Titolo: Una piccola impresa meridionale
Titolo originale: Una piccola impresa meridionale
Italia: 2013. Regia di: Rocco Papaleo Genere: Commedia Durata: 115'
Interpreti: Riccardo Scamarcio, Barbara Bobulova, Rocco Papaleo, Sarah Felberbaum, Claudia Potenza, Giuliana Lojodice, Mela Esposito, Giorgio Colangeli, Giovanni Esposito, Giampiero Schiano
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 17/10/2013
Voto: 8
Trailer
Recensione di: Daria Castelfranchi
L'aggettivo ideale: Aggraziato
Scarica il Pressbook del film
Una piccola impresa meridionale su FacebooK
Rocco Papaleo ci riprova e torna a dirigere una nuova commedia, tratta dal suo omonimo romanzo. Deliziosa, tanto quanto la prima.
In Una piccola impresa meridionale, il regista lucano racconta con delicatezza, leggerezza ed un misto di allegria e malinconia, la storia di un gruppo di persone, ognuna alle prese con il proprio percorso di crescita e con le proprie difficoltà.
Costantino è un prete che si è spretato dopo aver avuto una relazione con una donna: lei però amava il prete, non quello che c’era dentro, e ben presto si è dileguata.
Arturo è stato tradito e lasciato dopo soli sei mesi di matrimonio ed è schernito da tutti gli abitanti del paese che, senza tanti complimenti, lo appellano continuamente come cornuto.
Mamma Stella è a dir poco traumatizzata dopo la fuga della figlia traditrice e ancor più dopo la scoperta che il figlio ha rinunciato ai voti.
La sua badante, Valbona, è una slovacca – di adozione, perché il padre era albanese – bella ma che si irrita facilmente e la cui sorella, Magnolia, approda nel piccolo paese e, essendo una ex prostituta, crea un certo scompiglio.
Rosa Maria, sorella di Costantino, nonché ex moglie di Arturo, sembra sia in Cina ma in realtà è dietro l’angolo e nasconde un segreto a dir poco sconvolgente.
Infine ci sono loro, Raffaele e Jennifer – meglio noto come Gennaro ma Jennifer suona meglio - titolare e aiutante dell’impresa di ristrutturazioni che viene a risistemare il tetto del faro dove tutta la congrega si è a poco a poco riunita, per sfuggire alle malelingue del paese.
Ancora una volta Papaleo è riuscito a dar vita ad una bella storia, in cui i personaggi e le loro peculiarità sono il punto forte ed in cui la musica ricopre un ruolo fondamentale e scandisce la narrazione, accompagnando le immagini e sottolineando di volta in volta gli stati d’animo dei personaggi ed il loro percorso personale.
Ambientato in un paesino che potrebbe trovarsi in una qualsiasi regione meridionale, il film è stato girato in realtà in Sardegna, su una lingua di terra bagnata su entrambi i lati dal mare cristallino. Il faro, teatro della vicenda, è a picco sul mare e, inutile dirlo, è immensamente suggestivo.
Il film scorre lento come le giornate dei protagonisti, persi ognuno nei meandri della propria, inconsolabile esistenza. Ma è una lentezza adeguata al tipo di narrazione, che non provoca stasi e che, al contrario, fa apprezzare ogni minuto del film, ogni suo dettaglio.
I personaggi casualmente si ritrovano a condividere lo stesso tetto e, grazie all’inaspettata compagnia, riscoprono il piacere della vita, superano le difficoltà, ritrovano se stessi ed ampliano i loro orizzonti, andando al di là dei pregiudizi che tanto dominano la piccola comunità.
Non la classica commedia che suscita risate sguaiate, spesso povera di contenuti, ma un’opera che fa sorridere e riflettere, che mette il buon umore e fa venir voglia di cantare, proprio come fanno, a turno, i vari personaggi.
Sorprendenti a questo proposito le prove canore di Barbora Bobulova e Riccardo Scamarcio che cantano alcuni brani: nella colonna sonora, va sottolineato, compaiono le composizioni di Rita Marcotulli, già premiata con il David, il Nastro d’Argento e il Ciak d’Oro per Basilicata coast to coast.
Il cinema italiano torna a sorridere e a far sorridere, con grazia.
|