Titolo: Una lezione d'amore
Titolo originale: En Lektion i kärlek
Svezia: 1954. Regia di: Ingmar Bergman Genere: Commedia Durata: 96'
Interpreti: Eva Dahlbeck, Gunnar Björnstrand, Yvonne Lombard, Harriet Andersson, Ake Gronberg, Olof Winnerstrand, Birgitte Reimer, John Elfström, Renée Björling, Dagmar Ebbesen, Sigge Furst
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 1955
Voto: 7,5
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Sagace
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“Una lezione d’amore” (En lektion i kärlek) è la prima commedia leggera – e assolutamente imperdibile – di Ingmar Bergman, distribuita in una nuova e più ricca edizione in Dvd dalla Bim e 01 Distribution.
Vi si racconta la storia del ginecologo David, che vuole riconquistare la moglie, Marianne, alla quale, però, ha chiesto il divorzio. Dopo essersi liberato dell’amante, che lo lascia, prende il treno per Copenaghen, sul quale è sicuro di trovare la sua quasi ex moglie. Riuscirà David a riportarla a sé?
Dopo averle affidato l’episodio più ironico e leggero di “Donne in attesa”, Bergman ricongiunge la coppia Dahlbeck/Björnstrand in “Una lezione d’amore” – uscito in sala in Svezia nell’ottobre del 1954 – mettendo in rilievo la perfetta sintonia creata dai due. Eva Dahlbeck e Gunnar Björnstrand sono stati capaci di regalare una performance in cui si completano a vicenda magistralmente.
Effetto dovuto non solo alla bravura dei due attori, ma anche ai dialoghi briosi, intriganti, graffianti, nei quali Bergman non tralascia di inserire le sue perle di saggezza, i suoi interrogativi sull’essere umano e sui relativi comportamenti.
Nell’arco del film arriva per ciascun personaggio il momento di porre delle domande o fare una riflessione sulla condizione umana, aspetto irrinunciabile per il cineasta.
In questa commedia ogni argomento trattato – anche il più grave – viene affrontato con leggerezza, sdrammatizzandolo: l’adulterio, il divorzio, l’essere farfallone, la solitudine e l’alcolismo, tutto è messo al servizio della comicità, persino il parlare di suicidio, nella parte conclusiva, di Marianne, che dice a David di volersi buttare nell’acqua. L’uomo le risponde scherzosamente facendole notare che è proprio a due passi da lei.
Lo spettatore ne rimane piacevolmente conquistato. Bergman crea una commedia elegante e sofisticata, che ricorda quella di Ernst Lubitsch “Un’ora d’amore”, anche qui infatti ci sono schermaglie tra due coniugi che fondamentalmente non possono fare a meno l’uno dell’altra.
Il terzo incomodo diventa uno spunto comico con il quale giocarci, quasi non fosse reale – o una reale minaccia – come lo considera David. All’opposto Marianne considera reale un’amante, che poi amante non è, risvegliando la gelosia e l’amore nei confronti del marito.
In più di un’occasione si fa riferimento alla noia, in cui si incorre con l’abitudinarietà. Solo dopo aver movimentato la propria vita, passando da una frivolezza all’altra, David si rende conto di come anche questa condizione sia diventata noiosa, disinteressandosi di venir lasciato dall’amichetta.
Ciò che gli ridà una briosa energia e un certo guizzo è il desiderio di riconquistare la moglie, spezzando così nuovamente la noia.
Si nota un’incongruenza evocativa in un particolare flashback, quello in cui Nix e suo nonno parlano da soli, questo non può essere un ricordo né di David né di Marianne in quanto non sono presenti. A tal proposito si potrebbe fare più di una congettura: vediamo Nix confidarsi col padre e una delle tante confidenze – fatte fuoricampo - potrebbe essere stata il dialogo col nonno.
Questa rimane solo un’ipotesi, solo Bergman avrebbe potuto dire se è stato frutto di un errore, una svista o qualcosa di diverso.
Come in altri lavori del regista, in cui è presente un forte aspetto teatrale, in “Una lezione d’amore”, che si apre e si chiude su un carillon, c’è una teatralità brillante.
La mano autoriale qui si vede – eccome – Bergman descrive con acutezza i mutamenti e i movimenti dell’animo umano, come è solito fare anche nei drammi, e lo fa cambiando registro ma con la stessa sensibilità e profondità.
“Una lezione d’amore” è uno di quei film che è un piacere vedere. A quasi sessant’anni dalla sua realizzazione si nota l’attualità dei rapporti uomo/donna in esso affrontati.
Bergman ha abituato il suo pubblico a drammi interiori, dubbi esistenziali, a conflitti e crogiolanti afflizioni, in “Una lezione d’amore” dimostra di sapersi svincolare dalla drammaticità strutturale optando per una leggerezza (mai troppo leggera) squisitamente accattivante.
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