Titolo: Carlo
Titolo originale: Carlo
Italia: 2012. Regia di: Gianfranco Giagni, Fabio Ferzetti Genere: Documentario Durata: 94'
Interpreti: Carlo Verdone
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Nelle sale dal: 03/06/2013
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Ilaria Mutti
L'aggettivo ideale: Indagatore
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Festival Internazionale del Film di Roma – “Carlo” “a Prospettive d’Italia”
“Carlo” ovvero “La commedia non muore mai”. Lui, Carlo Verdone è pessimista, in proposito e neppure il successo del suo ultimo film “Posti in piedi in Paradiso” riesce a scaldargli un po’ il cuore.
Poi gli viene in mente il film francese “Quasi amici”e gli torna la fiducia. Ma si, - conclude - ci sono ancora spazi e tempi, per la commedia!
A pensarci bene Carlo è come i suoi personaggi, ai quali, nonostante le disgrazie, la solitudine e l’esclusione, basta sempre tanto poco per tornare a credere e sentirsi felici.
Questo indubbiamente è l’aspetto più complesso o se vogliamo il “mistero” dell’uomo, dell’autore e dell’interprete di quella “commedia” che da più di 30 anni, ci accompagna nella nostra storia tutta italiana.
Ed è proprio questo che hanno cercato di capire i registi Fabio Ferzetti e Gianfranco Giugni, gli autori del documentario “Carlo”, che non vuole essere tanto un omaggio o un riconoscimento all’uomo, quanto soprattutto un indagine quasi scientifica, sulla sua opera, sui luoghi della sua formazione e quelli della sua espressione artistica.
Così hanno cominciato a prendere le testimonianze delle sue attrici, quelle interpreti così brave e sensibili, per poi verificare che erano state spesso il suo doppio al femminile e le sue complici nella nevrosi e nel disagio. Poi hanno cercato di smontare i suoi film, all’apparenza così semplici, per accorgersi che la semplicità era solo un punto di arrivo e uno snodo alla complessità delle situazioni e dei sentimenti.
Hanno studiato come dirige, ne hanno studiato la serietà e il rigore quasi maniacale, per poi vedere che all’improvviso tutto sembra scomparire, quando scatta, irrefrenabile, l’improvvisazione e la fantasia dell’ultimo momento.
E sono andati a cercare la “Casa sotto i portici,” per capire da dove era venuto e come si era formato e hanno trovato invece Ponte Sisto, appena fuori la sua casa, il cui ricordo e la cui animazione lo seguiranno come una costante nella sua opera e come punto di riferimento della sua romanità.
Hanno sicuramente cercato l’uomo attraverso i suoi amici, i suoi collaboratori e i suoi familiari,e ognuno di loro ne ha restituita una parte, ma non sicuramente il tutto.
Poi hanno incontrato lui, così confuso tra personaggio e uomo, forte e debolissimo, ironico e tragico, disperato e poetico, insomma in poche parole, l’ “Universo Carlo”.
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