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Titolo: Il nome del figlio
Titolo originale: Il nome del figlio
Italia: 2014 Regia di: Francesca Archibugi Genere: Commedia Durata: 94'
Interpreti: Micaela Ramazzotti, Valeria Golino, Alessandro Gassman, Rocco Papaleo, Luigi Lo Cascio
Sito web ufficiale: www.ilnomedelfiglio.it
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 22/01/2015
Voto: 7
Recensione di: Ciro Andreotti
L'aggettivo ideale: Attuale
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A Roma si riuniscono per una cena Paolo, agente immobiliare; sua moglie Simona, scrittrice alle prime armi ma già autrice di un best seller; Sandro, professore di Lettere all’università, sua moglie Betta, sorella di Paolo e madre di due bambini, e un loro vecchio amico: Claudio. L’occasione per Paolo e Simona è quella di parlare della nascita di loro figlio e della scelta del nome da dargli, la discussione sul nome scelto tramuterà però la cena da un incontro familiare a un regolamento di vecchi rancori.
Remake del film “Le Prenom” del 2012 e successo d’oltralpe presentato anche sugli schermi della nostra penisola tre anni or sono. Una pièce teatrale che denuncia anche in tal caso la difficoltà umana di vincere le differenze personali e le apparenze che dividono e uniscono da oltre trent’anni una famiglia della alto-borghesia in questo caso italiana e coloro che vi si sono avvicinati per motivi di amicizia e di parentela.
Ogni personaggio è incastonato alla perfezione nel carattere e nelle caratteristiche del singolo attore: Sandro, Luigi Lo Cascio, docente di lettere frustrato; sua moglie Betta; Valeria Golino, madre e moglie, professoressa anche lei ma personalmente cancellatasi sull’altare della quiete familiare; Claudio, Rocco Papaleo, autore musicale, amico intimo di Betta e forse il più enigmatico dei cinque, causa una vita sempre molto ritirata; Paolo, interpretato da Alessandro Gassman, fratello di Betta, agente immobiliare da sempre pronto alla battuta e prossimo padre di un figlio al quale vuole dare un nome sui generis; per finire con Simona, Micaela Ramazzotti, moglie di Paolo e autrice letteraria di un best seller spesso criticato per la piattezza degli argomenti, ma forse la sola che riesce a inquadrare, causa la sua concretezza, i rapporti fra tutti i presenti.
Il film sceneggiato dalla Archibugi, con l’aiuto di Francesco Piccolo, divide con il film originale solo in parte l’idea di base, una serie di interni di un’abitazione romana curata e snob, una discussione che velocemente vira da scherzo a modo per raccontarsi, il sogno di una generazione che invecchia con la giusta leggerezza, una pellicola che nel corso dei flashback non vuole però trasformare in questo caso gli sbalzi temporali in fonte di ilarità, come nel caso della pellicola diretta da De la Patellière e Delaporte ma che vuole di certo svelare il cinismo e il non detto fra un gruppo di personaggi che a loro modo si sono sempre voluti bene. Da vedere perché qualche scheletro nei rispettivi armadi di certo c’è in ciascuna famiglia e in ogni gruppo di amici.
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