Una notte da leoni 2
Titolo originale: The Hangover Part II
U.S.A.: 2011. Regia di: Todd Phillips
Genere: Commedia
Durata: 102'
Interpreti: Bradley Cooper, Ed Helms, Zach Galifianakis, Justin Bartha, Paul Giamatti, Jamie Chung, Mason Lee, Mike Tyson, William A. Johnson, Sondra Currie, Alex Revan, Michele Aristy, Cat Doss, Jamie Noel, Kelli Stoner, Tanner Maguire, Dylan Boyack, Todd Phillips, Ken Jeong, Aedin Mincks
Sito web ufficiale: www.hangoverpart2.warnerbros.com
Sito web italiano: www.warnerbros.it/thehangover2
Nelle sale
dal: 25/05/2011
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Sorprendente
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Il regista e sceneggiatore Todd Phillips tenta nuovamente il colpaccio portato a segno nel 2009 con “Una Notte da Leoni”, realizzando un secondo episodio comico, esagerato e con in più tanta azione da far sbellicare dalle risate lo spettatore.
Sono passati due anni dagli avvenimenti accaduti a Las Vegas: Phil, Stu, Alan e Doug sono andati avanti con le loro vite. Ora Stu ha trovato la donna giusta, Lauren, che vuol portare all’altare e la cerimonia si farà in Thailandia, dove vivono i futuri suoceri e il resto della famiglia di lei. Stu invita i suoi cari amici, eccezion fatta per Alan, che gli fa venire in mente ricordi non piacevoli.
Doug lo convince ad invitarlo e il quartetto parte con il fratello di Lauren, Teddy, al seguito. Stu non vuole l’addio al celibato, soprattutto non vuole che ci siano alcolici in giro prima del suo matrimonio.
La sera del loro arrivo i quattro amici bevono una birra (rigorosamente chiusa) intorno a un falò, ma la mattina dopo Phil, Stu e Alan si risvegliano in una stamberga a Bangkok, con i postumi di una sbornia e la memoria azzerata per quanto successo quella notte. Solo più tardi si rendono conto di aver perso Teddy. Come faranno a trovarlo in una città così dispersiva? Phillips (qui anche produttore) ha diretto questo film, scrivendo la sceneggiatura insieme a Craig Mazin e Scott Armstrong, avvalendosi inoltre di una squadra creativa valida - con alcuni dei quali ha già lavorato insieme.
Ogni aspetto è stato curato nei minimi dettagli dalla fotografia di Lawrence Sher alle scenografie di Bill Brzeski (entrambi alla terza collaborazione con Phillips). Nello scegliere l’ambientazione del nuovo episodio si è optato per Bangkok. Il regista ha voluto una città che fosse sinonimo di guai per i malcapitati amici, una città dove può succedere di tutto, oltre a possedere una certa dose di pericoli in cui imbattersi.
L’intento è stato quello di inserire Phil, Alan e Stu (Doug rientra al resort perdendosi l’azione) in un ambiente a loro completamente estraneo, senza avere alcun tipo di riferimento o appoggio, neanche la lingua. Li ha messi in una città piena di vitalità e trasgressiva, in cui potersi trovare facilmente in situazioni impreviste e pazzesche. Phillips ha voluto che i suoi personaggi avessero l’opportunità di lasciarsi andare, senza alcun limite che li freni.
La sostanza che assumono a loro insaputa lascia libere le loro inibizioni, portandoli a compiere azioni che mai avrebbero neanche pensato di fare nella vita di tutti i giorni. Ciò che sorprende è cosa è in grado di fare Stu, il più razionale e controllato del gruppo, che non si limita a farsi tatuare il volto…
Per gli sceneggiatori Bangkok offriva la possibilità “ai ragazzi di perdere la testa e poi fare i conti con il senso di colpa del giorno dopo”. Tutto questo è pane per i propri denti per una commedia, se poi si pensa che è stato Todd Phillips a realizzarla non stupiscono le sue trovate divertenti, visto i suoi lavori precedenti.
Ha esordito al cinema con la commedia “Road Trip”, mostrando già un personale senso dell’umorismo.
Lo humour di Phillips non sta nel trasmettere necessariamente la battuta di spirito, ma nel creare situazioni particolari, in cui le battute arrivano quando uno meno se lo aspetta, in modo tale che sia l’insieme a far scaturire ilarità.
Lawrence Sher ha saputo creare un’atmosfera che desse la sensazione di caldo e di oppressione che il regista voleva per i quattro amici a Bangkok, non solo quando si trovano nell’hotel, ma anche quando camminano per i vicoli della città. Crea un’atmosfera del tutto differente, invece, per il resort di lusso dove alloggia tutto il gruppo, mostrando dei paesaggi suggestivi e invitanti, con le spiagge bianche, il mare limpido e una lussureggiante vegetazione, che vien voglia di farci un salto (letteralmente).
Ciò che cattura, sia del precedente che di quest’ultimo film, è l’amicizia e il senso di cameratismo che si sviluppa e unisce i quattro “ragazzi” durante lo svolgimento delle storie, oltre alla sfrenata comicità. Il desiderio del regista è stato quello di mettere lo stesso spirito che alberga in “Una Notte da Leoni”, cambiando il ritmo, mettendoci molta più azione e portando i personaggi ad avventurarsi in un’altra situazione altrettanto assurda e fuori dal comune.
Tra le tante cose inserite si è voluto fare un omaggio alle usanze culturali thailandesi integrando nella storia il festival di Khom Loi, della regione Chiang Mai nella Thailandia del nord, in cui centinaia di lanterne illuminate vengono lanciate nel cielo.
Lo spirito con cui è stato pensato è ringraziare la disponibilità di tutti i thailandesi coinvolti nel progetto: da alcuni attori ad almeno due terzi della troupe e alle persone per strada mentre si girava il film.
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