Titolo: Uno sguardo nella mente di Charles Swan III
Titolo originale: A Glimpse Inside the Mind Of Charles Swan III
USA: 2012. Regia di: Roman Coppola Genere: Commedia Durata: 90'
Interpreti: Charlie Sheen, Bill Murray, Jason Schwartzman, Katheryn Winnick, Patricia Arquette, James Paradise, Angela Lindvall, Tyne Stecklein, Anne Bellamy
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Nelle sale dal: Festival di Roma 2012
Voto: 9
Trailer
Recensione di: Ilaria Mutti
L'aggettivo ideale: Pop
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Festival di Roma. Arriva “A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III” ed è subito festa!
Quel che più sorprende e affascina è l’esuberanza e la ricchezza, di contenuti, d’immagini, di evocazioni. C’è di tutto, nella commedia dolce - amara di Roman Coppola, ”A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III,” pop, surrealismo e Hollywood, dal musical al western, in un caleidoscopico mondo di visioni, eccessive e colorate, spesso incredibili e nelle quali si va a riflettere tutto l’incredibile mondo anni 70.
E’ la storia di Swan, grafico pubblicitario di successo, gran tombeur de femmes, che viene lasciato improvvisamente dalla sua ragazza. Quando l’umiliazione, lo stupore e la sofferenza diventeranno troppo forti, lui inizierà un viaggio delirante, prendendo in prestito un’altra realtà, in cui consumare, nel pensiero, la sua morte, la sua vendetta, la sua rivincita.
E poiché Charles Swan III è uomo di immagini, il suo nuovo mondo sarà popolato da una continua successione di visioni, di sogni per lo più ispirate alla pop art e al più vieto cinema commerciale dell’epoca, in un incessante ricostruzione di generi, situazioni, modelli.
Il film è a volte deliberatamente sfarzoso, come nelle scene di musical, a volte decisamente ironico o addirittura nostalgico nel western con le rocce di cartapesta, ma la dominante è surreale e ossessivamente pop, quando copia o si ispira ai miti, agli oggetti e ai colori degli anni ’70.
E non poteva mancare il richiamo al grande comico americano, il dissacratorio Lenny Bruce, che viene costantemente evocato dal suo amico Kirby.
Poi si “viaggia” tra le donne del passato, attraverso un musical surreale con tanto di morte e resurrezione del protagonista che con un tip tap, tra una tomba all’altra, ripercorre la sua vita amorosa.
Come è esilarante la scena finale con la carrellata che indietreggia fino a riprendere, sullo sfondo del mare un lavandino gigante, in cui l’intera troupe e gli interpreti si presentano al pubblico quasi si fosse trattato di una recita teatrale e non un film.
Ne è venuto fuori un grande melting pot, dal fumetto agli spot pubblicitari, favoloso nelle scenografie e nella molteplicità dei colori, irresistibile nella comicità, nel grottesco e in quel senso di giocosità che immediatamente si trasmette al pubblico.
Forte è lezione di Charlie Kaufman e di Michel Gondry, nella riduzione della realtà a sola azione mentale e vicino si avverte Wes Anderson, nella visione magica e poetica del film e nello spazio riservato alla musica, ma il fattore Coppola balza fuori, con incredibile autonomia da tutta questa sua fantasia, che si sprigiona senza limiti e poi, quasi senza sforzo, riesce a stringere insieme tutte le molteplici anime dell’opera.
Con CQ, quasi 10 anni fa Roman Coppola aveva fatto uno spericolato escursus nel cinema pop degli anni ’60 con le mitiche figure di Barbarella, Diabolik e Modesty Blaise mescolate a un accorato rimpianto di Trouffaut e di Godard, oggi,invece, ci ha irresistibilmente condotti per mano nel Pop degli anni ’70.
Annunciato come vincitore, non dovrebbe temere rivali, visto che gli altri film in concorso non possono minimamente ambire a tale riconoscimento. Speriamo che questo sia il primo di una lunga serie di film, estrosi e anticonvenzionali, di Roman.
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