Disastro a Hollywood
Titolo originale: What Just Happened?
USA: 2008 Regia di: Barry Levinson Genere: Commedia Durata: 112'
Interpreti: Robert De Niro, Bruce Willis, Stanley Tucci, John Turturro, Sean Penn, Robin Wright Penn, Kristen Stewart, Julia Frisoli, Catherine Keener, Michael Wincott, Ari Barak, Moon Bloodgood
Sito web: www.whatjusthappenedfilm.com
Nelle sale dal: 17/04/2009
Voto: 7
Trailer
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Recensione di: Francesca Caruso
Nel corso degli anni il regista e sceneggiatore Barry Levinson è passato con disinvoltura da un genere cinematografico all’altro, realizzando delle pietre miliari del cinema.
Nel 1988 è stato premiato con l’Oscar alla regia per il film “Rain man – L’uomo della pioggia”, interpretato da Dustin Hoffman e Tom Cruise. Poi è passato alle commedie brillanti intervallate da film drammatici come “Sleepers” (1996), e ha trattato anche temi di politica come per “L’uomo dell’anno” (2006).
Un uomo di grande esperienza che ha saputo imprimere ai suoi film ingegno e perspicacia, mettendo in scena con una sottile ironia pregi e difetti della società.
Disastro a Hollywood possiede questo stile, mostrando un circuito che a volte non si riesce a tenere totalmente sotto controllo.
Ben è un produttore cinematografico che cerca di salvare la sua carriera e al tempo stesso mantenere unita la famiglia. Geloso della sua ex moglie Kelly, che nutre ancora dei sentimenti per lui, non riesce a trovare il tempo necessario per parlare veramente con lei. Il progetto per il quale si dà anima e corpo è il film di Jeremy, un regista che si rifiuta di cambiare il finale, ritenuto eccessivo, della sua creatura. L’opera di persuasione adottata nei riguardi di Jeremy è solo la punta dell’iceberg, Ben si ritrova a dover affrontare anche una star irascibile che rifiuta di radersi per il nuovo film che dovrebbe cominciare a girare. I giorni passano e la première del film si avvicina.
Barry Levinson mostra le difficoltà cui ci si trova di fronte quotidianamente per riuscire a mettere in porto un progetto cinematografico, tra attori che fanno le prime donne, registi che rifiutano qualsiasi tipo di censura e produttori che non investono i propri soldi se non si fa come dicono loro.
Tutti contro tutti , in un mondo pieno di squali che aspettano che qualcuno faccia un errore per prendere il suo posto. Un mondo nel quale per quanti film riusciti si possano fare, ne basta uno, che al botteghino non riscuote, per essere tagliato fuori, o comunque per non ricevere quei finanziamenti che permetterebbero la distribuzione in sala.
Il regista ha voluto intorno a sé attori di calibro eccellenti, anche per i personaggi secondari.
Ogni personaggio mette in scena le proprie paranoie, le fissazioni, le debolezze, l’ingegno. Ben è il fulcro della storia, al quale tutti gli altri sono correlati.
Il regista pone spesso il protagonista in auto, in questo modo fa notare l’enorme quantità di tempo che viene speso per andare da un posto all’altro con Ben perennemente al telefono.
Tutto intorno a lui è velocizzato, il giorno diventa tramonto, il sole diventa la scia di luce dei fari delle auto indistinte, in una metropoli che non si ferma mai, che vive 24 ore senza che il suo corso venga minimamente interrotto.
Il sarcasmo utilizzato nel delineare alcuni personaggi e le loro manie rendono il film ilare, evidenziando in modo sottile e allegro il disincanto di un mondo che poggia le fondamenta sulle apparenze, quei castelli di sabbia che prima o poi sono destinati a sgretolarsi.
Disastro a Hollywood cattura lo spettatore per la riuscita coesione di queste peculiarità, lasciandolo divertito.
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