Non pensarci
Titolo originale: Non pensarci
Italia: 2007 Regia di: Gianni Zanasi Genere: Commedia Durata: 105'
Interpreti: Valerio Mastandrea, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston
Sito web: www.nonpensarci.com
Nelle sale dal: 04/04(2008
Voto: 7,5
Recensione di: Ciro Andreotti
Quando Stefano Nardini, chitarrista punk-rock trasferitosi a Roma per inseguire il successo nel mondo della musica, scopre che la sua fidanzata lo tradisce, decide di abbandonare la capitale per tornare, dopo molti anni, nella natia Rimini alla ricerca di quella stabilità che solo la famiglia e la vita tranquilla di provincia possono offrirgli. In riviera ritroverà tutto inalterato: la normalità del lavoro nell’azienda di famiglia e gli agi di una provincia borghese dal quale era fuggito disgustato. Non tutto però è rimasto come se lo ricordava …..
“Il ritorno del figliol prodigo con una sana dose di demenzialità nostrana” questa la sintesi di una pellicola che colpisce, graffia, scalfisce la superficie quel tanto che basta per far riflettere un Mastandrea-Nardini in versione, questa volta, rock e che al solito si trascina lungo la pellicola con quel fare da perenne sconfitto che lo contraddistingue, spesso, nel corso delle sue peripezie cinematografiche. La famiglia apparentemente, ma solo in apparenza: unita, ricca, borghese, ben assestatasi nel mondo dell’industria confetturiera, è in realtà quanto di meno stabile vi possa essere, al punto che lo stesso Stefano si troverà a dover ammettere alla sorella Michela: “Si va bene ….. avevo bisogno di voi….. ma non così tanto”.
Tutto il cast segue una sceneggiatura che, come l’esistenza della famiglia Nardini, non ha assolutamente nulla di stabile. Dal fratello maggiore, Alberto, con una vita famigliare in frantumi e un disastro lavorativo che sta per devastare l’azienda di famiglia di ciliegie sotto spirito.
La sorella Michela, che ha abbandonato gli studi per accudire e ammaestrare i delfini nel parco acquatico di Oltre Mare; e i genitori che vivono apparentemente distaccati dai problemi di lavoro e dei figli e sono ormai pronti a godersi la loro vecchiaia.
Ebbene nel breve volgere di qualche giorno di permanenza riminese Stefano si ritroverà con nuove certezze, nuove convinzioni in merito a quel che aveva abbandonato solo qualche anno prima. Rivedendo alcune personalissime convinzioni e rivalutando la propria vita, apparentemente, meno stabile, alla luce di quel che aveva abbandonato.
Zanasi, alla sua sesta prova cinematografica, firma un’autorevole rivisitazione in salsa, ovviamente, sciroppata della parabola biblica di cui sopra. A rimanere fulminato dalle rivelazioni che la vita, apparentemente stantia della riviera, può offrirgli sarà proprio chi per molti anni ha preferito fuggirla: vittima lenta e annichilita di una serie di rivelazioni che sarebbero capaci di “stordire un cavallo”.
Rivelazioni talvolta semplicistiche e talvolta stereotipate ma che non rendono mai insensibili, mai passivamente pronti alla battuta scontata, mai in attesa di un finale o di una frase buonista, capaci di mantenere sempre elevatissimo il ritmo della pellicola, che non scivola mai lungo battute di arresto che non riescono ad insinuarsi lungo le pieghe di una pellicola capace di far sorridere pensando.
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