Titolo: One Direction: This Is Us
Titolo originale: One Direction 3D
USA, Gran Bretagna: 2013. Regia di: Morgan Spurlock Genere: Documentario Durata: 92'
Interpreti: Harry Styles, Zayn Malik, Niall Horan, Louis Tomlinson, Liam Payne
Sito web ufficiale: www.1dthisisus-movie.com/site
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 05/09/2013
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Chicco D'Aquino
L'aggettivo ideale: Trascinatore
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Cinque ragazzi pescati nella gran lotteria della vita, cinque giovanissime esistenze catapultate nello show-business quasi per un capriccio del destino.
La storia della irresistibile ascesa dei One direction è semplice, piccola leggenda per migliaia di ragazzi speranzosi e, ahimè sempre più precari e barcollanti.
I cinque si incontrano da single a Xfactor britannica, vengono scartati e poi ripescati grazie all’occhio lungo di un manager che già aveva preconizzato i tempi dell’exploit. Istinto, calcolo, fatalità. C’è di sicuro un forte elemento di casualità, di occasionalità.
Tutti convinti, dopo l’esclusione iniziale da Xfactor, di ritornare sui propri passi, chi panettiere, chi con un futuro in fabbrica o fattorino o….
Nella breve cavalcata, esplosiva di concerti, brevi confidenze e “giocoleria” a gogò emergono cinque ritratti che tolta la patina scherzosa rivelano la consapevolezza di essere stati proiettati in un mondo che ancora ha il sapore dell’incredibile, del “non può essere vero”, “allucinante” affrontato con la spudoratezza e la lieve anarchia dei vent’anni.
La musica può non piacere, ma il ritmo trascina chi ha orecchie per sentire e un cuore che batte per il cielo, le stelle e gli amori infiniti.
E poi niente della patinata presenza di band simili, tipo Take that e Backstreet boys, troppa tecnica, sincronismi a mille, modelli canterini levigati e professionalmente corretti. Nei 1D nulla di tutto ciò, lo spontaneismo si fa strada trascinato da un’alchimia quasi irrispettosa di triti e ritriti modelli canori.
Naturalmente non stiamo parlando di cinque volenterosi ragazzotti lasciati a sé stessi ma la simpatia, la freschezza, l’energia che trasmettono non ha nulla di preconfezionato e si fa strada allegramente, con una leggerezza rara e difficile a vedersi tra chi è diventato “famoso”.
Amati, odiati, temuti, imitati, bistrattati, denigrati (come non ricordare quell’articolo di una blogger di una certa notorietà, Selvaggia Lucarelli in cui i 1D erano considerati alla stregua di ragazzetti viziati,poco virili e via dicendo evocando musicisti muscolosi tanto da far fremere le allora mamme delle fans dei nostri:ma tant’è, nessuno se ne ricorda più di S.L. ex isola dei famosi, pluri “comparsista” nelle varie tv e su svariate testate scandalistiche).
Molti li hanno accostati ai Beatles.
Non abbiamo risposte se non nell’enorme eco comune che, attraverso le loro canzoni fa palpitare ancora milioni di cuori giovani e fa rifiorire energie da tempo lasciate negli angusti cassetti della memoria.
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