Titolo: Gigolò per caso
Titolo originale: Fading Gigolo
USA: 2014. Regia di: John Turturro Genere: Commedia Durata: 98'
Interpreti: John Turturro, Woody Allen, Sharon Stone, Sofía Vergara,
Vanessa Paradis, Liev Schreiber, Bob Balaban, M'Barka Ben Taleb, Tonya
Pinkins, Max Casella, Michael Badalucco, Aubrey Joseph, Jill Scott, Aida
Turturro
Sito web ufficiale:
Sito web italiano: www.gigolopercaso.com
Nelle sale dal: 17/04/2014
Voto: 5,5
Trailer
Recensione di: Ciro Andreotti
L'aggettivo ideale: Ibrido
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Murray, un ex libraio che ha dovuto chiudere la sua attività nel cuore di Brooklyn, propone al suo amico Fioravante di trasformarsi in un gigolò part-time, attività da affiancare a quella di fioraio. Tutto procede alla perfezione sino a quando Murray non proporrà a Fioravante di incontrare Avigal, una vedova ebrea e ortodossa della quale si innamorerà.
Prendi Brooklyn, il terzo agglomerato più popoloso degli USA, aggiungici il quartiere di Williamsburg, a forte concentrazione ebraica, mixa il tutto con Woody Allen e il gioco è quasi fatto. John Turturro si permette di mimetizzare una sua pellicola in un prodotto ‘Alleniano’ grazie anche alla splendida fotografia di Marco Pontecorvo, aggiungendovi una storia di chiara matrice shakespeariana, per via dell’impossibilità di convivenza fra una donna ligia alla visione ebraico ortodossa e un uomo che ebreo non lo è.
Woody Allen completa una pellicola fatta di solitudine urbana, rappresentata da donne che desiderano rapporti fugaci e senza troppe implicazioni morali; da un uomo che ha preferito scegliere di vivere in solitudine a una donna che è attorniata da molti figli e da una visione molto ortodossa, rappresentata dalla comunità ebraica nella quale ha deciso di proseguire a vivere. Allen alla fine aggiunge alla pellicola un tocco di slapstick, di humour in chiave Yiddish, sfruttando le proprie origini e permettendosi quindi di poter scherzare su argomenti molto cari alla comunità ebraica.
Il film però rimane un ibrido, girato stilisticamente in maniera perfettamente minimalista, ma che non trova una completa e perfetta chiave di lettura; in bilico perenne fra serietà e divertimento, dove la capacità di Murray nel persuadere Fioravante è molto veloce, circoscritta ai primi minuti di pellicola, come del resto altrettanto veloce è la risposta affermativa dello stesso Fioravante. Un film che avrebbe potuto quindi osare molto di più, se solo avesse saputo soffermarsi maggiormente sugli aspetti umani della narrazione senza fare il verso ai film dello stesso Allen, ancora in una forma splendida capace di restituire agli spettatori una serie d’indimenticabili battute al vetriolo.
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