Un matrimonio all'inglese
Titolo originale: Easy virtue
Gran Bretagna: 2008. Regia di: Stephan Elliott Genere: Commedia Durata: 95'
Interpreti: Jessica Biel, Colin Firth, Kristin Scott Thomas, Ben Barnes, Kimberley Nixon, Katherine Parkinson, Kris Marshall, Christian Brassington, Charlotte Riley, Jim McManus
Sito web: www.easyvirtuethemovie.co.uk
Nelle sale dal: 09/01/2009
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
Un matrimonio all’inglese è l’adattamento cinematografico della commedia di Noel Coward ed è diretto dal regista australiano Stephan Elliott, che è anche co-sceneggiatore.
È un film in costume, ambientato agli inizi degli anni ’30. Il giovane inglese John Whitteker si innamora di Larita, una ragazza americana indipendente e all’avanguardia.
I due giovani si sposano immediatamente e poi John porta la moglie alla casa paterna per farla conoscere ai suoi. La signora Whitteker mostra subito una certa disapprovazione nei confronti della ragazza e farà di tutto affinché i due innamorati si lascino. Larita riuscirà a tener testa alla “piccole” scaramucce con la suocera, però il risultato sembra non essere quello sperato.
La commedia, che Coward ha scritto nel 1924 a soli 23 anni, è stata già portata sul grande schermo nel 1928 da Alfred Hitchcock, la versione allora era muta, oggi Elliott le ha conferito lo humour dei dialoghi che non poteva essere apprezzato nella versione precedente, nella quale Hitchcock aveva enfatizzato l’aspetto drammatico del conflitto sociale tra la signora Whitteker (il vecchio mondo) e Larita (il nuovo). Ci sono dei commenti pungenti e battute ironiche ben distribuite durante tutto il racconto.
È un film corale in cui tutti i personaggi possiedono un certo spessore, un bagaglio culturale e delle esperienze personali che lo rendono stimolante, oltre che piacevolmente divertente. Il signor Whitteker (Colin Firth) è un uomo distrutto psicologicamente, reduce della Prima Guerra Mondiale, “l’unico uomo della sua età che è rimasto in quel villaggio” – afferma ed è per questo che il regista ha voluto che fosse una persona estremamente silenziosa.
Quando parla, però, dice parole di rilievo. Si è lasciato andare, non si rade, non segue il protocollo, la moglie non riesce a ottenere niente da lui, neanche il suo aiuto a mettere fuori gioco la nuova arrivata.
È proprio grazie a Larita che nell’uomo si attua un cambiamento, riportandolo gradualmente alla vita.
Il giorno dopo l’arrivo della ragazza, si fa la barba e poco a poco inizia a dialogare e aprirsi un po’ di più proprio con lei.
La signora Whitteker (Kristin Scott Thomas), di contro, è una donna fredda e altera, si sente nella posizione di poter giudicare denigrando una ragazza che non conosce, si ritrova con un marito sul quale non può contare, così ripone tutte le sue speranze sul figlio, che possa aiutarlo a mandare avanti la tenuta, ma poi arriva Larita che lo vuole portare in città, in lei vede anche la persona che sarebbe potuta essere, se gli eventi non avessero preso la piega attuale.
Larita (Jessica Biel) rappresenta tutto ciò che è moderno, una ventata d’aria fresca, è coraggiosa, parla con franchezza e non vuole sottostare a delle regole decadenti e obsolete.
Inizialmente alcuni membri della famiglia sembrano affascinati da questa donna, ma ben presto ci si rende conto che non la comprendono e basta un equivoco per ammettere che non gli piace, cercando un qualsiasi mezzo per screditarla agli occhi di John.
Il regista mette in evidenza l’ipocrisia dei comportamenti della cosiddetta classe aristocratica, che si aggrappava disperatamente a un mondo che non esisteva più.
Per la location sono state scelte tre magnifiche residenze inglesi, immerse nel verde e assolate, molte sono le scene girate all’aperto, e c’è una predominanza della luce per dare corpo alla vitalità di Larita, ma non solo. Elliott è riuscito a fondere al meglio lo humour e l’aspetto drammatico del vissuto dei personaggi.
Un film da vedere.
|