Titolo: L'amore dura tre anni
Titolo originale: L'amour dure trois ans
Francia: 2011. Regia di: Frédéric Beigbeder Genere: Commedia Durata: 98'
Interpreti: Gaspard Proust, Louise Bourgoin, Frédérique Bel, Joey Starr, Jonathan Lambert, Nicolas Bedos, Anny Duperey, Bernard Menez, Elisa Sednaoui
Sito web ufficiale:
Sito web italiano: www.cinema.moviemax.it/film
Nelle sale dal: 27/06/2012
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Amorevole
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Quale titolo migliore per definire la scadenza delle farfalle nello stomaco, del rossore sulle gote ai primi appuntamenti, della passione e dell’affetto, ai quali subentra l’irritazione, l’apatia e l’odio all’interno di una coppia?
La pensa così il protagonista di questa storia, tratta dal romanzo di Frédéric Beigbeder, qui al suo esordio dietro la macchina da presa. Beigbeder è uno scrittore e critico letterario che, consapevole di andare incontro a un licenziamento, fa pubblicare, nel 2000, ’99 francs’.
Il libro denuncia apertamente il mondo pubblicitario, in cui Beigbeder ha lavorato.
Diventa un caso letterario e arriva il successo, che darà modo all’autore di continuare a scrivere.
“L’amore dura tre anni” racconta la storia di Marc Marronnier, critico letterario di giorno e cronista mondano di notte, e il suo rapporto con l’amore. È convinto che l’amore abbia durata breve – tre anni - come il suo matrimonio.
Deluso e affranto si mette a scrivere il suo personalissimo manuale sull’amore, ma poi conosce Alice e la sua visione cambia.
Il regista decide di adattare uno dei suoi romanzi (edito in Italia da Feltrinelli) per avere la possibilità di tradirlo come vuole e dire qualcosa in più, ampliare l’universo descritto nel libro, mostrando qualcosa che conosce bene: il mondo dell’editoria. Il suo desiderio è stato quello di conferire al film tutto “il mio amore per la Settima Arte, quello che ho visto nei diversi ambienti che ho frequentato, il massimo della sincerità”.
“L’amore dura tre anni” è autobiografico, la storia del romanzo è stata scritta in un periodo nero, vissuto dall’autore dopo il divorzio, come accade a Marc.
Nel film ci sono parecchie cose non presenti tra le pagine del libro, ma appartengono comunque al vissuto di Beigbeder. In effetti la prima cosa che traspare è proprio il sentimento autentico con cui la storia viene raccontata e l’affetto con cui sono stati tratteggiati Marc ed Alice. La sceneggiatura è stata scritta da Christophe Turpin e Gilles Verdiani, Beigbeder ci ha messo poi qualcosa di se stesso.
Azzeccata l’idea di analizzare quali conseguenze porta la pubblicazione del libro, raccontando la storia del romanzo.
È la sua pubblicazione a scatenare gli eventi che coinvolgono Marc ed Alice. Beigbeder ha voluto parlare di cose che fanno parte della sua vita, mai affrontate nei suoi libri.
L’intento è stato quello di realizzare una commedia – amata molto dall’autore – nella quale al romanticismo subentrasse la comicità e viceversa. Al nostro eroe capitano parecchie situazioni imbarazzanti, rese in maniera ilare per il pubblico. Il rapporto con Alice e quello con la sua editrice è costruito su una serie di spiritosaggini, che fanno presa sullo spettatore. Il film è per buona parte vivace e con un ritmo cadenzato, che coniuga bene tutti gli elementi.
Prima dell’epilogo, però, ci si imbatte in alcuni momenti nostalgici, con relativa perdita di ritmo, che rompono quell’armonia così ben creata, ripresa poi nella parte finale. Tolto questo piccolo neo, il film è fresco e originale, ben interpretato e diretto.
La scelta di sfondare “la quarta parete” e far parlare il protagonista con lo spettatore, trasforma quest’ultimo in un confidente, messo al corrente di tutto ciò che gli succede: Marc è un libro aperto, qualsiasi cosa pensa o gli accade è lì a raccontarla. Questa è un’arma vincente e nonostante faccia qualche passo falso, si parteggia per lui e il suo amore.
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