Titolo: Quando meno te lo aspetti
Titolo originale: Au bout du conte
Francia: 2013. Regia di: Agnès Jaoui Genere: Commedia Durata: 112'
Interpreti: Agathe Bonitzer, Agnès Jaoui, Arthur Dupont, Jean-Pierre Bacri, Benjamin Biolay, Dominique Valadié, Valérie Crouzet, Beatrice Rosen
Sito web ufficiale:
Sito web italiano: www.luckyred.it/quando-meno-te-lo-aspetti
Nelle sale dal: 06/06/2013
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Domenico Astuti
L'aggettivo ideale: Freddo
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Quando meno te lo aspetti su Facebook
Jaoui e Bacri sono una ex coppia del Cinema francese ( si sono separati l’anno
scorso ma continuano a lavorare assieme ), sono attori, sceneggiatori e lei è
anche una ottima regista.
Ci hanno regalato alcuni film importanti, uno fra
tutti “ Il gusto degli altri “ affresco di un’umanità alla ricerca dell’amore,
di un senso della vita, in pratica di se stessa. Ma hanno anche scritto film
per Alain Resnais come “ Smoking / No Smoking “ e “ Parole, parole, parole “ e
per altri registi francesi come Cédric Klapisch. Adesso la “ coppia “
ispirandosi liberamente a “ Into the woods “ un musical di Stephen Sondheim,
ripreso dal libro “ Il mondo incantato “, una rivisitazione delle fiabe
tradizionali e in particolare dei Fratelli Grimm, ripropongono i temi a loro
cari in una storia corale e intrecciata.
Possiamo facilmente riconoscere il
mix di favole da “ La bella addormentata “ ( Laura che però si sveglia solo
dopo una specie di coma etilico ), “ Cenerentola “ ( Ma è Laura a trovare la
scarpa di Sandro che scappa via a mezzanotte per andare a prendere la madre al
lavoro ), “ Cappuccetto Rosso “ ( dove il lupo è Maxime, il manager musicale );
invece la ‘ strega cattiva ‘ prenda l’aspetto della madre di Laura che rifiuta
la vecchiaia ( le cui ansie sulla eterna giovinezza dovrebbero farci riflettere
sui condizionamenti della nostra società ), mentre la Jaoui si scrive addosso
il ruolo di una specie di fata che ricorda la fata Lila di “ Pelle d’asino “
e Jean-Pierre Bacri interpreta Pierre, padre di Sandro, che richiama Geppetto
del nostro ‘ Pinocchio ‘.
Ma il centro del film è, come nei precedenti, sulle
varie sfumature dell’amore e parallelamente sulla credenza e le
superstizioni. Film anche complesso e sicuramente ambizioso e forse troppo
strutturato nella scrittura che paga dazio ad autori più robusti ( Resnais
tanto per rimanere nello stesso perimetro ) e rende il tutto meno interessante
dei film precedenti, tuttavia i personaggi restano lievi, coerenti e, anche se
un po’ troppo costruite a tavolino, ogni tanto ci si fa una risata mai volgare
o facile.
Laura è una giovane donna poco più che ventenne, con un padre ricco e corrotto
sotto inchiesta e una madre che va avanti a botox. Attende romanticamente il
principe azzurro e davanti ai suoi occhi appare Sandro, un ragazzo tenero e
sensibile che scrive musica da camera e sta per diventare qualcuno nel suo
settore: sembra che il sogno di Laura si stia realizzando ma il ragazzo è reale
ed è afflitto dai soliti problemi dei giovani, una casa, dei soldi, la
carriera. La loro relazione sembra andare bene ma nella loro vite entra il
fascinoso Maxime che aiuta Sandro nel concerto che sta per mettere in scena e
farà innamorare di lui Laura, al punto che lei abbandonerà dopo un solo
incontro il suo principe dolce e semplice.
Ma questa è solo una delle storie,
un‘altra è quella del padre di Sandro ( Jean-Pierre Bacri ), un uomo sulla
sessantina, gestore di una scuola guida e tipo silente e solitario, che vive
con devastazione la profezia di una cartomante che gli dice la data prossima
della sua morte; poi c’è Marianne ( Agnès Jaoui ), la zia di Laura, attrice che
fa ancora dei provini e per vivere prepara una recita per bambini. E’ una
donna che ha parecchi problemi ma che cerca di essere propositiva nella vita,
deve rielaborare la sua separazione ed ha una figlia adolescente che legge la
bibbia ed è sempre più silenziosa; decide di riprendere a guidare e così
conoscerà Pierre. E poi c’è Eleonore, la fidanzata senza illusioni di Pierre,
Jacqueline, la sua ex moglie che lavora in un bar, Marianne e Eric e Maxime e
altri ancora.
Un film che racconta con tocco leggero i vari drammi esistenziali e amorosi di
esseri soli e frastornati. Con un giusto sapore di retrogusto amaro come
avveniva sapientemente nelle Commedie all’italiana degli Anni Sessanta.
E con
un happy and che non stride perché possibile e reale, in questo caso i cuori
nella tormenta trovano un equilibrio e una speranza di vita nonostante le
paure, le ferite e le disillusioni
E termina con la frase ” E vissero felici
e contenti ” e si tradirono molto.
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