Four Rooms
Titolo originale: Four Rooms
USA: 1995. Regia di: Robert Rodriguez, Allison Anders, Quentin Tarantino, Alexandre Rokwell Genere: Commedia Durata: 97'
Interpreti: Madonna, Valeria Golino, Bruce Willis, Tim Roth, Antonio Banderas, Jennifer Beals, Quentin Tarantino
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Voto: 7,5
Recensione di: Pierpaolo Bonante
È la notte di capodanno quando Ted (Tim Roth) neoassunto fattorino al Mon Signor Hotel si trova da solo a fronteggiare situazioni assurde, grottesche, paradossali e clienti folli.
Una prova per 4 registi diversi che affrontano diversamente la libertà assoluta di espressione. Infatti i registi (che son anche sceneggiatori delle loro storie) creano ognuno a modo suo trame surreali o al limite del demenziale.
L’episodio di Inizio è di Allison Anders, e si chiama “The Missing Element”.
Una congrega di streghe si ritrova nel motel per riportare in vita la loro dea Diana, ma, al momento del rituale si rendono conto di non aver un ingrediente per la loro pozione magica. Cosa a cui, ovviamente, dovrà porre rimedio Ted.
La situazione è assurda ma diverte, pur essendo un po’ fiacco. Comunque non stanca. La regista non mostra particolare talento visivo, ma come sceneggiatrice ha talento e la formula magica del rituale ne è una chiara dimostrazione.
Il Secondo episodio (“The Wrong Man”) è di Alexandre Rockwell, e mostra subito una connotazione surreale, pur delineando una situazione plausibile.
Infatti il nostro fattorino entra per sbaglio in una stanza dove c’è un uomo che tiene in ostaggio una donna e, all’ingresso di Ted, punta subito verso il malcapitato la pistola.
Questo a mio parere è decisamente il più fiacco dei 4 episodi, in quanto sembra voler raggiungere un climax surreale ma fallisce in questo obiettivo.
Non è teso, anche se la situazione lo vorrebbe e non è abbastanza surreale da scatenare grasse risate, riuscendo solamente a scucire una qualche risatina sommessa.
È un peccato in quanto la situazione poteva essere sfruttata meglio, a mio parere.
Il terzo episodio (“The Misbehavers”) è di Robert Rodriguez. Una famiglia si trova in città per festeggiare il capodanno ad un ricevimento, ma alla fine il padre (Antonio Banderas) decide di lasciare i figli in stanza per godersi con la moglie il capodanno, e chiama il nostro fattorino per badarci. Questo episodio è di sicuro, a livello stilistico, il migliore. Rodriguez non tradisce la fiducia dei suoi ammiratori sfornando un siparietto demenziale che spiega in modo esplicito cosa voglia dire “educare i propri figli”. Non entrerò in particolari, ma posso assicurare che tutto quello che accade in questo episodio è fattibile e ho paura all’idea di lasciare dei bambini soli durante la notte di capodanno. Impagabile l’interpretazione di Banderas, che merita un plauso particolare.
L’ultimo episodio (“The Man From Hollywood”) è di e con Quentin Tarantino.
Può essere riassunto dalla frase “L’alcool fa brutti scherzi”.
I lunghi pianisequenza di questo episodio favoriscono Tarantino nell’interpretazione dei suoi monologhi al meglio.
Non consigliato a chi non stima i lunghi dialoghi dei film tarantiniani,
anche perché questo episodio è completamente incentrato su di lui, lasciando il nostro fattorino quasi in disparte.
La scena è stata costruita in modo tale da costruire alla perfezione il climax finale che dura poco più di 5 secondi.
Cinque secondi impagabili.
In generale il film si rivela essere una buona commistione di diversi stili registici e narrativi.
Tim Roth rivela un’inaspettata verve comica dovuta alla mimica facciale, e il film avendo lui come perno si rivela vincente.
Consigliato a chiunque voglia vedere un film diverso dallo standard.
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