Titolo: Allacciate le cinture
Titolo originale: Allacciate le cinture
Italia.: 2013. Regia di: Ferzan Ozpetek Genere: Commedia Durata: 110'
Interpreti: Kasia Smutniak, Francesco Arca, Filippo Scicchitano, Francesco Scianna, Carolina Crescentini, Elena Sofia Ricci, Carla Signoris, Paola Minaccioni, Giulia Michelini, Luisa Ranieri
Sito web ufficiale: www.allacciatelecinture.com
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 06/03/2014
Voto: 8,5
Trailer
Recensione di: Ciro Andreotti
L'aggettivo ideale: Profondo
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Lecce, 2003. Elena, Fabio e Silvia sono amici e camerieri al Bar Tarantola.
Elena e Fabio cullano l’idea di rilevare una vecchia pompa di benzina per farne un locale; Silvia invece ha incontrato un nuovo ragazzo, Antonio, con idee razziste e per questo non molto apprezzato da Fabio e Elena.
Lecce 2013. Elena e Fabio sono ora proprietari di un locale che precedentemente era una vecchia pompa di benzina in disuso. Elena è sposata non troppo felicemente con Antonio, hanno due figli e anche un male insidioso da dover sconfiggere.
Özpetek offre al pubblico un ritratto di famiglia avvolto nel dolore; un dolore che se in “Saturno contro” era rappresentato dalla scomparsa improvvisa, in quest’ultima opera viene anestetizzato dall’arrivo di una malattia insidiosa.
Un dolore che fa arrotolare i ricordi di dieci anni prima su loro stessi, che fa ricordare i periodi di giovinezza quando il massimo dei problemi era cambiare fidanzato o vita.
Kasia Smutniak e Filippo Scicchitano si calano perfettamente nei rispettivi ruoli, regalandoci un ottima prova interpretativa. Kasia di ragazza giovane, successivamente madre e donna di successo avvolta nel dolore di una malattia forse inguaribile e Scicchitano che riesce per la prima volta a allontanarsi dalla sindrome di ‘Scialla’, compiendo quel primo passo verso una maturazione artistica che va al di la del proprio aspetto ancora da giovane promessa.
A mano a mano che i ricordi si fanno sempre più chiari, nitidi precisi il colpo di scena di una malattia inaspettata e insidiosa fa riavvicinare un gruppo di persone che invece si stava forse per allontanare definitivamente.
Dal possibile naufragio del matrimonio quasi fallito fra Elena e Antonio, un Francesco Arca molto poco espressivo, nasce invece quella che diviene la vera essenza del cinema di Özpetek, fatto di rapporti di relazioni, di una fotografia e una dovizia dei particolari magistrali; con una cura di sentimenti capace di fare invidia a qualunque seduta psichiatrica di livello, in barba a qualunque pellicola straniera, preferibilmente ‘Made in USA’, che si spacci come soluzione ai vostri problemi affettivo-esistenziali.
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