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Baby Mama
Titolo originale: Baby Mama
USA: 2008 Regia di: Michael McCullers Genere: Commedia Durata: 96'
Interpreti: Tina Fey, Amy Poehler, Sigourney Weaver, Greg Kinnear, Dax Shepard, Romany Malco, Steve Martin, Maura Tierney, Denis O'Hare, Kevin Collins, Stephen Mailer, Holland Taylor
Sito web: www.babymamamovie.net
Nelle sale dal: 24/07/2009
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Frizzante
Lo sceneggiatore Michael McCullers debutta alla regia con una commedia brillante, Baby Mama, riuscendo a dare corpo ad un punto di vista tutto femminile: il desiderio impellente e improrogabile di diventare mamma.
La 37enne Kate è una donna in carriera soddisfatta del suo lavoro, ma nella vita privata sente che le manca qualcosa d’importante e che non può più aspettare di realizzare.
Ciò di cui sente il bisogno è avere un figlio. Dopo essere stata dal dottore, che le ha accertato la sua sterilità e non aver ottenuto nulla di concreto neanche con l’adozione, Kate si rivolge a Chaffe Bicknell, la quale ha un’agenzia di madri in affitto.
Ciò che è in affitto, in effetti, è il loro utero, pratica molto diffusa nella società contemporanea. La persona che Kate si troverà davanti è Angie, una giovane donna sposata, un po’ grossolana, per niente salutista e mattacchiona, proprio il suo opposto. Kate si prenderà cura della futura mamma, istruendola su ciò che deve o non deve mangiare e Angie le farà conoscere il lato più spensierato della vita. Non va, però, tutto secondo i piani di Kate, che nel frattempo conosce Rob, un tempo avvocato e ora ideatore di bevande vegetariane.
Baby Mama è sì una commedia brillante ricca di sketch divertenti, ma dà anche sfoggio di tematiche sociali importanti e sulle quali riflettere. Il regista prende in esame i bisogni delle donne e come, negli anni, siano cambiati i tempi in cui si hanno questi bisogni e non il loro contenuto.
Avere un figlio rimane pur sempre un desiderio primario per molte donne. Nella società contemporanea si tende ad aspettare che arrivi il momento giusto, dopo aver fatto carriera per esempio. Così facendo gli anni scivolano via e la prospettiva di diventare mamma si sposta dai quarant’anni e oltre. Il fisico non può aspettare le nostre esigenze e così, laddove anche l’adozione è un ostacolo, ci si rivolge ad altre soluzioni, non meno impegnative e a volte deludenti.
Un altro tema è il potere del denaro, che arriva laddove si ferma il buon senso. Marc McCullers lo sottolinea con la presenza del personaggio di Chaffe Bicknell, che trasforma il desiderio di maternità in business.
La donna è impegnata a far soldi mettendo a disposizione uteri, che donne danarose possono permettersi.
Il servizio che offre è costoso e questo si riallaccia al terzo tema messo in evidenza da McCullers: la differenza di classe, viva e vegeta e con nessuna intenzione di sparire dalla società.
L’agenzia descritta nel film è un luogo elegante e lussuoso, dove tutti sono impeccabilmente vestiti.
Racchiude un’elite di persone che si muovono un palmo da terra. Nella sequenza dell’incontro di varie coppie con la rispettiva madre surrogato, quest’ultime vengono riconosciute a colpo d’occhio per il loro abbigliamento meno curato. Kate e Angie rappresentano due differenti e opposti modi di vivere, ognuna delle quali rispecchia la classe sociale alla quale appartiene. Nonostante questa differenza, raggiungono una conoscenza l’una dell’altra, alla fine, come singoli individui con sentimenti propri e non classificabili nelle casistiche.
Baby Mama pone lo spettatore di fronte a una società sempre più proiettata nel soddisfare qualsiasi voglia, indipendentemente dal fatto che possa provvedere la natura stessa a realizzarla.
Il fatto che si capisca, dopo pochi minuti, dove il film voglia andare a parare, non rende meno gradevole e interessante il modo in cui viene sviluppato il racconto, le sue tematiche e i dialoghi comici. È un film da non sottovalutare.
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