Karaoke Terror
Titolo originale: Karaoke Terror - The Complete Showa Era Songbook
Giappone: 2003. Regia di: Tetsuo Shinohara Genere: Commedia Durata: 112'
Interpreti: Masanobu Ando, Arata Furuta, Yoshio Harada, Kanako Higuchi, Fumie Hosokawa, Yumi Morio
Sito web:
Voto: 7
Recensione di: Nicola Picchi
Murakami Ryu ha una “modesta proposta” dal sapore swiftiano per risolvere il problema dei conflitti generazionali nel Giappone contemporaneo. Come fronteggiare la coesistenza di gruppi sociali incompatibili, come giovani alienati disancorati dai processi produttivi o pericolosissime donne divorziate di mezza età? La risposta è semplice quanto definitiva, ed è quella illustrata in questo “Karaoke Terror”, tratto da un racconto dell’autore e regista giapponese, che già aveva fornito al cinema il soggetto di “Audition” e di altre pellicole.
Sei ragazzi si riuniscono tutte le settimane per delle sessioni di Karaoke in cui ripropongono canzonette pop del passato. Una sera uno di loro avvicina una donna e le propone un rapporto sessuale, immaginando che lei, data la differenza di età, debba sentirsi grata delle sue attenzioni. La donna rifiuta, ed il ragazzo reagisce con violenza, uccidendola con un coltello. La vittima faceva parte di un gruppo di sei amiche, accomunate dall’essere indipendenti, divorziate, e dal fatto di condividere lo stesso nome: Midori. Investigando sulla scomparsa dell’amica, con l’aiuto di una stralunata ragazza che ha assistito al omicidio, riescono ad individuare il colpevole e lo uccidono a loro volta. Il conflitto tra i due gruppi si farà sempre più serrato, e l’escalation di violenza che ne seguirà condurrà a risultati davvero paradossali.
Il film mette in scena due gruppi sociali emarginati e marginali che, in mancanza di alternative, non trovano di meglio che combattersi tra di loro all’ultimo sangue. I sei ragazzi, tutti intorno ai vent’anni, trascorrono le loro vite nella vuotezza più assoluta, accomunati più dall’abitudine che dall’amicizia. Il loro unico momento di aggregazione consiste nel ritrovarsi settimanalmente, indossando costumi transgender alla “Rocky Horror Picture Show” che ne rimarcano l’ambiguità sessuale, e cantando hit musicali dell’era Showa (più o meno dagli anni ’50 agli ’80), da cui il titolo originale del film.
Le sei Midori scontano la scarsissima considerazione in cui sono tenute le donne divorziate nella società nipponica, e sono colpevoli di due delitti capitali: invece di subire passivamente la loro sorte, come sarebbero culturalmente tenute a fare, si permettono di rivendicare un’indipendenza inammissibile ed in più sono aperte alle influenze occidentali. Come sottolinea in una scena esilarante il vecchio giapponese che vende armi sottobanco, le Midori sono quel tipo di donne che mangiano “risotto, pasta o cibo indonesiano” in ristoranti alla moda e che si vestono nelle “boutiques”, magari acquistando costosi abiti griffati. E’ perciò logico e necessario punirle severamente, applicando la più spietata delle condanne.
Naturalmente la penna di Murakami gronda sarcasmo, ed il regista Tetsuo Shinohara lo asseconda in pieno catapultando i personaggi in una black comedy che più nera non si può, a cui avrebbe forse giovato un ritmo meno riflessivo, a rischio però di trasformare i protagonisti in figurine appena abbozzate. Tutto sommato “Karaoke Terror” va benissimo così com’è, una satira al vetriolo delle contraddizioni della società giapponese che non offre alcuna redenzione, in cui momenti di stasi si alternano ad altri più indiavolati, e che coltiva con sapienza l’arte del paradosso. La regia, misurata nonostante la materia trattata, rende per contrasto ancora più caustico il tono generale, e si limita a seguire con divertito distacco la deriva dei protagonisti, tutti molto in parte, tra cui troviamo il Masanobu Ando di “Battle Royale” e “Nightmare Detective”, la Kanako Higuchi di “Kyashan” e “Memories of Tomorrow” e la Miwako Ichikawa di “Memories of Matsuko”. Menzione speciale per la studentessa che, con le sue imparziali delazioni, agevola lo svolgersi della carneficina, piantando poi un fiore in memoria di ogni caduto. In conclusione, un piccolo film da riscoprire approfittando della recente uscita in dvd.
|