Natale a Rio
Titolo originale: Natale a Rio
Italia: 2008. Regia di: Neri Parenti Genere: Commedia Durata: 113'
Interpreti: Christian De Sica, Massimo Ghini, Michelle Hunziker, Fabio De Luigi, Paolo Conticini, Ludovico Fremont, Emanuele Propizio
Sito web: www.nataleariodejaneiro.it
Nelle sale dal: 19/12/2008
Voto: 2
Trailer
Recensione di: Francesco Manca
Cartelloni di Sky ovunque, portatili Acer, cellulari Motorola, Wind sostituisce Tim, agenzia di viaggi Franco Rosso, compagnia di volo Air Italy e non finisce qui…
Ormai, quella (grande) fetta che rappresenta il cinema italiano degli ultimi anni costituita, per la maggior parte, dai cine-panettoni, si è ridotta ad un delirante accumulo di sponsor e pubblicità che, sempre e comunque, riesce a trascinare in sala milioni di spettatori nel periodo natalizio.
Così, anche quest’anno, l’egregio Sig. De Laurentiis insieme all’inseparabile Neri Parenti (che addirittura, per l’occasione, compare anche in un breve cammeo) si ripresenta sui nostri schermi con una nuova sorpresa “tutta da scoprire” che porta il titolo di “Natale a Rio”.
L’espressione “tutta da scoprire” non indica affatto un tentativo di sarcasmo poiché, in “Natale a Rio” c’è veramente qualcosa da scoprire, infatti, se i cine-panettoni che lo hanno preceduto negli anni scorsi erano dotati, anche se in una minuscola parte, di uno stiracchiato “sense of houmor” che, perlomeno, riusciva a sollevare l’atmosfera dal baratro totale, questo è, senza un minimo dubbio, il più oltraggioso, inutile e riluttante prodotto che il colosso Filmauro abbia mai partorito da quando decise che i suoi spettatori, del tutto inconsapevolmente, “dovevano” assistere, annualmente, ad uno spettacolo di puro ed estremo masochismo.
Non solo non si ride, ma si compie anche una grande fatica a sopportare il film in sé, dato che, non contenti, i realizzatori hanno deciso di allungare la durata del loro prodotto dalla solita ora e quaranta minuti a quasi due ore (114 minuti), in modo tale che la mediocrità e l’inutilità lascino spazio anche alla noia.
Così come lo spettatore (parlo per me), sembrano annoiarsi anche gli interpreti, fiacchi e svogliati come il loro film, che vanno dall’inossidabile “capo branco” Christian De Sica all’ormai abituale compagno Massimo Ghini, i quali sembrano ormai ridotti ad un autentico e degradante lavoro di “routine”; seguono poi gli inseparabili Fabio De Luigi (il suo volto riusciva ad essere simpatico solo quando era il protagonista maschile della sit-com a piani fissi, “Love Bugs”) e Michelle Hunziker (lo stesso discorso fatto per De Luigi vale anche per la bella svizzera), Paolo Conticini (inutile è forse un termine troppo riduttivo?…) e la nuova coppia di giovani: Ludovico Fremont e Vittorio Emanuele Propizio, totalmente innocui ed impacciati.
Credo non serva spendere ulteriori parole per le scontatissime gag e per le battutacce romanesche (buzzicozza & Co.) cui De Sica è costretto a ricorrere per ricordarsi che non è ancora il momento di andare in pensione, purtroppo…
Di questi tempi, non resta altro che sperare che il Sig. De Laurentiis già citato in precedenza si tolga di mezzo così da elargire il dovuto spazio ad un cinema degna di essere creato, che porta la firma dei recenti Garrone, Sorrentino e soprattutto, Gabriele Salvatores.
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