Mammuth
Titolo originale: Mammuth
Francia: 2010. Regia di: Benoît Delépine, Gustave de Kervern
Genere: Commedia
Durata: 92'
Interpreti: Gérard Depardieu, Yolande Moreau, Isabelle Adjani, Benoît
Poelvoorde, Blutch, Miss Ming, Bouli Lanners, Anna Mouglalis, Philippe
Nahon, Albert Delpy, Gustave de Kervern, Catherine Hosmalin, Dick
Annegarn, Siné, Bruno Lochet, Serge Larivière, Noël Godin, Remy Kolpa,
Zoé Weber, Eric Monfourny, Serge Nuques
Sito web ufficiale: www.advitamdistribution.com
Sito web italiano:
Nelle sale
dal: 29/10/2010
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Marco Aresu
L'aggettivo ideale: Mastodontico
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Serge Pilardosse (Gerard Depardieu) è un corpulento ed instancabile operaio di 60 anni, che dopo aver dedicato tutta la sua vita al lavoro, decide di andare in pensione.
Scopre però che molti dei suoi vecchi datori di lavoro non gli hanno versato i contributi dovuti. Spinto dalla moglie Catherine (Yolande Moreau) torna in sella sulla sua vecchia moto, una Mammuth (a cui deve il suo soprannome) e parte alla ricerca delle dichiarazioni mancanti.
Sarà in un viaggio on the road nei luoghi del suo passato. Accompagnato dallo spirito del suo primo amore Yasmine (Isabelle Adjani) e risollevato dalla sua eccentrica nipote (Miss Ming) scoprirà che oltre la burocrazia statale e la cattiveria della gente c’è anche amore e voglia di vivere.
Dopo il successo di “Louise-Michel”, la coppia di registi francesi Kervern e Delépine torna sul grande schermo con una commedia on the road, dove si ride di meno e ci si commuove di più.
Film che è denuncia sociale, ma mantiene le caratteristiche della commedia nera e grottesca, “Mammuth” è una storia scritta per Gérard Depardieu, che con un’insolita folta chioma e la sua rozza fisicità incarna perfettamente il “socialmente disabile” Mammuth, un uomo buono, grande fuori quanto sensibile dentro ma troppo “lento” per una società burocrate, cinica, moderna. Un uomo che ha lavorato per tutta la vita e arrivato alla pensione si accorge di non saper fare altro. Guardarlo nelle immagini sgranate delle riprese in 8mm lo rende ancora più reale. Si, perché il film ha una fotografia volutamente retrò con colori saturi e una regia minimale ed a volte amatoriale (come appunto le riprese fatte da Isabelle Adjani, che quando non recitava, girava sul set con una videocamera Super 8).
A fare da spalla a Depardieu la brava Yolande Moreau di “Louise-Michel”: la moglie di Serge da vita a delle sequenze riuscite e divertenti come al telefonata al tribunale del lavoro. Isabelle Adjani teatrale e sempre bella. Piacevole sorpresa Miss Ming, la nipote di Serge assolutamente esilarante e folle.
Per ammissione dei due registi il film non ha una vera sceneggiatura, questo lascia spazio alla creatività e all’improvvisazione ma rischia anche di limitare la continuità del film, costruito ad episodi, incontri. Tematiche crude e attuali attraversate da situazioni paradossali, sketch grotteschi e spiazzanti (che cercano più lo stupore che il riso) con alcuni momenti poetici.
C’è da dire però che il viaggio, l’Odissea di Serge, è compiuto. Il personaggio nella sua parabola acquista consapevolezza di se e di valori che non aveva. Come ammette nella sua poesia, Mammuth deve il suo cambiamento alle sue “muse”: La moglie, una “Penelope” da cui parte e deve ritornare, Yasmine, uno spirito guida che avrà sempre nel cuore, La nipote Miss Ming, uno spartiacque tra la sua vecchia vita e la nuova. Dopo anni di lavoro si può quindi ricominciare a vivere, anche a 60 anni.
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