Titolo: Roaring Currents
Titolo originale: Myeongryang - Huiori Bada
Corea: 2014. Regia di: Kim Han-min Genere: Azione Durata: 128'
Interpreti: Choi Min-sik, Ryoo Seung-ryong, Cho Jin-woon, Jin Goo, Lee Jung-hyun, Kim Myung-gon
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Nelle sale dal: Inedito Florence Korea Film Fest 2015
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Nicola Picchi
L'aggettivo ideale: Strategico
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Kim Han-min sembra nutrire una spiccata predilezione per le invasioni. Dopo quella dei Qing di "War of the Arrows" (2011), torna indietro di qualche decennio e passa alla seconda invasione giapponese del 1597, fortemente voluta da un Toyotomi Hideyoshi già in fin di vita. Questa volta però, ad ergersi contro gli eserciti nemici troviamo un eroe nazionale coreano: l'Ammiraglio Yi Sun-shin, il quale inflisse innumerevoli sconfitte alla flotta nipponica tra il 1592 e il 1598. Considerato uno dei migliori comandanti navali di tutti i tempi ed eccelso tattico e stratega, egli morì imbattuto, colpito da una pallottola d'archibugio durante la battaglia di Noryang. Il personaggio è commemorato da due monumenti, uno a Seoul e uno a Busan, e gli sono stati dedicati una serie televisiva e tre lungometraggi, rispettivamente del 1962, del 1971 e del 1977.
La prima mossa vincente di Kim Han-min è quella di affidare il ruolo del protagonista a Choi Min-sik, attore il cui carisma e la cui massiccia fisicità ben si attagliano alle caratteristiche di Yin Sun-shin, baluardo inamovibile a difesa della nazione coreana.
La seconda è averlo colto nella sua ora più buia. Avendo subodorato gli intrighi delle spie giapponesi, Yin rifiutò di obbedire a un ordine del sovrano e venne accusato di tradimento e sottoposto a tortura. Stava per essere messo a morte quando, grazie all'intercessione di alcuni ministri a lui favorevoli, fu liberato e degradato a soldato semplice.
Dopo la disastrosa sconfitta del suo successore Won Gyun nella battaglia di Chilchonryang, che condusse all'annientamento della maggior parte della flotta coreana, Yin fu richiamato in servizio dal Re Seonjo, il quale gli restituì il suo grado.
E proprio qui inizia "Roaring Currents", film che ha polverizzato tutti i record di incassi stracciando "The Host" e "The Thieves", in un'annata già ricca di film ambientati durante la dinastia Joseon, da "Kundo: Age of the Rampant" a "The Fatal Encounter" di Lee Jae-gyu, fino allo scanzonato "The Pirates" di Lee Seok-hoon. Le ragioni del successo non sono difficili da capire: un eroe leggendario e integerrimo, un attore assai amato, una buona dose di orgoglio nazionalista e una narrazione tonitruante che aspira all'epica, focalizzata sulla più strabiliante vittoria di Yin Sun-shin.
Nell'ottobre del 1597, infatti, l'Ammiraglio affrontò con sole 12 navi la flotta giapponese, la quale ne contava più di 300. Grazie alla sua conoscenza delle coste della penisola, egli attirò in trappola gli avversari nello stretto di Myeongryang, dove il peculiare flusso e riflusso delle maree creavano gorghi violentissimi, che impedirono alle navi nemiche di manovrare liberamente. Grazie a questa strategia, egli inflisse ai giapponesi l'ennesima débacle, uccidendo nel corso della battaglia il temuto Kurushima, inviato sul posto direttamente da Toyotomi per risolvere la questione.
Nel suo approccio a un personaggio così iconico, Kim Han-min non si può certo permettere ardite digressioni, nè indulgere in analisi psicologiche. Yi Sun-shin è già il monumento di se stesso. Coraggio, patriottismo, dirittura morale e fedeltà non gli sono mai venuti meno, malgrado una salute declinante a causa delle torture subite. Egli sa che l'arma più potente a sua disposizione è la paura che incute ai suoi nemici, ma anche quella che riesce a suscitare nei suoi uomini.
Un sentimento che, come spiega al figlio Lee-hwi, in determinate circostanze può tramutarsi in coraggio. Kim lo inquadra di conseguenza, sottolineandone la natura quasi non umana, baluardo simbolico che arriva ad ancorare la propria nave davanti alla flotta nemica. I giapponesi, peraltro interpretati da attori coreani, eccellono invece in quello che sanno fare meglio, ovvero esercitarsi al tiro a segno sui bambini dei villaggi conquistati o far recapitare ai coreani barche piene di teste mozzate.
Del resto la loro natura dèmonica è ben esplicitata dall'armatura di Kurushima, il quale intende conquistare Seoul e assumere il potere alla morte di Toyotomi.
Visto che dal punto di vista della sceneggiatura non ci si possono attendere grandi cose, converrà focalizzarsi sulla ricostruzione della battaglia di Myeongryang. Kim Han-min innanzitutto piazza sulla scogliera una folla che assiste allo svolgersi degli eventi, folla che possiamo tranquillamente assimilare allo spettatore cinematografico, pronta a disperarsi nei momenti critici o a gioire per la vittoria. Stabilito in questo modo un legame tra il popolo e l'eroe, può tuffarsi a capofitto nel centro della battaglia, magnificamente ricostruita con l'uso accorto di modellini e sequenze in CGI. Che Kim fosse abilissimo a orchestrare le scene d'azione si era già compreso in "War of the Arrows", e in "Roaring Currents" si sbizzarisce al suo meglio, tra soggettive di palle di cannone e volteggi della macchina da presa, che plana instancabile sopra il sanguinoso carnaio degli arrembaggi. Sostenuto dalla robusta partitura orchestrale di Kim Tae-seong, Kim riesce nell'impresa di essere epico senza sfociare nella retorica e questo, indubbiamente, è già un buon risultato.
Sia Choi Min-sik che il film hanno ottenuto due premi agli ultimi Daejong Film Awards e, visto il successo al botteghino, sembra che il regista abbia in progetto di girarne due seguiti. Lo spirito dell'Ammiraglio Yin Sun-shin, insomma, può certamente ritenersi soddisfatto.
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