L'uomo nero
Titolo originale: L'uomo nero
Italia: 2009 Regia di: Sergio Rubini Genere: Commedia Durata: 115'
Interpreti: Valeria Golino, Riccardo Scamarcio, Margherita Buy, Sergio Rubini, Anna Falchi, Fabrizio Gifuni, Maurizio Micheli, Vito Signorile
Sito web: www.luomonero.it
Nelle sale dal: 04/12/2009
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Roberto Fedeli
L'aggettivo ideale: Riflessivo
Sergio Rubini racconta il doppio ritorno di un uomo: il ritorno nel suo paese natio per assistere il padre in fin di vita ed un viaggio a ritroso in un passato lontano ed ingombrante.
Il nostos di Gabriele( Gifuni nel presente e Giaquinto nel passato) diviene un pretesto per rivisitare un’infanzia costruita sul doloroso incontro scontro con il padre( Sergio Rubini).
Il decimo sforzo registico di Sergio Rubini mostra i colori, i sapori e gli umori della sua Puglia, attraverso lo sguardo rivelatore del piccolo Gabriele.
E’ una riflessione metalinguistica sull’importanza della visione: visione scissa nello sguardo del bambino, tra l’osservazione della realtà e l’illusione dei lampi allucinatori.
L’uomo nero delle sue suggestioni oniriche si specchia nell’ambivalente presenza paterna della sua realtà. Il padre Ernesto , capostazione della ferrovia locale, è schiavo della sua passione per la pittura.
L’estenuante ricerca della fama artistica lo conduce inesorabilmente all’elusione dei doveri di padre e marito. Ernesto non conosce Gabriele, non vi dialoga, ne scorda l’età anagrafica e gli rovina la festa di compleanno, per insultare il critico d’arte che boccia la sua opera.
Il bambino soffre anche dei frequenti litigi tra i genitori, che ergono il sesso ad antidoto contro la loro frattura amorosa;
La moglie Franca(Valeria Golino) stenta a sopire il rigetto per gli sguardi voyeuristici che il marito dispensa alla disinibita Donna Valeria.
Il bambino patisce la mancanza di un’identificazione primaria con i cari; anche l’amato zio dongiovanni (Riccardo Scamarcio) ben presto lo deluderà tradendolo freudianamente attraverso il matrimonio, tanto ripudiato nei discorsi pregressi.
Quando il piccolo Gabriele si rifugia sotto il tavolo, per urlare in silenzio il suo disprezzo verso gli eccessi del padre, palesa il terrore della possibile sovrapposizione futura tra la sua persona e quella del genitore detestato.
Solo nella maturità del presente, Gabriele saprà dare un anima reale al padre, con il quale aveva condiviso un estenuante rapporto di repulsione attrazione.
La scoperta delle verità nascoste sul genitore, svelerà l’inganno delle apparenze in cui versava il suo sguardo infantile: fittizia era l’infedeltà del marito, la scarsa capacità artistica e l’inconoscibile cattiveria del misterioso uomo nero.
Il sipario cala su un’atmosfera di fiabesca memoria, che cancella nettamente il dramma fin lì rappresentato con tanto vigore espressivo; Gabriele uomo comprende, dopo anni di mancanze, un amore ed un arte paterna fin troppo inverosimile.
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