Chef - La ricetta perfetta
Titolo originale: Chef
U.S.A.: 2014. Regia di: Jon Favreau Genere: Commedia Durata: 112'
Interpreti: Jon Favreau, John Leguizamo, Bobby Cannavale, Emjay Anthony, Scarlett Johansson, Dustin Hoffman, Sofía Vergara, Oliver Platt, Amy Sedaris, Robert Downey Jr., Russell Peters
Sito web ufficiale: www.chefthefilm.com
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 30/07/2014
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Domenico Astuti
L'aggettivo ideale: Leggero
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Jon Favreau è un attore ( Hoffa, Batman Forever... ), sceneggiatore (
Swingers, Fatto ), regista ( Iron Man uno, due e tre ), ed anche produttore,
doppiatore e soprattutto attore comico.
Un professionista del cinema americano
fuori controllo e dalla carriera varia, ondivaga, un po’ sconclusionata, che
forse con questo film cercava di trovare un suo peso specifico. Certo vedendo
il suo film non verrà inserito nell’Enciclopedia del Cinema.
Adesso mettendo
assieme tutte le sue professionalità, scrive dirige, produce e interpreta
questo film estivo, grazioso, in alcuni momenti divertente, dalla costruzione
narrativa scombiccherata e dal finale happy end un po’ vecchiotto e quindi
noioso più che prevedibile.
Lui interpreta il cuoco Carl Casper, potrebbe
sembrare il fratello del compianto James Gandolfini, simpatico, ciccione,
bonario e gran gourmant; un ruolo che si è costruito addosso con affetto e
credibilità.
La sua ex ( improbabilissima ) moglie è interpretata dalla
bellissima Sofia Vergara e in parti marginali troviamo l’attore più pagato di
Hollywood Robert Downey jr, altro ex marito della Vergara, il grandissimo
Dustin Hoffman, ottuso proprietario del ristorante in cui lavora il nostro
chef, Scarlett Johansson, pubblic relation del ristorante ( quasi innamorata di
lui ), Oliver Platt nel ruolo del critico che lo demolisce e poi lo aiuta, i
bravissimi caratteristi Bobby Cannavale e John Leguizzamo e il piccolo Emjay
Anthony, nel ruolo del figlio.
Dicevamo un film dalla scrittura un po’ confusionaria e approssimativa, dove
tutto viene dato per dato e scivola via su ciò che potrebbe essere importante;
infatti, pur basandosi sulla vita di un cuoco poco compreso, l’autore della
trama non decide in che direzione andare oppure preferisce prendere molte
direzioni rimanendo sul vago.
Sicuramente è un film on the road, ma tratta
anche del rapporto di coppia non scoppiato anche se da separati, il rapporto di
un padre poco presente con il figlio, il conflitto della creatività culinaria
con l’ottusità del mercato, il rapporto tra cuoco e assistenti, il rapporto
condizionante dei social network, pubblicità in primis ma anche per i rapporti
umani, e varie altre cose.
Un insieme troppo frammentato e superficiale che
risulta difficile distinguere. I due ingredienti di fondo, il tema tra cucina
e social, si ritrovano essere trattati con approccio leggero e superficiale
confondendo il tutto nella stessa melassa. Tuttavia è un film garbato,
scorrevole, senza pause, in cui si sorride e tenendo presente la carenza di
film nel periodo estivo non possiamo che consigliarlo se si hanno due ore
libere e si vuole stare in una sala cinematografica.
Carl Casper è un cinquantenne separato da una moglie belissima e sempre
elegantissima, Inez, manager cubana e figlia di un famoso cantante di salsa,
lui vive per il suo lavoro senza particolari conflitti esistenziali. E’ un
cuoco dal gran talento, dieci anni prima era uno chef dalle grandi possibilità
professionali, ma adesso è solo un buon cuoco di un buon ristorante di Los
Angeles. Proprio questa sera verrà un critico culinario importante che
potrebbe lanciarlo nuovamente.
Lui si impegna allo spasimo ma incredibilmente
accetta l’ordine del proprietario del ristorante di lasciar perdere l’estro e
le novità e di fare il solito menu che piace al pubblico.
Naturalmente è un
piccolo disastro e la recensione lo affossa. Allorta litiga con il critico e
con il suo datore di lavoro, perde fama ed anche il lavoro. Rimasto da solo e
senza prospettive inizia a recuperare il rapporto con il figlio e, dopo un
viaggio a Miami, decide di ripartire da zero aprendo un Food Truck ( un camion
circolante su cui si cucina cibo cubano che viene venduto per strada ). E’ il
suo modo per ritrovare il tempo perduto, l’espressività culinaria smarrita e
sentirsi felice e libero di cucinare di nuovo.
In compagnia del suo fidato assistente latino e con il figlio parte da Miami
per un giro nel sud degli States per giungere infine a Los Angeles.
Naturalmente il suo cibo è fantastico e l’aiuto del figlio - che a dieci anni
ci sa fare con i Social Network divenuti ormai semplici portali di incontro e
web-marketing, e-commerce, che noi chiamiamo ancora pubblicità - riesce a
riprendersi alla grande fino all’happy end finale professionale e affettivo.
Una nota a merito è il background culinario del protagonista che cucina e ci
fa assistere alla preparazione dei piatti più vari, da un semplice primo di
spaghetti, alla preparazione di un rollè fino a quella della yucca fritta e dei
panini cubani. Quindi il film può essere pericoloso per chi ingrassa alla sola
vista del cibo e per chi vuole un pretesto per mangiare qualcosa di troppo e
grasso.
Nonostante l’ottimo cast ( in fondo sprecato anche per piccoli ruoli ) e l’
ottima troupe il film risulta un tentativo poco riuscito, in cui tutti gli
spunti, anche quelli più originali, vanno un po’ a vuoto.
Tuttavia raccontare
l’arte culinaria non è una cosa semplice e in questo caso l’abilità del
direttore della fotografia a far assaporare i piatti attraverso i colori
distinti è uno dei meriti di questo film.
Quello che resta impresso nello
spettatore oltre al cibo è il simpatico cuoco, ingenuo, generoso e innamorato
solo della cucina che vorrebbe fare.
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