Generazione mille euro
Titolo originale: Generazione mille euro
Italia: 2009 Regia di: Massimo Venier Genere: Commedia Durata: 101'
Interpreti: Valentina Lodovini, Carolina Crescentini, Paolo Villaggio,
Natalino Balasso, Francesco Mandelli, Alessandro Tiberi, Francesco
Brandi, Francesca Inaudi, Roberto Citran, Lucia Ocone
Sito web:
Nelle sale dal: 24/04/2009
Voto: 6,5
Trailer
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Recensione di: Francesco Manca
Il cinema italiano racconta generazioni, e lo fa ormai da qualche annetto: nel 2004 ci fu l’avvento della generazione dei g(g)iovani con il Mocciano “Tre metri sopra il cielo”, al quale sono seguiti nel 2007 e 2008 “Ho voglia di te” e “Scusa ma ti chiamo amore”.
In modo diverso (anche se non molto), lo cosiddetta “generazione K” è stata portata sul grande da schermo da Stefano Salvati con l’imbarazzante “AlbaKiara” (2009).
Ma si sa, la giovinezza non dura in eterno, prima o poi si diventa grandi, ed oltre a questo, come ci ha raccontato il nostro cinema negli ultimi periodi, si rischia anche di diventare ‘precari’, ed è così che si viene a formare un’altra generazione.
La parabola cinematografica per eccellenza del precariato l’ha raccontata, proprio lo scorso anno, l’ormai esperto Paolo Virzì con il suo film-fenomeno “Tutta la vita davanti”, che aveva al centro di sé la storia di una giovane neolaureata con lode in filosofia che si vedeva costretta a lavorare in un call center; pressochè analoga è la vicenda rappresentata nel recentissimo “Fuga dal call center” di Federico Rizzo e la minestra non cambia neanche con questo “Generazione 1000 Euro”, opera terza (se non consideriamo le altre quattro con il trio Aldo, Giovanni & Giacomo) di Massimo Venier.
Sempre di precari si parla, salvo che l’ambientazione si sposta da un call center ad una azienda di marketing di Milano, nella quale lavora Matteo (Alessandro Tiberi), laureato in matematica e provvisto di un curriculum di tutto rispetto, che tuttavia non lo aiuta a far aumentare il suo misero stipendio con il quale riesce a stento a pagare l’affitto dell’appartamento che condivide con l’amico Francesco (Francesco Mandelli), proiezionista in un cinema d’essai e appassionato di cinema e fanatico dei video-games e con la nuova coinquilina Beatrice (Valentina Lodovini), aspirante insegnante di greco.
Visto il tema principale di questa ultima pellicola di Venier, il precariato, appunto (che il regista aveva già toccato, anche se in maniera più frammentaria nel brillante “Mi fido di te) è inevitabile un confronto con il già menzionato “Tutta la vita davanti”, difatti, se nel film di Virzì i toni tipici della commedia venivano (giustamente) offuscati da quelli più riflessivi, disillusi e, almeno in quel caso, efficaci del dramma, in “Generazione 1000 Euro” i caratteri della commedia, eccetto qualche sprazzo qua e là, non vengono quasi mai alterati, riuscendo così nel non facile compito di trasmettere al pubblico lo stesso timore della (apparente) assenza di futuro lavorativo per mezzo della risata leggera, al contrario di quella amara, malinconica e persino angosciante che caratterizzava “Tutta la vita davanti”.
Il punto forte dell’opera di Venier sta nei personaggi, che godono di una caratterizzazione molto accurata che fa sì che risultino molto simpatici soprattutto agli spettatori; i quattro protagonisti della vicenda riescono senza particolari affanni a trasmettere emozioni e sensazioni sempre differenti: c’è l’eterno pessimismo “matematico” di Matteo (Tiberi) che però non si trasforma mai in rassegnazione, c’è la tenacia, la grinta e l’ottimismo di Beatrice (Lodovini), c’è la lieve freddezza della fascinosa Angelica (Carolina Crescentini), c’è la scanzonata indifferenza nei confronti della vita dello stralunato Francesco (Mandelli), c’è l’auto ironia del buffo Faustino (Francesco Brandi) ed infine c’è la malinconia dei tempi ormai passati del Professore (Paolo Villaggio).
Bravo Alessandro Tiberi, bravissima Valentina Lodovini, brava ma non del tutto convincente la Crescentini, simpatico ed interessante Francesco Mandelli, di routine Paolo Villaggio.
La sceneggiatura è scorrevole e riesce a concedere il giusto spazio sia ai personaggi e alle situazioni più rilevanti che alle figure secondarie; tuttavia il film ha l’unica pecca di non riuscire a trovare momenti in grado di stupire veramente lo spettatore, mantenendo lo stesso ritmo per tutta l’ora e quaranta minuti, facendosi rimpiangere solo per mancanza di qualche spunto davvero significativo.
“Generazione 1000 Euro” resta comunque un prodotto piacevole da guardare e assolutamente non pretenzioso, cha fa ridere e sorridere di gusto, scritto e diretto con intelligenza e mirato soprattutto a quei giovani non più così giovani desiderosi di riflettere sulla prospettiva tutt’altro che rosea del loro futuro, almeno in ambito lavorativo.
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