei nostri con gesti significativi.
Per Johnny To la musica ricopre un’importanza fondamentale, dichiarando che l’idea che sta alla base della pellicola ha avuto origine dalla canzone giapponese ‘Sukiyaki’. Il cineasta ha espresso l’umore della canzone dentro il film.
“A Hero Never Dies” è un film in cui l’azione si mescola al dramma e ha un tocco di romanticismo che insieme ad una fotografia curata, alla bella interpretazione degli attori e, naturalmente, a un’abile regia merita una visione tutt’altro che superficiale.
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