Il Cavaliere
Oscuro
Titolo originale: The Dark Knight
USA: 2008 Regia
di: Christopher Nolan Genere: Azione Durata: 152'
Interpreti: Christian
Bale, Heath Ledger, Gary Oldman,Michael Caine, Morgan Freeman, Maggie
Gyllenhaal, Aaron Eckhart, Eric Roberts
Sito web: www.thedarkknight.warnerbros.com
Nelle sale dal:
23/07/2008
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Gianluca Frappampina
L'aggettivo ideale: Camaleontico
Il crimine organizzato imperversa ancora nelle strade di Gotham City nonostante il duro colpo inferto alla famiglia mafiosa dei Falcone durante il prequel, Batman Begins.
Mentre la città, con l’aiuto di Batman, rialzava il capo dopo averlo tenuto basso a lungo davanti al regime del terrore imposto dalla delinquenza e dalla corruzione, un nuovo temibile nemico semina il panico.
Il joker, nemico per antonomasia dell’uomo pipistrello, soddisfa la sua insana fame di terrore e tenta di costringere il paladino della giustizia a calare la maschera. “certi uomini vogliono solo veder bruciare il mondo”, dirà Alfred.
Trasposizione cinematografica che segue quella degli anni 80-90 di Tim Burton, Christopher Nolan disegna col fratello Jonathan un Batman meno perfetto, più umano dei precedenti moralmente impeccabili con o senza la maschera. Nolan sgomita fra i grandi del cinema e mette a segno un altro bel colpo dopo Memento, Insomnia, The Prestige e Batman Begins.
Heath Ledger è il fiore all’occhiello di una pellicola ben riuscita. Il miglior Joker, capace di mettere in ombra anche un inarrivabile come Jack Nicholson, lo psicopatico clown della versione targata Burton.
Crudele, feroce, scevro da qualsiasi sentimento umano quali compassione o perdono.
Terrificante e senza limiti come potrebbe esserlo solo chi non ha valori o interessi salvo quello di far regnare il caos per raccapricciante divertimento.
Trucco sbavato, passo irregolare e ciondolante. La lingua passa nervosamente sulle labbra al termine di ogni frase enfatizzando una sorta di malsano gusto per la perfidia delle sue stesse parole.
Ledger più che interpretare Joker pare esserlo e forse non è un caso la sua morte poco tempo dopo la conclusione delle riprese che sembra sia stato in buona parte causato dagli sforzi compiuti per calarsi nella parte acquisendo la mole più ampia possibile di dettagli e informazioni utili a rendere la sua interpretazione più spaventosa, arrivando a dormire non più di due ore a notte e costretto ad assumere calmanti e sonniferi per far cessare frenetici pensieri.
Assuefatto, forse addirittura posseduto dalla parte, ottiene, ma non vive abbastanza da vederlo, l’Oscar come miglior attore non protagonista.
Tanto sforzo recitativo relega nell’ombra un intramontabile Morgan Freeman, che ovunque lo si metta ottiene eccellenti risultati, e in parte anche Bale, eroe di Gotham City che per il momento resta più apprezzato per le doti di prestigiatore (The Prestige) piuttosto che per il mantello nero.
Un camaleontico Aaron Eckhart ha invece proposto positivamente la storia di Harvey Dent, prima paladino di Gotham City nelle aule di tribunale e dietro la scrivania, lasciando cazzotti e salti nel vuoto all’uomo pipistrello, poi nei panni del temibile due facce dopo un tragico incidente causato dalla follia del Joker.
La morte di Rachel, interpretata da Maggie Gyllenhaal e non più dall’opaca Katie Holmes del primo capitolo, è la molla che fa scattare la svolta di Harvey. Tutti i valori in cui credeva e per cui ha lottato, sprofondano come un castello di carte.
Cede al lato oscuro, pur conservando piccole tracce di umanità tuttavia occultate e rese inservibili dalle decisioni del destino che opera nelle sue mani attraverso una moneta. Testa o croce, vita o morte. Nessun ripensamento, nessun favore.
Harvey si proclama arma del fato, quasi a scaricare la responsabilità delle azioni che compie. Il risultato che erompe dalle pagine dei fumetti di Bob Kane è avvincente.
Il fine ultimo della pace e del benessere è perseguito con devozione a costo di sacrificare il lieto fine.
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