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Titolo: La profezia dell'armadillo
Titolo originale: La profezia dell'armadillo
Italia 2018 Regia di: Emanuele Scaringi Genere: Commedia Durata: 100'
Interpreti: Simone Liberati, Valerio Apresa, Pietro Castellitto, Laura Morante, Claudia Pandolfi, Teco Celio, Diana Del Bufalo, Samuele Biscossi, Kasia Smutniak, Vincent Candela
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 13/09/2018
Voto: 6,5
Recensione di: Ciro Andreotti
L'aggettivo ideale: Singolare...
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Difficile, per non dire impossibile, trasferire un armadillo dalla carta stampata alla celluloide. Ancora più difficile se chi si era impegnato nel tentativo di trasporre l’opera prima di Michele Rech si è tirato indietro a riprese ormai in rampa di lancio, lasciando Emanuele Scaringi, alla sua prima opera a dirigere una pellicola che difficilmente avrebbe potuto ricreare le medesime ambientazioni periferiche della graphic novel dal quale è tratta.
Secco e Zero, amici fraterni fin dai tempi della scuola, sono due disadattati sociali che si sentono fuori dal tempo, sempre contro il sistema e la morale comune, due che riescono a perdersi in grandi riflessioni sul senso politico di qualunque cosa che li circondi: dal prendere un treno all’uso dello smartphone per copiare un compito in classe, fino al senso politico di essere zombie o vampiri.
La loro routine fatta di assuefazione allo spray al peperoncino, il poker on line vissuto come una professione, il lavoro come sondaggista in aeroporto, le ripetizioni a un quattordicenne dal difficile inquadramento politico, e i dialoghi con un armadillo immaginario, che funge da coscienza colpevolizzante; è interrotta da un’e-mail che ne squarcia la via alla normalizzazione fatta di giornate sempre uguali; la loro amica d’infanzia Camille, trasferitasi molti anni prima con la famiglia a Tolosa, è morta. La notizia scoperchia un armadio pieno di ricordi e di frasi non dette, mentre la periferia di Roma viene attraversata in sella a stereotipi fatti di emarginazione voluta, o cercata, distanza da un ‘centro’, visto come adeguamento al sistema, e la voglia di cambiare il mondo senza sapere come farlo, tutte particolarità forse impercettibili agli occhi del lettore ma ben visibili una volta che i personaggi prendono la forma di Simone Liberati e Pietro Castellitto, rispettivamente nel ruolo di ‘Zero’ e del suo amico fraterno ‘Secco’, bravi a trasformare i due amici in personaggi reali ai quali però sottraggono la battuta pungente e le situazioni ai limiti dell’assurdo che sono invece parte saliente dei lavori di Zerocalcare.
Completano la pellicola di Scaringi una fotografia in grado di esaltare l’emarginazione periferica nella quale si muovono i personaggi, fatta di riprese dall’alto alternate a lunghi viaggi sui mezzi pubblici della capitale, e una serie di camei e personaggi di contorno che donano grande efficacia a quel mondo adulto dal quale i due ventisettenni cercano di sfuggire: l’apprensiva madre di Zero, impersonata da Laura Morante, Claudia Pandolfi nella parte di una madre altrettanto apprensiva, Adriano Panatta, vittima di sondaggi aeroportuali e che dona a Zero e al pubblico la sua teoria riguardante l’assenza di attesa da parte dei più giovani, l’ex calciatore Vincent Candela nel ruolo del padre di Camille, per finire con il comico Valerio Aprea nei panni dell’armadillo.
Pellicola che probabilmente piacerà a chi non conosce l’opera di Michele ‘Zerocalcare’ Rech, meno a chi si attendeva di più da un film che comunque ne rappresenta di certo la migliore trasposizione possibile.
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