Titolo: Fire of Conscience
Titolo originale: For Lung
Hong Kong: 2010. Regia di: Dante Lam
Genere: Azione
Durata: 102'
Interpreti: Leon Lai, Richie Ren, Wang Baoqiang, Vivian Hsu, Liu Kai-Chi, Michelle Ye, Charles Ying, Wilfred Lau
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: Inedito in dvd
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Elettrizzante
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Negli ultimi anni Dante Lam si è concentrato sull’action movie poliziesco riscuotendo eccellenti risultati e aumentando maggiormente la sua fama.
I suoi film hanno il fuoco dentro, “The Beast Stalker” (2008) è ritenuto il film per eccellenza di Lam, “Fire of Conscience” (2010) segue la stessa linea.
Il titolo originale cinese tradotto è ‘Fire of Dragon’ e si riferisce, come ha spiegato Lam, alla tradizionale danza del Fuoco del Dragone.
Questa danza viene fatta per allontanare le pestilenze, gli hongkonghesi credono che nell’animo di ogni essere umano alberghi una pestilenza che deve essere espulsa. Questa festa è mostrata nella parte conclusiva del film e si riferisce alla forza che libera i protagonisti dal male che custodiscono nel cuore. Entrambi, ma per motivi diversi, infatti trattengono una rabbia, un desiderio di rivalsa, un rancore che li corrode lentamente.
Una prostituta viene assassinata e ad indagare sul caso è chiamato il detective Manfred, in lutto per la moglie uccisa da un scippatore.
Lo affiancherà l’ispettore Kee, che fin dall’inizio dimostra un interesse particolare sul caso.
Durante le indagini i due poliziotti intercettano dei criminali, che sembrano legati all’omicidio. Manfred scoprirà più di quanto cercava.
Il film inizia con delle splendide immagini di una serie di azioni congelate, in mezzo alle quali la macchina da presa avanza. Già questi pochi minuti valgono la visione di “Fire of Conscience”.
Per prima cosa Dante Lam sottolinea alcuni aspetti della natura umana, condivisibili in ogni parte del mondo.
Mette in evidenza dei poliziotti corrotti, che muovono le pedine sotto di loro come fossero ad una partita a scacchi. Kee sembra essere spinto da una ragione legata alla sua fidanzata che va oltre il semplice accumulo di denaro, eppure porta avanti l’operazione criminale, a cui partecipa, perché è rimasto al verde.
Dante Lam e lo sceneggiatore Jack Ng hanno purtroppo un po’ tralasciato la profondità dei personaggi principali, che non sono così curati come è nelle loro corde fare. Inoltre hanno inserito diverse storie correlate, che però vengono lasciate a metà.
Della fidanzata di Kee, per esempio, si può solo supporre quale passato abbia spinto l’ispettore a fare determinate scelte, ma non è dato sapere di cosa si tratti.
Ciò che invece ha una potenza catturante sono le scene d’azione, in cui tutti danno il meglio di sé dagli attori al montaggio, all’angolazione delle inquadrature.
Lam non vuole semplicemente intrattenere lo spettatore, vuole fargli vivere un’esperienza elettrizzante e che lo tenga concentrato fino all’epilogo. Viene utilizzata spesso la macchina a mano, per conferire maggior movimento all’immagine e dare quella sollecitazione agli inseguimenti tanto amati. I personaggi corrono, inseguitori e fuggitivi, tra le strade affollate di gente e nel traffico in perfetta simbiosi con la macchina da presa. Leon Lai (Manfred) e Richie Ren (Kee) sono all’altezza della situazione, rispecchiando quel senso di inappagamento dei rispettivi personaggi. Come afferma Kee - loro sono uguali, anche Manfred ha un malessere pronto a esplodere.
Di questo ne è convinto il regista, che lascia la decisione finale di espellerlo al singolo, ognuno a modo proprio. Manfred corre verso il suo futuro e correndo vuole lasciare dietro di sé il suo desiderio di vendetta. Dante Lam conferma la sua bravura nel regalare al pubblico una serie incessante di emozioni.
La collana Far East Film continua a sfornare titoli avvincenti in Dvd e Blu-ray e i contenuti extra non mancano.
In “Fire of Conscience” c’è un’intervista a Dante Lam e agli attori Leon Lai e Richie Ren, tra gli altri.
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