The Happy Life
Titolo originale: Jeul-geo-woon in-saeng
Corea del Sud: 2007 Regia di: Johnnie To Yim Genere: Commedia Durata: 112'
Interpreti: Jung Jin-young, Kim Yoon-seok, Kim Sang-ho, Jang Geun-seok, Kim Ho-jeong, Choo Kwi-jeong
Sito web:
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Anna Maria Pelella
Gi-yeong è un disoccupato la cui moglie sopporta la situazione stoicamente. Un giorno un suo compagno del college e leader della loro vecchia rock band muore in un incidente. L'occasione di incontro coi vecchi amici riaccende in Gi-yeong il desiderio di riformare la band. Ma sarà un lavoro durissimo convincere gli altri membri, Hyeok-su che vive vendendo auto usate e Seong-wook che fa due lavori per soddisfare l'esigentissima moglie. Nel frattempo il figlio del loro compagno si rivela un giovanotto di inaspettato talento musicale...
I sogni, si sa, sono duri a morire, specialmente se chi li coltiva non è soddisfatto della propria vita. Gi-yeong ha, per l'appunto, una vita insoddisfacente e forse proprio per questo fa meno fatica dei suoi amici a mandarla all'aria per inseguire il sogno dei tempi del college: la musica. Nel momento in cui mette le mani sulla vecchia chitarra del suo defunto amico, Gi-yeong ne appare posseduto. Le vecchie canzoni della band gli tornano in mente e lui perseguita i suoi amici fino a che essi non si arrendono. Potere dei sogni, e pure un pò del rock and roll, i tre finiranno per mettere su, insieme al figlio del loro amico, una band di tutto rispetto. L'impresa ovviamente sarà funestata dalle reazioni inferocite delle mogli le quali, non conoscendo le reali attività dei mariti, sospetteranno tradimenti o chissà che altro. Ma i quattro, nonostante i consueti tentennamenti, avranno la forza di portare avanti il loro sogno, conquistando persino le arrabbiatissime mogli.
Già regista del coinvolgente Radio Star, Lee Jun-ik ne ricalca in parte le atmosfere, regalando al pubblico ancora una tenera commedia sulle aspirazioni musicali dei coreani. Meno ispirato del precedente, questo The Happy Life ha comunque dalla sua un cast affiatato e una riuscita combinazione di buoni sentimenti e musica travolgente.
Le sessioni musicali alleggeriscono i toni drammatici di cui il racconto è costellato, nel riuscito intento di offrire la giusta combinazione tra aspirazioni mancate e desideri di riscatto, da una parte e sentimenti consolidati e obblighi familiari dall'altra.
Il rock coreano appare un misto discontinuo tra melodia e schitarrate violentissime, giusto per ricordare all'incauto ascoltatore che è di rock che si parla. E se lo spettatore non asiatico non ne dovesse saper nulla poco importa, perchè la musica rimane pur sempre un linguaggio univerale, anche quando appare leggermente derivativa, o poco ispirata. La band è dapprima goffa e decisamente obsoleta ma, all'apparire in scena del giovane Jang Geun-seok, che si rivela un insospettato rocker, non soltanto la musica trarrà giovamento. Cominciano a comparire tatuaggi, bandane e quant'altro e la vecchia cravatta rimane ad ammuffire nell'armadio, proprio come i sogni di riappacificazione coniugale del batterista del gruppo.
L'amosfera che si respira è quella della rinascita dei sogni, a totale discapito della rassegnazione che spesso ne causa la fine. In totale controtendenza con la vita che ammazza le possibilità, questa è una storia che parla di speranza circa la insospettata vitalità che talvolta sembrano conservare i desideri irrealizzati.
Un ispirato Jung Jin-young offre il volto all'ingenuo Gi-yeong, rendendo assai credibile un personaggio ai limiti della follia, mentre il giovane Jang Geun-seok, vera anima della band, aggiorna senza fatica il look del gruppo e quello delle canzoni.
Tutto sommato si tratta di una buona occasione per dare un'occhiata all'altra faccia di un cinema spesso cinico, che qua abbandona le realistiche rappresentazioni spesso senza speranza, per regalare due ore a sognare l'avverarsi di un desiderio.
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