Titolo: I love Radio Rock
Titolo originale: I love Radio Rock
Gran Bretagna, Francia, Germania 2009 Regia di: Richard Curtis Genere: Commedia Durata: 135'
Interpreti: Philip Seymour Hoffman, Emma Thompson, Kenneth Branagh, Gemma Arterton, Bill Nighy, January Jones, Jack Davenport, Talulah Riley, Rhys Ifans, Nick Frost
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 12/06/2009
Voto: 6,5
Recensione di: Ciro Andreotti
L'aggettivo ideale: Minuzioso...
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Nel 1966 il governo inglese consente il passaggio in radio di sole due ore settimanali di musica pop e rock, questo nonostante la grande richiesta da parte del pubblico soprattutto giovane. Per fruire liberamente della musica la sola alternativa possibile era sintonizzarsi sulle frequenze dalle quali trasmetteva un manipolo di DJ.
Narrazione profondamente musicale da parte di uno degli autori più famosi del mondo britannico, capace di rivoluzionare sia il piccolo schermo, con l’invenzione del personaggio di Mister Bean, sia di firmare pellicole dell’efficacia al botteghino di Notting Hill e Quattro Matrimoni e un funerale.
Questa volta Curtis, assistito da una colonna sonora di rara bellezza, in perenne bilico fra Beach Boys e la Swinging London, passa al setaccio la storia delle radio libere che a metà dei ’60 decisero di sfidare il governo britannico passando musica h 24 e facendo base all’interno di una radio - nave pirata nella quale vivevano un manipolo di DJ, perennemente presi e persi tra partite a freccette, biliardo, ettolitri di alcool, droga, sesso libero e un governo che nelle mani del ministro Dormandy, impersonato da un eccezionale e irriconoscibile Kenneth Branagh, ottuso e dedito a vietare l’epopea delle radio libere, dovranno capire come muoversi per proseguire le loro interminabili sfide all’ultimo vinile.
Un viaggio iniziatico nel quale il giovane Carl, cacciato dalla scuola e spedito dalla madre sulla nave comandata dal suo padrino Quentin, dovrà capire cosa fare della sua vita, come a suo modo capitò al protagonista di Quasi famosi, pellicola del 2000 che narrava le prime esperienze musicali, e non solo, di un reporter divenuto in seguito il regista Cameron Crowe. In questo caso lo stesso viaggio iniziatico porterà il giovane Carl a conoscere un mondo veramente esistito, con DJ divenuti icone radiofoniche contraddistinte da semplici nickname e fra i quali spicca “il Conte” impersonato dal roco e alcolico Philip Seymour Hoffman. Pellicola da vedere se si ama perdersi fra le nuvole e gli effluvi R&R che sa descrivere minuziosamente un’epoca irripetibile, ma che si perde sulle ultime battute a causa di un finale troppo sdolcinato.
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