Il destino di un guerriero - Alatriste
Spagna: 2006. Regia di: Agustín Díaz Yanes Genere: Azione Durata: 140'
Interpreti: Viggo Mortensen, Elena Anaya, Carlos Bardem, Pilar Bardem, Nicolás Belmonte, Javier Cámara, Jesús Castejón, Eduardo Noriega
Sito web: www.alatristelapelicula.com
Voto: 5
Recensione di: Sara Sagrati
"Non era né il più virtuoso degli uomini, né il più devoto, ma il suo tratto caratteristico era il coraggio. E il suo nome era Diego Alatriste”. Questo l'inizio del film e la descrizione di un personaggio che in Spagna è già un classico. Il Destino di un Guerriero narra le gesta di un soldato mercenario, onesto e forte, protagonista di una serie di romanzi scritti da Arturo Pérez-Reverte. Alatriste è stato un campione d'incassi della stagione cinematografica iberica, ha ottenuto 15 candidature ai premi Goya (gli oscar spagnoli) vincendo ben 3 statuette. Una produzione faraonica e un cast stellare, tra cui il divo Viggo Mortesen, che recita in un perfetto spagnolo grazie alle sue origini argentine, e l'italiano Enrico Lo Verso. Un successo annunciato? Forsa si, ma probabilmente solo sul mercato casalingo, perchè Il Destino di un guerriero non può certo considerarsi un film riuscito. Lungo, prolisso, dialoghi al limite del ridicolo e personaggi mal delineati. Ben 4 libri di Pérez-Reverte e 25 anni di storia spagnola condensati in due ore e diciassette minuti. Ambizioso? Decisamente, ma anche una possibile operazione commerciale astuta. L'impressione è quella di aver assistito ad una fiction da prima serata in due puntate a cui sono state tagliate delle scene per poter puntare anche ad una distribuzione cinematografica, così da lanciare al meglio la trasmissione televisiva. Un'impressione sostenuta anche dalla presenza di Telecinco tra i produttori.
Il Destino di un Guerriero punta a sbalordire lo spettatore attraverso una ricostruzione accurata della Spagna del 1600. I costumi sono belli e il continuo rimando ai quadri di Velazquez e ai versi di Quevedo e Gòngora dimostrano la volontà di dare una versione lirica e ispirata del periodo imperiale, nonchè le motivazioni storiche del suo decadimento.
L'intenzione è decisamente ammirevole, ma il risultato è deludente. La storia, è troppo frammentata e la regia indugia spesso nella costruzione di una messa in scena pittorica dimenticando di dare vita alle figure.
I personaggi di contorno non sono presentati adeguatamente e spesso ci si perde nel cercare di seguire intricati intrighi di corte, orditi da nomi e volti a cui ancora non si è dato un posto nella memoria a breve termine.
Spesso le storie non vengono chiuse e si resta in sospeso nell'attesa di scoprire il bandolo della matassa, fino a quando il sovratitolo "5 anni dopo" fa perdere ogni speranza di dare un senso ad alcune situazioni.
Il finale sembra non arrivare mai e il bel capitano coraggioso viene ferito così tante volte da farci immaginare che i medici di allora potessero disporre di penicellina e sale chirurgiche sterili.
Unica nota positiva è la presenza di Viggo Mortensen che ha la faccia giusta e dona spessore drammatico al suo Diego Alatriste, riuscendo a caratterizzarlo di una fiera tristezza seducente e assolutamente in linea con le pagine di Perez-Reverte.
Dispiace dover sottolineare la pessima prova di Enrico Lo Verso che indossa svogliatamente il mantello del cattivo Malatesta.
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