Il ladro di orchidee
Titolo originale: Adaptation
USA: 2002 Regia di: Spike Jonze Genere: Commedia Durata: 114'
Interpreti: Nicolas Cage, Meryl Streep, Chris Cooper, Maggie Gyllenhaal, Tilda Swinton
Sito web: www.sonypictures.com/homevideo/adaptation
Nelle sale dal: 28/02/2003
Voto: 7
Trailer
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Recensione di: Francesco Manca
Adam Spiegel alias Spike Jonze aveva già dimostrato nel 1999, con la sua opera prima, “Essere John Malkovich” di essere un cineasta piuttosto “anomalo”, contraddistinto da uno stile senza dubbio bizzarro e assolutamente non conforme a quello della gran parte dei prodotti Hollywoodiani degli ultimi anni.
Con “Il ladro di orchidee” lo conferma nuovamente, portando sullo schermo un’altrettanto bizzarra e stravagante sceneggiatura firmata dall’indiscusso genio di Charlie Kaufman e dal fratello gemello (immaginario) Donald Kaufman, la quale si sviluppa in due diverse frazioni che si alternano e ramificano l’una con l’altra nel corso del film: la prima ha come protagonista lo stesso Kaufman insieme al fratello Donald (entrambi interpretati da un singolare Nicolas Cage), i quali sono alle prese uno con l’adattamento del romanzo best-seller di Susan Orlean, l’altro con il suo primo copione da sceneggiatore non ancora professionista. Benché siano gemelli, i due Kaufman impersonati da Cage sono in realtà radicalmente differenti: Charlie è depresso, disorientato, timido, insicuro, non ispirato, mentre Donald è l’esatto opposto: fiero, spensierato, disinibito e incurante, come asserisce lo stesso Charlie.
A questa frazione si affianca, come detto, la seconda, che vede invece protagonisti la giornalista del New Yorker Susan Orlean, che è al lavoro su un’importante inchiesta riguardante John Laroche (Chris Cooper), un ricercatore (presunto ladro) di orchidee rarissime.
Da questa stessa inchiesta, alla Orlean viene proposto di scrivere un libro, il quale dovrà poi essere adattato per il grande schermo dallo stesso Charlie Kaufman (Cage).
“Il ladro di orchidee” allude ad un doppio intreccio narrativo sin dal titolo, difatti, la traduzione italiana indica la parte del film in cui l’attenzione si concentra su Meryl Streep e Chris Cooper, mentre il titolo originale (“Adaptation”) è un chiaro riferimento al lavoro di stesura dello script dei “due” Nicolas Cage.
Non era facile realizzare un prodotto così dichiaratamente lontano dal panorama cinematografico Hollywoodiano, e non era facile neanche mantenere un ritmo costante per l’intera narrazione, dal momento che essa alterna frequentemente spazi temporali e situazioni del tutto differenti tra loro, ma Spike Jonze, visti anche i numerosi riconoscimenti ottenuti (Golden Globe per Cooper e la Streep e Oscar come non protagonista per Cooper), si è destreggiato alla grande.
L’originalità della sceneggiatura di Charlie (e Donald) Kaufman è indiscussa così come la regia di Jonze; la doppia interpretazione di Cage (nominato all’Oscar per questo ruolo) risulta tutto sommato convincente anche se, talvolta, non può fare a meno di sembrare fin troppo sopra le righe, come spesso accade a questo attore, quella della Streep (anch’essa candidata all’Oscar) è, come al solito, eccellente, esattamente come quella di Chris Cooper, che si riconferma attore di straordinario talento dopo averne già dato prova in film come “American Beauty” (1999) e “Cielo d’Ottobre” (1999).
E’ chiaro che non ci troviamo dinnanzi ad un film perfetto, i difetti non sono difficili da scovare (la parte conclusiva è spesso ridondante e poco coerente rispetto alle frazioni precedenti) ma, alla fine, è l’originalità l’ingrediente di cui più necessita il cinema oggi, e questo prodotto, di certo, ne è ampiamente fornito.
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