Cose dell'altro mondo
Titolo originale: Cose dell'altro mondo
Italia: 2011. Regia di: Francesco Patierno
Genere: Commedia
Durata: 90'
Interpreti: Diego Abatantuono, Valentina Lodovini, Valerio Mastandrea, Sandra Collodel, Maurizio Donadoni, Grazia Schiavo, Fabio Ferri, Fulvio Molena, Sergio Bustric, Laura Efrikian
Sito web ufficiale: www.cosedellaltromondo.libero.it
Sito web italiano:
Nelle sale
dal: 03/09/2011
Voto: 5
Trailer
Recensione di: Beatrice Pagan
L'aggettivo ideale: Debole
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Anticipato da una lunga serie di critiche e polemiche rivolte alle tematiche e all’approccio politicamente scorretto alla base della sceneggiatura, dopo la presentazione alla 68esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, è arrivato nelle sale Cose dell’altro mondo diretto dal regista Francesco Patierno.
Ispirato da A Day Without a Mexican di Sergio Arau, il film vede protagonista l’attore Diego Abatantuono nel ruolo di un imprenditore del Nord Est razzista ed intollerante, nonostante la sua industria funzioni ogni giorno grazie alla numerosa manodopera extracomunitaria.
Dopo un’esternazione televisiva in cui invoca la liberazione del paese dagli immigrati, la città veneta in cui vive si risveglia senza tutti i suoi cittadini stranieri con conseguenze disastrose per l’economia e la vita quotidiana.
Tra le persone affette da questa scomparsa anche la maestra elementare Laura (l’attrice Valentina Lodovini) che deve affrontare l’assenza di molti dei suoi studenti e del fidanzato, e il poliziotto Ariele (Valerio Mastrandrea) che deve invece cercare qualcuno che si occupi dell’anziana madre.
Dopo un inizio brillante e divertente grazie alle battute esagerate e alle situazioni al limite del surreale, Cose dell’altro mondo perde il suo ritmo narrativo nella parte centrale, fermandosi eccessivamente sulle conseguenze della scomparsa degli immigrati e senza offrire un finale in grado di dare una chiave di lettura non superficiale agli eventi narrati.
La comicità lascia infatti spazio ad una tentata riflessione sulle conseguenze del razzismo e sull’ipocrisia dei suoi protagonisti senza però raggiungere un risultato apprezzabile. I personaggi, molto stereotipizzati, non compiono in nessun modo un percorso di particolare crescita personale o acquisizione di una nuova consapevolezza. La fine del film lascia insoddisfatti e delusi.
Tra gli attori Valerio Mastrandrea offre forse l’interpretazione migliore grazie ad una recitazione sempre al limite ma mai oltre.
La colonna sonora composta da Simone Cristicchi risulta fuori tema: slegata dal suo contesto è piacevole e originale ma accompagna la storia in modo quasi discordante rispetto agli eventi narrati.
L’argomento potenzialmente interessante viene sprecato da Francesco Patierno che firma un’opera sotto tono rispetto ai suoi film precedenti. Cose dell’altro mondo rimane un’occasione sprecata ma susciterà in ogni caso l’interesse di tanti spettatori, attirati in sala anche dalle critiche preventive sollevate dai mezzi di comunicazione.
Sul sito di Nastro Azzurro, sponsor della 68esima edizione del Festival di Venezia, è possibile visualizzare le dichiarazioni del cast che raccontano alle telecamere i loro Sì, nello spirito Say Yes che anima il Festival 2011.
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Commenti
vera e con finale spiazzante e tagliente non scontato...
Problemi veri soprattutto eccezionale e strepitoso il duo Efrikian-Mastandrea , madre e figlio con problemi attuali di badante...Bravissimi..
Patierno fà centro
I personaggi cattivi nella storia parlano tutti veneto, mentre quelli buoni parlano italiano con un accento romano, non avete notato questa differenza? è un messaggio, è questa la vergogna.
Nel film c?è razzismo verso la cultura e lingua veneta, noi non siamo stupidi e cattivi e i romani non sono buoni e civili.
La vergogna in Italia è che nelle fiction e nei film alcune regioni sono più raccontate di altre: siamo ben abituati a vedere in tutte le sfaccettature il romano, il napoletano, il milanese o il simpatico toscano? mentre per altre regioni ci sono parti minime e diffamatorie. L'epoca della servetta casalinga di Voghera è finita, è ora di smetterla di sfotterci.
Io sono Veneto e non sono leghista, sono solo un indignato cittadino che si rende conto di queste disparità di trattamento.
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