Crush and Blush
Titolo originale: Crush and Blush
Corea: 2008 Regia di: Lee Kyoung-mi Genere: Commedia Durata: 103'
Interpreti: Kong Hyo-Jin, Lee Jong-hyeok, Hwang Woo Seul-hye, Seo Woo
Sito web:
Voto: 5,5
Trailer
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Recensione di: Nicola Picchi
Yang Mi-sook, docente di lingua russa in una scuola assieme alla collega Yu-ri, viene trasferita in una classe inferiore e destinata all’insegnamento dell’inglese, lingua che conosce pochissimo. Scopre inoltre che Seo, l’insegnante per cui ha una cotta dai tempi in cui era stata una sua studentessa, ha avuto una relazione adulterina proprio con l’odiata Yu-ri, evento che sta provocando la fine del matrimonio di Seo con sua moglie Eun-gyo, la quale ha chiesto il divorzio.
Mi-sook decide allora di prendersi una rivincita e di far naufragare le relazioni di Seo, avvalendosi dell’inconsapevole aiuto di sua figlia Jong-hae, alla quale racconta di voler impedire la separazione dei suoi genitori.
Commedia acre tutta giocata in contropiede, “Crush and Blush”, prodotta da Park Chan-wook e dalla sua Moho Film, vede l’esordio nel lungometraggio della regista Lee Kyoung-mi, già assistente di Park per “Sympathy for Lady Vengeance”. Il risultato esula dalla tradizionale commedia romantica coreana, cercando di iniettare robuste dosi di fiele nella glassatura iperglicemica che è solita soffocare prodotti consimili. La decisione di scegliere come protagonista un personaggio ossessivo, sgradevole, lamentoso, rissoso e antisociale come Mi-sook potrebbe rivelarsi una scelta indovinata per corrodere stereotipi consolidati, se non fosse che il film comincia ben presto ad annaspare in evidente debito di fiato, per poi naufragare in un finale ripetitivo che soffoca tutte le potenzialità lasciate intravedere all’inizio.
Funziona molto bene la complicità che si viene a creare tra Mi-sook e Jong-hae, forse la ragazzina più detestata della scuola, le quali formano un’irresistibile coppia di outsiders in cerca di rivalsa, due astiose emarginate piene di risentimento, sempre sul filo dell’isteria.
Peccato però che la presunta black-comedy non abbia la determinazione o il coraggio di arrivare fino in fondo, e che il massimo della perfidia di Mi-sook sia dedicarsi a conversazioni erotiche via chat con Yu-ri, spacciandosi per Seo ed illudendo la ragazza, o che il finale viri verso un’improbabile riconciliazione, mentre Mi-sook decide di concedersi un “nuovo inizio”.
La sceneggiatura (della regista e di Park Chan-wook) è in gran parte irrisolta e non osa quanto dovrebbe, con il curioso risultato di sabotare dall’interno una struttura potenzialmente eversiva e ben poco convenzionale. Bisogna anche dire che, secondo alcuni recensori versati nella lingua coreana, i sottotitoli inglesi riflettono solo in minima parte l’umorismo dei dialoghi originali, compromettendo la piena comprensione dell’opera.
Tra civettuoli ammiccamenti beckettiani (la buca scavata da Mi-sook che cita “Giorni Felici”, la donna che suggerisce a Jong-hae di leggere “Aspettando Godot”) e momenti in stile “courtroom drama”, il film persegue un’insistito e ricercato effetto di straniamento, ottenuto attraverso un accorto uso del montaggio e della colonna sonora, che forse rimane la cosa più peculiare del film.
“Crush and Blush” si è aggiudicato due premi ai 29° Blue Dragon Awards, Miglior Regista Esordiente e Miglior Sceneggiatura, ed è valso un meritatissimo riconoscimento come Miglior Attrice a Kong Hyo-Jin (Dachimawa Lee, Family Ties) alla settima edizione dei Korean Film Awards.
Il titolo originale del film, traducibile come “Miss Carrot”, allude alla tendenza della protagonista ad arrossire violentemente, motivo per cui è alla perenne ricerca di un dermatologo, mentre, per la cronaca, si annoverano due illustri camei: il primo, fulmineo, è di Park Chan-wook, l’altro è quello di Bong Joon-hoo nei panni di un dottore.
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