Titolo: Troppo amici
Titolo originale: Tellement proches
Francia: 2009. Regia di: Olivier Nakache, Éric Toledanoi Genere: Commedia Durata: 102'
Interpreti: Vincent Elbaz, Isabelle Carré, François-Xavier Demaison, Audrey Dana, Omar Sy, Joséphine de Meaux, Jean Benguigui, Max Clavelly
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Nelle sale dal: 06/12/2012
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Conflittuale
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Grazie allo strepitoso successo di “Quasi Amici”, la Moviemax decide di distribuire nelle sale italiane il film precedente dei registi Eric Toledano e Olivier Nakache - “Troppo Amici” - del 2009.
Alain e Nathalie sono una coppia in crisi e l’invadenza dei parenti di lei non aiuta.
Il fratello Jean-Pierre e la moglie Catherine hanno un’opinione su tutto e la sorella Roxane sta affrontando una fase nevrotica nella quale coinvolge Bruno, un dottore scambiato puntualmente per un infermiere o un inserviente.
Ognuno di loro ne vedrà delle belle.
“Troppo Amici” è il terzo film di Toledano e Nakache, che lavorano insieme da oltre 15 anni. In questo lungometraggio hanno scelto di dedicarsi alla famiglia e di raccontare quanto sia difficile allontanarsene, nonostante sia un’aspirazione a cui tutti bene o male tendiamo. Si sono affidati anche ad un terapeuta a cui hanno chiesto quali fossero i conflitti familiari in cui si incorre più spesso.
Ciò che maggiormente viene sottolineato è l’invadenza dei parenti nella vita di coppia. Lucien, il figlio di Alain e Nathalie, è un ciclone iperattivo, che combina sempre qualche guaio, molto probabilmente questo comportamento è il frutto della tensione dei suoi genitori, che il piccolo assorbe.
Il modo di fare del bambino è anch’esso oggetto di discussione della famiglia di Nathalie. Ognuno di loro ha qualcosa da dire sugli altri, non considerando la propria situazione, tuttavia emergeranno le pecche che tutti possiedono e sarà questo a porli sullo stesso piano.
I due registi hanno iniziato il progetto prendendo spunto dai loro aneddoti familiari, portando all’esasperazione personaggi e situazioni. Roxane, per esempio, è eccessivamente nevrotica, ma non è stupida e con lo svolgersi della storia la si conosce meglio e la si comprende. Ogni personaggio finisce per trovare la sua dimensione, non prima però di aver affrontato un percorso di maturazione. Durante questo cammino scaturiscono situazioni ilari, che divertono a tratti.
L’intento è stato quello di realizzare un film che diverta ed emozioni al contempo: “Uno spettatore che ride è più portato ad emozionarsi, perché la risata ha un potere distensivo” spiega Toledano.
Improbabile, ma ben argomentata, è la storia collaterale dei clandestini pakistani ospitati da Nathalie, che rende l’integrazione semplice, come dovrebbe essere nel quotidiano di ognuno.
“Troppo Amici” parla di apertura al prossimo, al diverso, indipendentemente dalla cultura o dalla religione professata.
È uno di quei film che vuol far ridere, riflettere e portare a identificarsi con il comportamento o la situazione in cui i personaggi si trovano. L’eccesso col quale si vuol ottenere ciò, però, non sempre raggiunge l’obiettivo auspicato.
Non eguaglia il lavoro fatto su “Quasi Amici”, in cui tutti gli elementi a disposizione sono mescolati alla perfezione, tuttavia ne prepara la strada.
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