Titolo: La Deutsche Vita – Der Film
Titolo originale: La Deutsche Vita – Der Film
Italia: 2013. Regia di: Alessandro Cassigoli e Tania Masi Genere: Documentario Durata: 60'
Interpreti: Massimiliano Balestri, Gino Puddu, Mauro Paglia, Giovanni Pane, Ruth Stirati, Emidio Gabattoni, Daniela Benedetti, Marcello Dato
Sito web ufficiale: www.ladeutschevitaderfilm.com
Sito web italiano:
Nelle sale dal: Inedito in dvd
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Ciro Andreotti
L'aggettivo ideale: Stereotipato
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Massimiliano è un ragazzo che passa metà dell’anno a fare l’impiegato e il resto della stagione a Berlino rincorrendo il suo sogno: diventare attore.
Oltre a quella di Massimiliano ci sono altre storie da raccontare all’ombra della Porta di Brandeburgo; storie di persone che hanno lasciato la madre patria per diventare ristoratori, imbianchini, registi di documentari o semplicemente emigranti sul suolo tedesco.
Alessandro Cassigoli e Tania Masi girano un documentario fra il comico e lo stereotipato pieno di tanta Italia e di come il popolo tedesco, e Berlinese in particolare, giudica gli Italiani e di come questi si trovino in una terra che reputano accogliente ma al tempo stesso differente dalla loro, a prescindere dalla provenienza, sia che si stia parlando del profondo nord così come del sud più rurale.
La pellicola traccia attraverso un insieme di interviste con persone giovani e meno giovani, che nella Germania dei primi anni ’60, nei più recenti anni ’80, sino ad arrivare a oggi, vedevano e vedono ancora una possibilità di lavoro, di riscatto da vite anonime e provinciali, sempre lanciando una strizzata di occhi nei confronti di una nazione di origine mai dimenticata.
Un film pieno però di carenze strutturali: ci riferiamo ai contenuti delle interviste, altamente stereotipiate; ma una pellicola anche capace, grazie a una buona dose di umorismo offerto dai nostri connazionali, di fotografare una realtà forse presentata come eccessivamente ridicola; proprio qui risiede la vera carenza di un documentario, che dalle prime inquadrature e dal preambolo offerto dalla voce narrante, avrebbe, almeno nelle prime battute, la pretesa di apparire come una ricerca antropologica di Italiani all’estero.
Il risultato ultimo ha invece le sembianze di un insieme di persone che pur non conoscendosi sono unite da un tratto comune e evidente: il ricordo di una nazione lasciata anche quarant’anni prima e che con quella di oggi non ha molto a che vedere.
Da vedere se siete comunque attratti da una realtà europea di grande e sicuro richiamo.
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