La grande guerra
Titolo originale: La grande guerra
Italia: 1958 Regia di: Mario Monicelli Genere: Bellico Durata: 140'
Interpreti: Mario Monicelli con Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Bernard Blier, Folco Lulli, Silvana Mangano, Romolo Valli.
Sito web:
Nelle sale dal: 1958
Voto: 8
Trailer
Recensione di: Samuele Pasquino
Il romano Oreste Jacovacci (Alberto Sordi) e il lombardo Giovanni Busacca (Vittorio Gassman) vivono da opportunisti la prima guerra mondiale, arruolati nell’esercito italiano.
Quando vengono catturati dagli austriaci, il loro orgoglio avrà il sopravvento.
Nel panorama del cinema italiano, questo film è considerato un autentico capolavoro, diretto da un eclettico Mario Monicelli, da sempre sensibile a tematiche popolari e legate in prevalenza al folclore nostrano. Il suo occhio carico di esperienza ed episodi vissuti spesso in prima persona non fa che osservare con scrupolosa attenzione prima di volgere le sue visioni in storie cinematografiche di assoluto rilievo.
Egli non poteva, dunque, esimersi dal rappresentare sul grande schermo un dramma così profondo come il primo conflitto mondiale, la cui violenza ha causato catastrofi inaudite, alcune persino peggiori di quelle accadute durante la seconda guerra mondiale. La genialità di Monicelli si esprime nella sua volontà di descrivere con amara ma coinvolgente ilarità quegli anni di dura lotta, mettendo in scena la vicenda focalizzata di Oreste e Giovanni.
I due rappresentano i tipici italiani, scaltri, opportunisti, pigri e chiacchieroni, caratteristiche che entrano in opposizione con la logica della guerra, tragedia che non lascia posto alla leggerezza e alla spensieratezza. Oreste e Giovanni sono per certi versi due sognatori che si trovano coinvolti in qualcosa di troppo grande, che li vede estremamente impreparati. La guerra sarà per loro un trauma che agirà sotto molte forme, in maniera silenziosa, subdola, fino a scatenare le paure più recondite dell'essere umano. La regia di Monicelli, come detto, è tipicamente e ampiamente descrittiva, cattura i particolari e contestualizza attraverso scenografie d'impatto, come le camerate, i campi di battaglia, le frenetiche mobilitazioni di soldati e le case dei paesi funestati dalla tragedia bellica, il tutto organizzato da uno stile pratico e funzionale.
Non mancano episodi comici, costituenti un modo per ritrarre due uomini in vari momenti della loro giornata all'ombra del conflitto, tra i loro compagni che mostrano i caratteri più diversi. Monicelli vuole comunque comunicare un messaggio forte, quell'affontare il dolore e la sofferenza tutti insieme, in un'Italia che si raccoglie per superare un periodo storicamente e socialmente difficile, cercando di rendere le avversità insegnamenti utili per le generazioni future.
L'intento nobile del regista è onorato da due istrionici interpreti, Vittorio Gassman e Alberto Sordi, i cui personaggi così diversi sono accomunati da uno stesso destino.
Tuttavia si tratta quasi di una commedia che si svolge nel dramma, si ride, ci si commuove, ma soprattutto si riflette sulla nostra storia, sul dolore e il sacrificio di quei tristi anni.
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