Titolo: Words and Pictures
Titolo originale: Words and Pictures
USA: 2013. Regia di: Fred Schepisi Genere: Commedia Durata: 111'
Interpreti: Clive Owen, Juliette Binoche, Valerie Tian, Navid Negahban, Bruce Davison, Amy Brenneman, Adam DiMarco, Josh Ssettuba, Janet Kidder, Christian Scheider
Sito web ufficiale: www.wordsandpicturesthemovie.com
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 13/11/2014
Voto: 7,5
Trailer
Recensione di: Daria Castelfranchi
L'aggettivo ideale: Intellettuale
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Dicono di più le parole o le immagini? Clive Owen e Juliette Binoche si battono per dimostrare, lui, che le parole esprimono ben più di un semplice dipinto, lei, al contrario, per svelare come un'immagine possa valere più di mille parole.
Interessante, originale senza dubbio e interpretato da due attori di grande bravura che qui si confrontano con i propri demoni: l'alcool per il professor Jack Marcus (Clive Owen) e l'artrite reumatoide per la professoressa Dina Delsanto (Juliette Binoche).
Ognuno con le sue debolezze e le sue paure, ma con la passione per l'insegnamento e la voglia di trasmettere ai rispettivi studenti l'importanza di immagini e parole.
Perché “tutti gli artisti, con la loro arte, elevano”.
Il film non è incisivo come a suo tempo fu il capostipite del genere, Attimo fuggente, al quale c'è un palese omaggio – doveroso ed apprezzato, vista anche la recente scomparsa dell'indimenticabile Robin Williams -, ma dimostra fin da subito di avere una sceneggiatura solida e dialoghi brillanti e arguti, proprio come i due protagonisti.
Tecnicamente Words and Pictures scorre fluidamente, coadiuvato da una bella fotografia che mette in risalto gli interni – in primis lo studio di Dina - e i protagonisti, giocando con le luci e le ombre che alternativamente illuminano o scuriscono i loro volti, svelandone i sentimenti di paura, rabbia, dolore, tenacia.
E dall'efficace montaggio alternato che mostra la razionalità di una e la follia dell'altro.
Il regista australiano Fred Schepisi, autore tra gli altri di Roxanne e Sei gradi di separazione, torna sul grande schermo con un film che racchiude in sé tanti elementi: una storia d'amore, la lotta per ritrovare la propria identità e soprattutto una battaglia, quella tra parole e immagini.
Tra battibecchi, cenni all'Haiku - “il tweet di 400 anni fa” - e un gioco a chi compone parole con più sillabe, il film mette in scena una cultura certamente più elevata e svela il percorso di crescita dei protagonisti che iniziano a conoscersi, a capirsi...e ad innamorarsi.
Sullo sfondo, il quesito che ha assillato e assilla tuttora generazioni di insegnanti, studiosi e studenti: è più potente un'immagine o una parola?
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