Titolo: The Equalizer - Il Vendicatore
Titolo originale: The Equalizer
U.S.A.: 2014. Regia di: Antoine Fuqua Genere: Azione Durata: 131'
Interpreti: Denzel Washington, Marton Csokas, Chloë Grace Moretz, David
Harbour, Bill Pullman, Melissa Leo, Dan Bilzerian, Haley Bennett,
Vladimir Kulich, Johnny Messner, Robert Wahlberg, Meredith Prunty,
Chanty Sok, David Meunier, Tait Fletcher
Sito web ufficiale: www.equalizerthemovie.com
Sito web italiano: www.warnerbros.it/speciali/theequalizer/website
Nelle sale dal: 09/10/2014
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Domenico Astuti
L'aggettivo ideale: Gran Guignol!
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Un vero peccato aver realizzato un film dalla regia elegante, quasi autorale,
con un Denzel Washington in buono spolvero e una storia action leggera e
piacevole per tutti i palati.
Un peccato perché tanta professionalità è stata
utilizzata per una storia sinceramente scombiccherata e senza una linea d’ombra
ben decisa.
Una storia che rischia di infilarsi e impantanarsi tra Il
giustiziere della notte e il primo Rambo. Una storia in cui un certo McCall,
una macchina da guerra perfetta, un equalizer - uno che vuole ristabilire
l'equilibrio di legalità e giustizia dove è stato alterato –, ex agente della
Cia oramai fattosi credere morto da tutti, sbaraglia sì la mafia russa fin
dentro casa del boss a Mosca ma inizia a fare giustizia anche di agenti
corrotti e quant’altro.
Tutto perché la natura dell’uomo è più forte dei suoi
proponimenti, il suo destino forse è già scritto. Pretesto per ritornare se
stesso, una dolce e sbandata ragazzina russa di professione prostituta che
viene picchiata a sangue da un protettore.
Probabilmente il regista Antoine
Fuqua ( quasi cinquantenne, nero, di Pittsburgh, con alle spalle film action
come Shooter e Training Day ) ha cercato di trovare una nuova strada all’action
movie inserendo autorialità sia nella forma che nel contenuto.
Il film inizia e
termina in un bar in stile quadro di Edward Hopper, un uomo solo di notte
seduto in un locale semivuoto, si va a sedere lì perché soffre di insonnia e
forse di solitudine e legge di Hemingway Il vecchio e il mare. E’ un uomo
nella folla, dai gesti maniacali, sembra senza passato e senza alcun futuro.
Legge alcune pagine del romanzo, per poi fare due chiacchiere sul romanzo
stesso, sui suoi significati e sulla natura degli uomini con una giovane
prostituta slava che è in inquieta attesa di una chiamata di un cliente. Ma
ciò che è deficitario, nonostante ciò che dicono altri, è il livello politico
delle sue intenzioni.
Per fare questo tentativo di evoluzione del genere, non
del tutto riuscito, parte – come pretesto più che altro – da una serie tv Anni
Ottanta, elegante nel genere e originale nell’impostazione, Un giustiziere a
New York, mentre il paragone naturale è con registi come Michael Winner e il
maestro di questo genere oggi, Michael Mann.
Bob McCall ( Denzel Washington ) è un sessantenne che lavora in un grande
magazzino di ferramenta, gentile e simpatico a tutti, proprio una brava
persona, equilibrata ma un po’ solitario, i colleghi più giovani al
supermercato scherzano con lui e lo chiamano " nonno ".
Passa il suo tempo tra
il lavoro, una casa vuota e silenziosa e il bar sotto casa in cui trascorre le
notti leggendo libri.
Beve tè, supporta un collega sovrappeso a fare un esame
per diventare vigilante e scambia qualche chiacchiera col barista e con Alina (
la sedicenne Chloë Grace Moretz, già vista in una ventina di film tra cui Hugo
Cabret e Sils Maria ), prostituta slava con ambizioni di cantante e dall’
intelligenza viva.
Bob si è abituato a vedere tutte le sere la ragazza anche
se per pochi minuti, forse si è affezionato a lei e alla sua giovane età ma non
chiede nulla quando non la vede per una paio di sere. Ma viene a sapere dal
barista che è finita all’ospedale massacrata di botte, allora lui la va a
trovare senza però avvicinarla.
La natura dell’uomo torna a galla, dimentica
la sua scelta di solitudine e quiete e, dopo un ultimo inutile tentativo da
brava persona, comprare la libertà della ragazza dal pappone russo, si
trasforma nella macchina da guerra che è stato in passato. Bob ritrova il suo
istinto omicida e gerarchicamente inizia a colpire tutti gli uomini della mafia
russa ed anche i poliziotti americani corrotti, iniziando con Slavi e altri
quattro minacciosi mafiosi che riesce a uccidere in diciannove secondi con armi
di fortuna come un cavatappi o un piccolo teschio di giada.
Scontri,
ammazzamenti, fino ad imbattersi in un pericoloso e psicopatico killer mandato
da Mosca a risolvere il problema.
Si incroceranno, si studieranno fino allo
scontro cruento e finale che avverrà proprio nel grande magazzino di fai da te
in cui si possono usare gli oggetti per il bricolage come armi letali.
Una buona regia accurata ed elegante ma anche fatta di qualche virtuosisismo
eccessivo, una fotografia splendida ( del calabrese naturalizzato americano
Mauro Fiore ) e una prova d’attore alta da parte di Denzel Washington.
Neo
non da poco è la sceneggiatura non all'altezza, che crea un risultato generico,
disomogeneo e in alcuni casi troppo grandguignolesco.
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