Titolo: L’impostore
Titolo originale: The Imposter
USA, UK: 2012. Regia di: Bart Layton Genere: Documentario Durata: 99'
Interpreti: Adam O'Brian, Anna Ruben, Cathy Dresbach, Alan Teichman, Ivan Villanueva, María Jesús Hoyos, Anton Marti, Amparo Fontanet, Ken Appledorn, Carey Gibson
Sito web ufficiale: www.imposterfilm.com
Sito web italiano:
Nelle sale dal: Inedito in dvd
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Ciro Andreotti
L'aggettivo ideale: Sapiente
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Quando il tredicenne Nicholas Barclay viene ritrovato in Spagna, la sua famiglia pare essere finalmente uscita da un incubo, perché il ragazzo era scomparso da casa tre anni e mezzo prima e nessuno ormai pensava di poterlo ritrovare vivo. Nicholas afferma di essere sfuggito a un tentativo di rapimento, nel corso del quale la sua psiche è stata messa a dura prova, così come il suo corpo, torturato lungamente. Quando però il ragazzo ritorna a casa molti dubbi si accavallano di fronte a una persona che non pare essere la stessa scomparsa da casa …
Una serie di colpi di scena attraverso una pellicola mascherata da documentario, per un prodotto finale che altri non è che un film cesellato con maestria e sapienza, ecco cos’è l’Impostore del titolo; opera prima del giovane regista Bart Layton, il quale porta sul grande schermo un giallo-thriller con numerosi colpi di scena, piani sequenza, congruenze, incongruenze, interviste e inseguimenti che lasciano lo spettatore letteralmente incatenato alla poltrona e con il desiderio di capire come sia possibile che una diversità fisica e personale così evidente non sia subito balzata all’occhio della famiglia Barclay, incapace di notare le differenze fisiche con il ragazzo scomparso di casa appena tre anni e mezzo prima.
La pellicola regala al pubblico un’indagine serrata, per mezzo della quale si cerca di capire chi sia in realtà il ’redivivo Nicholas’, nella realtà il ragazzo che ne aveva preso il posto altri non era che Frédéric Bourdin noto alle autorità come ‘il camaleonte’ sia di soprannome che di fatto, capace di ingannare chiunque lo incontrasse. Una narrazione quindi fra il documentario e l’inchiesta che diviene anche un modo per analizzare la psiche umana, laddove le scelte della massa possono avvolgere come in una “spirale del silenzio” i pochi che non vi si accodano; cancellando opposizioni e spingendo a credere qualche cosa anche quando l’evidenza non può che smentire alcune convinzioni, in tal caso fatte per non rassegnarsi nel vedere perso il proprio fratello ma anche il proprio figlio.
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