Titolo: Febbre da cavallo
Titolo originale: Febbre da cavallo
Italia: 1976. Regia di: Steno Genere: Commedia Durata: 100'
Interpreti: Enrico Montesano, Luigi Proietti, Catherine Spaak, Mario Carotenuto, Adolfo Celi, Fernando Cerulli, Nerina Montagnani, Ennio Antonelli, Gigi Ballista, Marina Confalone, Luciano Bonanni, Renzo Ozzano, Francesco De Rosa, Nikki Gentile, Maria Teresa Albani, Giuseppe Castellano, Aristide Caporale, Gianfranco Cardinali, Pietro Zardini, Elena Magoia, Fulvio Pellegrino, Valentino Simeoni, Marialuisa Traversi
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 1976
Voto: 9
Trailer
Recensione di: Ciro Andreotti
L'aggettivo ideale: Attuale
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A Roma si aggirano alcuni appassionati di corse di cavalli: Bruno Fioretti detto ‘Mandrake’, attore semi disoccupato e perennemente fidanzato con la barista Gabriella; Armando Pellicci, detto ‘Er Pomata’, disoccupato perennemente braccato dai debitori; il guarda macchine abusivo Felice e l’avvocato De Marchis, proprietario di una scuderia di cavalli.
Tutti quanti fanno ruotare la loro esistenza attorno alle scommesse ippiche.
Difficile non avere in mente ‘il motivetto’ che da sempre accompagna Febbre da Cavallo e inciso per l’occasione da Vince Tempera. Difficile anche non avere presente le migliori scene di una delle pellicole comiche mai prodotte in Italia, divenuta un vero fenomeno di costume, degne del Rocky Horror Picture show, a causa della ripetuta visione nei cineclub della capitale e ben al di la dell’uscita nelle sale datata 1976.
Gli stessi attori, Proietti e Montesano per primi, si accorsero di trovarsi di fronte a qualche cosa di più di un film comico, ma bensì ad un vero fenomeno di costume, quando fermati per la strada all’uno domandavano di sfoderare il sorriso ‘maggico’ di Mandrake e all’altro una delle battute del film.
La pellicola costruita con mezzi di fortuna, facile accorgersi di cambi repentini e inspiegabili di scena e costume, va però oltre a una comicità fatta di colpi di scena, di macchiette, di scherzi mai volgari o sopra le righe.
Il film regge infatti la propria struttura su un architrave non così banale come la si può immaginare, difatti stiamo parlando di un’analessi perfettamente orchestrata in chiave comica e che parte quindi dalla fine, costringendo nel corso di un processo per truffa a riavvolgere la trama da parte di un terzetto di attori che di li in poi, soprattutto Proietti e Montesano seppero ricostruire la comicità della penisola.
Un film ancora attuale, che si fa vedere e rivedere, che fa ridere e sorridere ora come quasi quarant’anni fa, che ebbe un seguito nel 2002 grazie all’inventiva dei fratelli Vanzina, figli di Steno e che seppero dare un degno erede a questa prima pellicola e ora .. vai col tango….
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