Franco & Ciccio |
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Scritto da Francesco Bassi | |
lunedì 30 aprile 2007 | |
. Franco e Ciccio (Francesco Benenato detto Franco Franchi e Francesco Ingrassia detto Ciccio) furono la coppia di comici più famosa degli anni sessanta e settanta in Italia. Interpretarono insieme 114 film, molti dei quali come protagonisti assoluti ed altri al fianco di Totò, Domenico Modugno, Vittorio Gassman e molti altri. La loro collaborazione iniziò nel 1954 e si concluse solo con la morte di Franco, nel 1992. Al cinema, apparvero insieme dal 1960 (con il film Appuntamento a Ischia, in cui furono lanciati da Modugno e Mario Mattoli) al 1984 (con Kaos), con delle interruzioni nel 1973 e dal 1975 al 1980. Malgrado siano stati aspramente criticati per la qualità dei loro film, spesso autentici esempi del trash ed etichettati come B-movies, realizzati con pochissimi mezzi e incentrati sulla loro bravura nell'improvvisazione, Franco e Ciccio ebbero un notevole successo tra il pubblico e divennero la coppia che incassò di più del cinema italiano. È emblematica anche la loro parabola artistica, da guitti a simboli, avendo come punto di partenza solo la povertà e la miseria della Sicilia durante la seconda guerra mondiale.
Ciccio Ingrassia e il trio Sgambetta
Franco Benenato nacque il 18 settembre 1928 nel capoluogo siciliano, quarto di tredici figli. Non riuscì ad ottenere neanche la licenza elementare, dedicandosi subito al lavoro. Nei momenti peggiori finì anche a fare il ladro, cosa che gli costò anche il carcere nel 1950. L'incontro con Salvatore Polara gli diede la possibilità di recitare, suonare e cantare nelle piazze e per le strade, con il nome d'arte di Ciccio Ferraù, e di farsi conoscere almeno in ambito regionale.
L'incontro Nel 1954, la compagnia teatrale di Pasquale Pinto si spostò da Napoli a Palermo. Un attore, Nino Formicola, si ammalò e il capocomico Giuseppe Pellegrino si doveva occupare di sostituirlo: la scelta cadde su Ciccio. Ingrassia, però, era tornato a lavorare come tagliatore-modellista di calzature e inizialmente rifiutò, proponendo di contattare Franco. Pellegrino non era convinto della scelta, in quanto avrebbe dovuto ingaggiare uno sconosciuto che non era neanche un vero attore, e contropropose a Ciccio di ingaggiarli insieme. A questo punto entrambi furono assunti dalla compagnia. Avrebbero dovuto semplicemente interpretare la canzone Core 'ngrato, ma Franco propose una variante: Ciccio avrebbe cantato mentre lui lo disturbava. Nella preparazione allo spettacolo, Ingrassia lavorò molto su Franchi, che oltre ad avere delle gravi lacune in lingua italiana non aveva neanche le basi della vera e propria recitazione. Debuttarono al teatro "Costa" di Castelvetrano e ne venne fuori uno sketch che ebbe un grande successo tra il pubblico. Il numero, che all'inizio durava circa 5 minuti, negli spettacoli successivi raddoppiò la sua durata e fu anche portato al Salone Margherita di Napoli. I due iniziarono a realizzare divertentissimi dialoghi. Inizialmente Ciccio era un po' restio ad unirsi a Franco, sia a causa della differenza d'età che li divideva (Ciccio era più vecchio di sei anni), sia per le diverse condizioni artistiche (Ciccio era già capocomico di una compagnia di giro, Franco invece era poco più di un guitto di quartiere). Visto il successo, si decise però a proseguire a lavorare con lui, continuando a fargli da maestro.
I primi successi teatrali Debuttarono a Como e Bergamo con Al Texas Club di Gallucci. Poi Amedeo Sollazzo fornì loro Due in allegria e cinque in armonia, che presentarono inizialmente a Roma, poi dal 1959 si trasferirono in Veneto, dove Franco con delle ballerine rischiò la vita in un teatro di Belluno a causa di un incendio, riuscendo egli stesso a domarlo e mettere tutti in salvo. Quell'anno Franco ottenne il premio Mascotte come rivelazione dell'anno e fu premiato insieme a Ciccio a Roma. Nel 1960 furono prima a Genova, dove Ciccio si sposò con Rosaria (con cui ebbe il figlio Giampiero), e poi in Francia.
Il viaggio in Francia fu voluto da un imprenditore, Metz, a cui piacque Due in allegria e cinque in armonia. Convinto che Franco e Ciccio potessero parlare il francese, li ingaggiò. I comici palermitani recitarono la prima a Nizza, dove si accorsero che le battute in italiano erano assolutamente inutili perché incomprensibili e, non sapendo assolutamente nulla di francese, dovettero sfruttare al massimo le gag basate sulla mimica: così riuscirono anche a strappare applausi e risate al pubblico d'oltralpe. Il titolo di un giornale fotografò perfettamente la situazione: Abbiamo riso, ma non abbiamo capito niente. In seguito, si esibirono a Cannes senza il complesso Calì. Alle prove gli organizzatori furono molto delusi dalla loro impreparazione e disorganizzazione (non avevano neanche le partiture delle musiche): gli assegnarono un sottoscala come camerino e riservarono al loro numero solo tre minuti prima dell'inizio dello spettacolo vero e proprio. Franco e Ciccio non si arresero e allo spettacolo sforarono conquistando ancora una volta il pubblico e gli elogi anche dai primi detrattori. Franco e Ciccio in Due mafiosi nel Far West.Rientrati in Italia, furono anche sul punto di partire per il Sudamerica per un musical organizzato da Gianni Ravera e Michele Galdieri. Vennero anticipate loro 250.000 lire, ma lo spettacolo non sarebbe stato mai messo in scena. In quel periodo, infatti, Franco e Ciccio incontrarono il regista Mario Mattoli, che li avrebbe lanciati nel mondo del cinema.
Nel film interpretarono due contrabbandieri che avevano un ruolo secondario e rimasero sul set meno di due settimane: tanto bastò a Modugno per offrir loro un contratto di cinque anni. I due restituirono così l'anticipo a Ravera e strapparono il contratto che li legava alla tournée in Sudamerica. Franco e Ciccio lasciarono il teatro per lavorare a tempo pieno nel cinema, concedendosi solo due pause nel 1961 e nel 1963. Franco comunque non era del tutto digiuno di cinema. Ad appena 22 anni era riuscito ad apparire nel film di Mario Bonnard Il voto e nel 1960 aveva recitato in Salambò. In entrambi i casi si era trattato di parti marginali, nulla di paragonabile a ciò che avrebbe interpretato al fianco di Ciccio.
Il flop contribuì però ad aumentare la loro notorietà: molti produttori iniziarono a proporre delle sceneggiature che i comici accettavano quasi incondizionatamente. Quel periodo fu segnato da pochi successi al botteghino: le sceneggiature erano spesso inconsistenti e Franco e Ciccio si accontentavano per non rischiare di rimanere ancora senza contratto. Il vero boom arrivò con I due della legione: la Titanus, casa di produzione cinematografica, spese circa 100 milioni di lire e ne incassò 500. Il successo valse a Franco e Ciccio l'appellativo di coppia d'oro. Nel 1963 il regista Giorgio Simonelli propose a Franco e Ciccio un film che avrebbe dovuto proseguire il filone della nascente commedia erotica all'italiana, Due siciliani a Parigi. Il produttore Edmondo Amati aveva a disposizione un filmato di uno spogliarello realizzato a Parigi e avrebbe voluto renderlo più interessante aggiungendo la presenza comica di Franchi e Ingrassia. Il regista però convinse il produttore a cambiare il soggetto, riuscendo a ritagliare uno spazio più ampio per la comicità. Da questo cambio di programma nacque una serie che ebbe un discreto successo sia in Italia che all'estero: si iniziò con I due mafiosi, che riprendeva parodiandolo il film Mafioso di Alberto Lattuada, si proseguì con Due mafiosi nel Far West, Due mafiosi contro Goldginger, Due mafiosi contro Al Capone. Nel 1963 conclusero il loro legame contrattuale con Modugno dopo lo scarso successo di Tutto è musica e Tommaso d'Amalfi e contattarono un agente, Amleto Adani. Per tutti gli anni sessanta gli incassi furono quasi costantemente sui 500-800 milioni di lire a film, e i tempi ristrettissimi di produzione (si arrivò anche ad appena tre settimane per Don Franco e don Ciccio nell'anno della contestazione del 1970) aumentarono i meriti della coppia d'oro.
Entrambi comunque preferivano i teatri ai cinema. Riuscirono a concedersi alcune pause dal set cinematografico per apparire in due musical d'autore, Rinaldo in campo di Garinei e Giovannini (uno dei successi teatrali più importanti del Novecento, ha detenuto il record di incassi per molti anni) e Tommaso d'Amalfi di Eduardo De Filippo (che non ebbe altrettanto successo), entrambi al fianco di Domenico Modugno.
Tornando al cinema, la critica non si stancò di disprezzarli. La coppia continuava a recitare un gran numero di film l'anno, ma fu anche coinvolta in progetti di grande successo. Uno dei pochi film veramente apprezzato dalla critica fu Capriccio all'italiana (1968), in cui Franco e Ciccio ebbero a disposizione un episodio diretto da Pier Paolo Pasolini e al fianco di Totò, l'Otello. Il trio comico riscosse un successo strepitoso, conquistando sia il pubblico che la critica. Un altro exploit arrivò con l'interpretazione del gatto e della volpe ne Le avventure di Pinocchio di Luigi Comencini, nel 1972[1]. Buster Keaton.Molto importanti furono le esperienze con il regista horror Mario Bava e con Buster Keaton. Il primo li diresse in Le spie vengono dal semifreddo: anche se non era a suo agio nel genere comico, li fece incontrare con Vincent Price, un attore statunitense di fama mondiale. Il secondo era l'idolo di Franco, eroe di un gran numero di pellicole comiche che risalivano anche al cinema muto e principale antagonista di Charlie Chaplin: lo incontrarono in Due marines e un generale. La coppia sembrava anche inseparabile. Entrambi rifiutavano le parti da soli per non lasciarsi a vicenda. Ciccio disse di no a Salvatore Samperi per Malizia, Franco rifiutò Pasolini per Uccellacci e uccellini. Rifiutarono anche delle richieste per il filone della commedia erotica all'italiana e non c'è neanche un film che interpretarono insieme vietato ai minorenni. La caratteristica di rifiutare lo sfruttamento del sesso e del turpiloquio fu tra quelle che sempre contraddistinsero il lavoro di Franco e Ciccio. Inoltre, il duo palermitano non si è mai schierato politicamente, e le satire che misero in scena prendevano solitamente in giro l'intera classe politica, evitando gli scontri frontali.
In quel periodo, Franco partecipò a vari spettacoli teatrali del napoletano Mario Merola e del pugliese Lino Banfi. Aveva il sogno, che non riuscì a realizzare, di creare un teatro in cui gli attori potessero dedicarsi ad una moderna commedia dell'arte, in cui non vi erano copioni rigidi e tutto si affidava alla bravura degli interpreti per evitare la ripetitività. Anche Ciccio avrebbe preferito tornare al teatro, che ammirava di più rispetto al cinema e alla televisione, seguiva Bramieri, Manfredi, Rascel, ma vi riuscì solo in rare occasioni.
Nei piani di Ingrassia, Lino Banfi sarebbe dovuto essere il protagonista della parodia di Paolo il caldo di Marco Vicario. I produttori però vollero a tutti i costi Franco, ritenendo che senza di lui un film di Ciccio non avrebbe funzionato. Fu così che i due si riavvicinarono per la prima volta. La grande intesa tra regista e protagonista diedero vita ad una situazione inedita per entrambi. Franco riusciva ad esprimere tutto ciò che gli altri registi non gli avevano saputo tirare fuori e la sceneggiatura firmata da Ciccio esaltava le qualità del compagno. Ciccio avrebbe voluto fare ancora una volta il regista con Franco nel sequel de L'Esorciccio (L'Esorciccio contro King Kong), ma la proposta fu talmente stravolta che dovette rinunciarvi. Provò anche a scrivere una parodia di Sandokan, anche in questo caso non riuscì a metterla in scena. Non riuscì neanche a realizzare il suo sogno di fare un film scritto e diretto in coppia con Franco.
Nel 1977 sorse un contenzioso con Edmondo Amati, che aveva realizzato un video (Amici più di prima) formato da un collage di vari film di Franco e Ciccio senza neanche contattarli. Ciccio, indignato per l'accaduto e abbattuto per varie vicissitudini che lo avevano colpito dall'ultima volta in cui aveva litigato con Franco, ad una festa a cui erano presenti tutte le case di produzione, denunciò l'accaduto in pubblico. Si attirò le simpatie di Marco Bellocchio che inserì lo sfogo ripreso in diretta ne La macchina cinema, ma non quelle degli altri presenti, che lo isolarono. Lo stesso anno si riconciliò con Franco. Gino Landi li contattò per La granduchessa e i camerieri, che interpretarono fino a quando non finirono di pianificare una tournée negli Stati Uniti. Per problemi contrattuali, però, litigarono nuovamente e Ciccio fu sostituito da Lino Banfi. Franco e Lino Banfi ottennero un buon successo oltreoceano, ma ovviamente la vecchia coppia perse alcuni contratti importanti che avevano firmato insieme. Per tre anni i rapporti tra i due rimasero tesi ma cordiali.
Continuarono a partecipare a vari programmi televisivi, sia come presentatori che come ospiti, fino al 1992. Nel 1986, durante Grand Hotel, Ciccio ebbe un malore e venne rimpiazzato dal figlio Giampiero; nel 1992 fu Franco ad avere un malore e a lasciare il compagno durante Avanspettacolo. A dicembre Franco morì dopo una lunga malattia che lo aveva più volte costretto a rinunciare agli impegni televisivi. Ciccio visse per altri 11 anni, quasi totalmente fuori dallo spettacolo, ricordando ogni volta che poteva il suo compagno di tante avventure.
Ruoli
protagonisti di slapstick comedies (in questi film la trama è praticamente assente, la storia è legata in maniera molto debole e la comicità scaturisce semplicemente dalla mimica e dalle battute degli attori; un esempio è L'onorata società);
Generi
Lavori originali Molti film sono incentrati sul tema della mafia. Probabilmente il modello iniziale era il Mafioso di Alberto Sordi, ma la coppia si distanzia dal punto di vista dei contenuti. La coppia di comici palermitani gioca inizialmente sullo stereotipo siciliano-mafioso, per poi fare diventare il loro ruolo un classico della loro produzione e soprattutto ridicolizzare la figura più negativa della storia siciliana. Anche in film in cui il tema mafioso non è centrale a volte si sceglie di inserire elementi che possano riportare a quest'origine, ma si tratta di rare eccezioni. I primi film di questo tipo sono L'onorata società e la saga che segue I due mafiosi. Altri, sicuramente in numero minore, si incentrano sulla satira della società, che non è mai aspra né polemica, ma semplicemente umoristica. Franco e Ciccio possono prendere di mira la politica (I due deputati), la religione (Don Franco e Don Ciccio nell'anno della contestazione), lo sport (I due maghi del pallone), la giustizia (Riuscirà l'avvocato...) e molti altri ambiti della società degli anni sessanta. Vi sono anche dei film originali che riprendono i western, come I due sergenti del generale Custer, i film con titoli celebrativi e semiseri ma di argomento demenziale (Come rubammo la bomba atomica, Come svaligiammo la Banca d'Italia, Come inguaiammo l'esercito) o anche quelli di argomento libero e incentrato semplicemente sui personaggi Franco & Ciccio (I due pompieri, I due assi del guantone, Franco e Ciccio e le vedove allegre).
Vanno considerati a parte i western non originali, quasi tutti delle rivisitazioni dei cosiddetti spaghetti western (Per un pugno nell'occhio, Il bello, il brutto, il cretino, Due rrringos nel Texas...) e quelli di spionaggio (Le spie venute dal semifreddo, 002 agenti segretissimi, 00-2 Operazione Luna...) che si rifanno ovviamente alla saga di James Bond. Di tono decisamente più elevato si ricordano Don Chisciotte e Sancio Panza e Farfallon, entrambe parodie ma realizzate con una cura molto superiore rispetto agli altri lavori. A metà tra le parodie e i lavori originali vi sono poi i film con titolo parodiato ma trama originale. Di questo gruppo fanno parte I due maggiolini più pazzi del mondo e alcuni western. Inoltre, caso unico, è possibile considerare Continuavano a chiamarli... Er più er meno come il sequel (e quindi non propriamente parodia) di Er Più - Storia d'amore e di coltello.
Di film a spezzoni ne esiste solo uno, I due magnifici fresconi, ed era un chiaro segnale di crisi: questo tipo di film vengono realizzati quando mancano le idee. Amici come prima e Franco e Ciccio superstar vengono considerati come documentari, anche se più propriamente sarebbero da ascrivere a questa categoria. Altri spezzoni di Franco e Ciccio sono stati inseriti in Un sorriso, uno schiaffo, un bacio in bocca e Lo schermo a tre punte.
L'unico LP pubblicato dai due in coppia è stato quello dello spettacolo Rinaldo in campo, che raccoglieva tutte le canzoni interpretate durante la commedia. Tra le canzoni da ricordare, Tre somari e tre briganti con Modugno (poi pubblicato anche in 45 giri). Nei loro film, Franco e Ciccio furono coadiuvati da Piero Umiliani, Lallo Gori e Roberto Pregadio nelle musiche. Le colonne sonore erano curate decentemente e spesso ne sono stati tratti dei 45 giri. Anche dalle loro apparizioni in televisione sono stati ricavati dei singoli. Il successo migliore, comunque, toccò a Franco, che da solo pubblicò anche l'album Sarò Franco e vari singoli (di cui L'ultimo dei belli finì in hit parade).
Dal 4 novembre 1967 al 10 febbraio 1968 Franco e Ciccio furono protagonisti anche di una serie di 16 albi di fumetti, editi dalla Gallo Rosso Editrice e realizzati di Luciano Bernasconi: Ciccio & Franco. I fumetti avevano cadenza settimanale e costavano 100 lire l'uno. Le storie erano originali, ma ovviamente riprendevano le gag già proposte al cinema. Questi sono i titoli:
Agente 008 si vive solo tre volte (4 novembre 1967)
Dietro le quinte I loro film erano senza una vera e propria sceneggiatura: si basavano su un canovaccio realizzato da chi ideava il soggetto e tutti i dialoghi erano affidati alla loro improvvisazione. La coppia d'oro si appoggiò spesso a Roberto Gianviti e Amedeo Sollazzo per questi canovacci, ottenendo dei riscontri che ritennero buoni. Meno bene andarono i rapporti con Franco Castellano e Giuseppe Moccia (detti Castellano & Pipolo), con cui avevano delle divergenze sulle battute comiche. I problemi il più delle volte sorgevano nel doppiaggio, quando, non avendo in mano il copione, i due erano costretti a leggere il proprio labiale per ricordarsi ciò che avevano detto! Il regista, il più delle volte, si limitava a dare indicazioni a chi si occupava della cinepresa, senza interferire nel lavoro degli attori. Franco la definisce una «direzione artistica superficiale, figlia di una concezione passiva del cinema.» Tutto questo ovviamente alleggeriva il lavoro dei produttori e dei registi faceva ricadere interamente su di loro la realizzazione del film. Il problema opposto si pose con i grandi registi che incrociarono la loro strada: chiudendoli in ruoli che non sentivano propri, rischiavano di snaturarli e quindi le partecipazioni a veri film d'autore sono pochissime. Nel teatro, invece, avevano un'autonomia più limitata ma anche qualcuno che li seguisse e li aiutasse in ciò che facevano. Con i produttori, invece, la situazione era tesa dal punto di vista economico. Gli ottimi incassi (ad esempio 800.000 lire alla prima e 500 milioni in totale per I due della legione) erano tutti introiti per le case di produzione che spendevano appena un quinto di quanto ricavavano ai botteghini. Franco e Ciccio non riuscirono mai ad ottenere quanto loro realmente spettasse, perché preferirono lavorare molto e stabilire un rapporto di fiducia con il pubblico (negli anni sessanta erano un appuntamento fisso al cinema) senza rischiare di essere tagliati fuori.
Franco invece ammirava e considerava il re della comicità Buster Keaton, che considerava anche migliore di Chaplin. Il suo sogno era quello di recitare al suo fianco e ci riuscì nel 1966. Nei primi anni di teatro, Franco fu spesso accostato a Jerry Lewis. Veniva definito anche il suo omologo italiano, e per un periodo il comico aiutò la pubblicità cercando di assomigliargli oltre che nello stile comico anche nell'aspetto fisico. Franco e Ciccio inoltre ammiravano molti loro colleghi contemporanei: Peppino De Filippo, Erminio Macario, Raimondo Vianello, Luigi Pavese, Aldo Fabrizi, Akim Tamiroff e Misha Auer. Inoltre Ciccio era stato positivamente colpito da Jayne Mansfield, un'attrice-icona morta a soli 34 anni per un incidente stradale.
Il motivo principale del successo di Franco e Ciccio è da ricercare nella contrapposizione dell' aspetto fisico e nelle profonde diversità di carattere dei due: alla corporatura minuta, alle movenze nervose e alla mimica facciale sopra le righe di Franchi, esuberante sino all'eccesso, facevano infatti da contraltare il fisico allampanato, la lentezza dei movimenti e la rigida maschera di Ingrassia. Sul piano psicologico, si potrebbe inizialmente pensare che Ciccio faccia sempre la parte del furbo, mentre Franco quella del tonto: non è solo questo, in quanto entrambi spesso sono sullo stesso piano impersonando due veri e propri ritardati, con Ciccio più razionale e Franco più creativo. Si potrebbe pensare che questa in fondo non sia altro che la ripetizione dello stereotipo del duo americano Stanlio & Ollio (Stan Laurel sarebbe il corrispettivo di Ciccio e Oliver Hardy quello di Franco) che tanto successo ebbe agli inizi del XX secolo. In realtà, Franco e Ciccio aggiungono delle varianti: i ruoli sono invertiti, in quanto Ciccio è quello furbo, mentre Franco è il tonto, e meno caratterizzati rispetto a quelli degli americani (i palermitani spesso risultano entrambi tonti e le battute stupide possono partire sia dall'uno che dall'altro) e il fisico di Franco è decisamente più atletico di Ollio. La critica cinematografica contemporanea ha sempre etichettato Franco e Ciccio come attori di serie B, a parte in poche eccezioni (erano stimati da Alberto Moravia e Carmelo Bene). Solo in rari casi in cui ebbero modo di farsi notare in film di grandi registi come Pasolini e i fratelli Taviani. Ancora oggi vengono considerati come assoluti protagonisti dei film trash, ma sono stati rivalutati per quanto riguarda il genio comico e creativo. Occorre anche dire che molto spesso le sceneggiature dei loro film erano di infimo ordine basate tutte sul doppio senso. Questo era dovuto in parte al fatto che in alcuni periodi fecero anche più di dieci film in un anno (20 nel 1964) e quindi il lavoro veniva fatto senza eccessivi scrupoli basando tutto sulla "vis comica" dei protagonisti. Altro elemento da valutare e che molto spesso i loro film vennero diretti da registi di modesta levatura o esordienti nella direzione. Resta comunque il fatto che erano proprio loro, i tanto criticati attorucoli di serie B, che reggevano il maggior peso nell'economia dei loro film. Il successo che hanno avuto con il pubblico, in ogni caso, è testimoniato dagli incassi altissimi che sono stati superati solo da quelli della coppia Massimo Boldi-Christian De Sica (i quali hanno lavorato insieme dal 1986 al 2006).
Questa è la lista di tutte le apparizioni cinematografiche di Franco Franchi, con l'aggiunta dei documentari e dei film tv. Nei film, i numeri tra parentesi indicano il giorno, il mese e l'anno della prima proiezione pubblica, ove disponibile.
Teatro
Film televisivi
Presentatori in televisione
Ospiti fissi in televisione
Documentari Discografia
Album
Singoli
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Franco_e_Ciccio" Franco Franchi insieme a Ciccio Ingrassia hanno formato una coppia di comici entrata nella storia della cinematografia italiana: Franco & Ciccio.
«Franco Franchi non era un siciliano, era il siciliano. Non era un comico, era il comico.»
Giovinezza Fu però sempre attratto dalla recitazione e dalla comicità, arti in cui era incredibilmente dotato. A volte girava la città con una grancassa cercando elemosine, aggiungendo spesso elementi di comicità. In uno dei sui giri venne adocchiato da Salvatore Polara, un musicista napoletano che nel 1945 lo inserì nel suo gruppo, gli striscianti. Gli veniva dato uno stipendio di 6 lire a settimana, e con questo riusciva a vivere. Questo giovane talento eclettico e clownesco realizzò spesso concerti musicali per le vie, le piazze e per i ristoranti di tutta la Sicilia nonché piccoli spettacoli comici all'aperto e animazioni a matrimoni e battesimi, in cui nacque il suo primo personaggio, Ciccio Ferraù, e sviluppò anche delle imitazioni tra cui Totò, Benito Mussolini, Adolf Hitler. La sua mimica facciale, ancora agli inizi, era già fonte di curiosità nel pubblico e in alcuni attori di teatro, che presero da lui degli spunti. Entrato in un circo, fu tuttofare nel 1948, ma non riuscì a lavorare a lungo in quest'ambiente. Lasciò anche la compagnia di Pollara, che non gli dava più stimoli. Rimase così ancora disoccupato e dovette ricominciare da capo. Ritornò a fare il ladro e nel 1950 fu anche messo in carcere per furto. Quando uscì, andò a lavorare come posteggiatore al nord Italia e fu militare a Bologna. Al suo ritorno in Sicilia, riprese a fare l'attore. Conobbe e sposò Irene Gallina (che gli diede due figli, Maria Letizia e Massimo) e debuttò al teatro Golden di Palermo. In quegli anni, Francesco Ingrassia detto Ciccio faceva l'attore in una compagnia e veniva regolarmente pagato. Quasi per sbaglio i due si incontrarono per le strade di Palermo e da lì iniziò una lunga collaborazione, che avrebbe dato vita a una coppia definita d'oro per gli incassi altissimi e per il grande successo che ebbe nel pubblico. Realizzarono insieme 132 film. I numeri sono concentrati negli anni sessanta: 1 nel 1960, 6 nel 1961, 7 nel 1962 e 1963, solo nel 1964 ne realizzarono 22! Tutti i loro lavori erano molto apprezzati dal pubblico ma quasi sempre snobbati dalla critica: Franchi, ogni volta che leggeva il commento negativo dei critici sui giornali, rimaneva molto deluso. Nel 1964 i loro film incassarono circa 7 miliardi e 300 milioni (il 10% degli incassi dei film italiani in quell'anno).
Anche nei periodi di lontananza da Ciccio, Franco riuscì a rimanere sulla cresta dell'onda: interpretò alcune parodie di film famosi, tra cui Ultimo tango a Zagarol di Nando Cicero e Ku Fu? Dalla Sicilia con furore (entrambi del 1973). Franco Franchi impersona Paolino Pastorino in Paolo il freddo.Si occupò anche di satira politico-militaresca nei film Il sergente Rompiglioni di Pier Giorgio Ferretti (sempre del 1973) e Il sergente Rompiglioni diventa... caporale di Mariano Laurenti (1975), nel quale Franco esegue una perfetta imitazione del dittatore tedesco Adolf Hitler. Fece anche il cantante ed incise un LP. Le sue canzoni, melodiche e romantiche, non avevano però nulla a che fare con la sua comicità. Il muro che si era creato tra lui e Ciccio cadde nel 1974, allorché Ingrassia lo scelse per interpretare il suo film Paolo il Freddo. C'è infatti da dire che, a differenza di Ciccio, Franco non volle mai fare il regista, non sentendosi portato per questo ruolo.
In quegli anni iniziò a lavorare per la Fininvest con Ciccio. Si dice che i contatti tra il duo e la televisione privata furono propiziati dall'ammirazione che Silvio Berlusconi provava per loro. Il critico Tatti Sanguineti, alla presentazione di Come inguaiammo il cinema italiano, dichiarò che in quel periodo Franco e Berlusconi collaborarono nello scrivere i testi di alcune canzoni, che sarebbero state usate dalla coppia in alcuni spettacoli e successivamente dal futuro premier e Mariano Apicella[1].
Nel 1989, Giovanni Falcone gli inviò un avviso di garanzia nell'ambito dell'inchiesta che avrebbe portato al cosiddetto maxiprocesso quater: Franco Franchi era accusato di associazione mafiosaTra gli imputati (poi condannati nel 1999), figurava anche Salvatore Lo Piccolo.
Nel luglio del 1992, a Napoli, durante le registrazioni di uno show dedicato all'avanspettacolo, viene colto da un attacco cardiaco e ricoverato subito all'ospedale S.Paolo. Durante il programma Grand Hotel, a causa di un malore di Ciccio, Franco aveva dovuto lavorare per cinque puntate con Giampiero Ingrassia (figlio di Ciccio) che aveva sostituito il padre sino al suo rientro nelle ultime puntate. In Avanspettacolo, invece, è Ciccio che rimane da solo, anche se i due avevano già registrato diverse scenette usate poi per il programma. Franco, stanco e malato di cirrosi epatica, rientrerà solo nell'ultima puntata. Giustificherà questo ritardo dicendo: "Sono stato in paradiso ma non mi hanno voluto". La morte lo colse il 9 dicembre 1992 a Roma: la notizia fu accolta con grande tristezza e commozione da milioni di persone, cui egli aveva regalato la gioia di un sorriso. La sua naturale simpatia e la brillantezza del suo genio creativo lo avevano ormai reso familiare ad ogni famiglia italiana. Narrano i giornali che le genti del "Bel Paese" appresero la notizia della sua scomparsa come se fosse deceduto un parente. Al suo funerale parteciparono migliaia di persone, tutte unite nel ricordare quel gran genio di Franco. Alla sua memoria (e a quella di Ciccio Ingrassia, anch'egli scomparso nel 2003) è dedicato il film Come inguaiammo il cinema italiano, girato nel 2004 sotto la direzione di Daniele Ciprì e Franco Maresco.
Televisione
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Franchi" Ciccio Ingrassia, nome d'arte di Francesco Ingrassia (Carini, PA, 5 ottobre 1922 - Roma, 28 aprile 2003) è stato un popolare attore siciliano. Coniugato con Rosaria Calì, che sposò a Genova il 5 settembre 1960 durante una tournée. L'anno successivo, il 18 novembre 1961, nacque il figlio Giampiero che, dopo essersi laureato in giurisprudenza, ha seguito le orme paterne entrando nel mondo dello spettacolo divenendo anch'egli attore, con particolare predilizione in ruoli brillanti di teatro leggero e musical.
La grande intesa tra regista e protagonista diedero vita ad una situazione inedita per entrambi. Franco riusciva ad esprimere tutto ciò che gli altri registi non gli avevano saputo tirare fuori, la sceneggiatura firmata da Ciccio esaltava le qualità del compagno. La seconda e ultima direzione di Ciccio Ingrassia fu L'Esorciccio, questa volta senza Franco Franchi e con Lino Banfi. In questo caso il lavoro fu più difficile, in quanto mancavano i finanziamenti. Ma anche questo film ebbe un discreto successo. Ciccio avrebbe voluto continuare con un sequel de L'Esorciccio (L'Esorciccio contro King Kong), ma la proposta fu talmente stravolta che dovette rinunciarvi. Provò anche a scrivere una parodia di Sandokan, anche in questo caso non riuscì a metterla in scena. Gli vennero anche offerte delle sceneggiature da dirigere, ma rifiutò perché non li ritenne all'altezza. Deluso da questo ruolo, non ritornò più dietro la cinepresa. Su di lui ebbero una notevole influenza Federico Fellini, di cui lo colpì la pazienza che aveva con i suoi attori, e Mel Brooks, da cui attinse per la sceneggiatura di Paolo il freddo[1].
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Ciccio_Ingrassia" |
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